“Per prima cosa ti parlerò del concetto ufficiale, quelli che lo sostengono dicono che nessuno proveniente dal futuro dovrebbe partecipare fisicamente a tutto ciò che è accaduto in passato, perché la sua stessa presenza costituirebbe un paradosso, e gli eventi futuri dovrebbero essere modificati in modo che il paradosso possa essere assimilato. Di conseguenza, il Dipartimento del Viaggio nel Tempo si assicura che solo il personale autorizzato abbia accesso alle sue macchine del tempo e mantiene una forza di polizia per arrestare gli aspiranti saltatori generazionali che desiderano un modo di vivere più semplice e che continuano a camuffarsi da storici in modo da poter ritornare in modo permanente in un’era diversa.
“Ma secondo il concetto di mio padre, il libro del tempo è già stato scritto. Da un punto di vista macrocosmico, dice mio padre, tutto quello che sta per accadere è di fatto già accaduto. Pertanto, se una persona dal futuro partecipa a un evento passato, diventa parte di quell’evento – per la semplice ragione che ne faceva parte in primo luogo – e un paradosso non può possibilmente sorgere.”
Parliamo della più perfetta storia di viaggi nel tempo mai scritta, vi va?
Ora, di storie di viaggi nel tempo ne esiste una quantità, e molti sostengono che A Sound of Thunder di Ray Bradbury sia la storia di viaggio nel tempo più perfetta mai scritta.
C’è chi d’altra parte tifa per All of You Zombies oppure By His Bootstraps di Robert A. Heinlein, per il titolo di storia di viaggi nel tempo più perfetta mai scritta.
E naturalmente c’è A Little Something for Us Temponauts di Philip K. Dick, che è la storia di viaggi nel tempo più perfetta mai scritta, soprattutto per coloro che hanno letto solo Philip K. Dick e parlano solo di Philip K. Dick.
E io resto francamente parziale nei confronti di Try and Change the Past di Fritz Leiber, che se non è la storia di viaggi nel tempo più perfetta mai scritta, certo ci va molto vicino.
E poi ci sono i nostalgici che citano Wells, naturalmente.
E sono assolutamente certo che ci sarà chi verrà a citare un racconto o un film, nei commenti.
Ma tutto questo è assolutamente irrilevante, ai fini di questo post, perché la storia di viaggi nel tempo più perfetta mai scritta la scrisse Robert F. Young, che era un solido mediano della fantascienza che proveniva dalle riviste pulp, nel 1961, e comparve sul numero del primo Aprile di quell’anno sul Saturday Evening Post.
È una storia di 5600 parole che per motivi misteriosi non è mai stata tradotta nella nostra lingua – o per lo meno non mi risulta sia mai stata tradotta – ma è molto molto popolare in Giappone – chissà poi perché – dove nel 2006 è stata votata fra le dieci migliori storie di fantascienza mai scritte da un non-giapponese, e si intitola The Dandelion Girl.
La citazione con cui si apre questo post è presa dal racconto, che potete leggere qui. Credo sia il genere di storia che è necessario leggere, e studiare, per imparare come si fa.
E buon finesettimana.
18 agosto 2018 alle 1:40 AM
Però questo post vince a mani basse per bellezza del titolo.
18 agosto 2018 alle 9:48 AM
È una citazione dal racconto, ovviamente.
18 agosto 2018 alle 2:04 AM
Vediamo
A Sound of Thunder di Ray Bradbury è meraviglioso
All of You Zombies, stupendo mentre By His Bootstraps di Robert A. Heinlein non lo conosco.
A Little Something for Us Temponauts Dick è Dick c’è poco da fare.
Try and Change the Past di Fritz Leiber sono quasi certo di averla letta ma non me la ricordo.
Mentre, e questa è la cosa più grave, The Dandelion Girl non la conosco, non sapevo neppure della sua esistenza.
Grossa pecca, devo rimediare.
Grazie della dritta
18 agosto 2018 alle 9:49 AM
Questo è un blog di servizio 🙂
18 agosto 2018 alle 9:41 AM
Il meccanismo espresso nella citazione era lo stesso scelto per la serie animata Disney Gargoyles.
Personalmente, trovo che districare i fili di molte storie di viaggi nel tempo mi dia, alla lunga, il mal di testa. Forse perché non ho mai studiato l’aoristo plagale 😛
A ogni modo, sono curioso di leggere il racconto che hai linkato, e che non conoscevo, perciò, grazie 😉
18 agosto 2018 alle 9:49 AM
Prego!
20 agosto 2018 alle 11:59 AM
Me lo segno e proverò a leggerlo appena avrò tempo, le storie di viaggi nel tempo sono già abbastanza incasinate di loro, se è pure in inglese potrei avere bisogno di calma e concentrazione. 🙂
20 agosto 2018 alle 12:38 PM
Non è esageratamente complicata, e credo che l’inglese sia potabile.
Fammi poi sapere cosa te ne pare.
23 agosto 2018 alle 7:47 PM
Non so se ci riuscirò, ma l’ho scaricato e ci provo.
23 agosto 2018 alle 8:19 PM
Non è un inglese difficilissimo, e poi è molto breve. Buona lettura.