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Una donna con un passato

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A giorni uscirà una mia nuova storia, che per il momento non ha ancora un titolo. Fa parte del progetto Sette Vite, per cui i primi a vederla, entro la fine del mese, saranno i miei sostenitori su Patreon.
E poiché da un po’ strategie languiva, ho pensato di postare qui la prima parte della postfazione, in cui racconto come la storia – che è la prima di una serie – abbia preso forma.
Nell’ipotesi che a qualcuno possa interessare.

La postfazione fa più o meno così…

Postfazione: una donna con un passato

La prima volta che l’ho incontrata, si faceva chiamare Helena Saratova.
Sosteneve di essere un’aristocratica russa e gestiva un bordello di alta classe a Bubbling Well Road, a Shanghai.
Aveva una quarantina d’anni e aveva i capelli blu.
Era l’estate del 1936 e Felice Sabatini era in difficoltà.

Io ero un terzo del mio primo romanzo, The Ministry of Thunder, e mi ero cacciato – insieme con il mio personaggio principale, Sabatini – in vicolo cieco narrativo. Avevamo entrambi bisogno di aiuto e in fretta, quindi evocai un personaggio usa e getta, qualcuno che potesse entrare, aiutare l’eroe e andarsene.
Ne ricavai invece molto di più di quanto mi aspettassi: Helena non solo risolse i problemi della mia trama, ma rimase in scena per gran parte del secondo terzo del romanzo, rubando la scena alla protagonista femminile e mostrando una affinità così rilassata con il protagonista maschile che quando tutto venne detto e fatto, il romanzo finito, impacchettato, venduto e letto, la maggior parte dei lettori ne fu abbastanza felice, sì, e ne chiese di più.
Più avventura, più azione, più scimmie bianche e demoni ciesi.
Più di Felice Sabatini.
E oh, per favore, più di Helena Saratova.

Così scrissi il breve Cynical Little Angels, una sorta di prequel di The Ministry of Thunder, che raccontava la storia del primo incontro tra Felice ed Helena, a Tientsin nel ’35.
I lettori ne furono di nuovo felici.
Helena Saratova era diventata il mio primo personaggio di successo.

Mentre i previsti sequel del Ministero si bloccavano, divenne anche abbastanza ovvio che Helena avrebbe avuto una parte importante in essi.
Divenne anche ovvio che il suo rapporto con Felice Sabatini si sarebbe evoluto, e non volevo che si evolvesse in una direzione prevedibile – tanto quanto amo scrivere coppie (viene dall’essere stato esposto in tenera età a John Steed ed Emma Peel), tendo a preferire raccontare di complici e ‘partners in crime’ più che semplici amanti, che trovo noiosi; ci deve essere complicità, divertimento e chimica, non solo cuoricini che battono (viene dall’essere stato esposto in tenera età a John Steed ed Emma Peel).
E per pianificare l’evoluzione dei miei personaggi, avevo bisogno di saperne di più su di loro, e mentre conoscevo quasi tutto di Felice Sabatini, sapevo molto poco di Helena.

  • Sapevo che il suo nome non era Helena Saratova.
  • Non era un’aristocratica.
  • Era una polacca che fingeva di essere russa.
  • Sapevo che suo padre era stato un mago da palcoscenico e che lei “aveva un passato”.

Helena, alla sua prima comparsa, era vagamente basata su un certo numero di personaggi storici.

  • Elsie de Wolfe, alias Lady Mendl, un’attrice e celebrity americana che si era tinta i capelli di blu negli anni ’30, ed è menzionata in una canzone di Cole Porter.
  • Una misteriosa donna polacca che fingeva di essere una duchessa russa e che negli anni ’30 a Shanghai affermava di essere in grado di curare qualsiasi malattia immergendo i piedi del paziente nell’acqua minerale Perrier e poi dando loro in mano due elettrodi.
  • Una russa bianca che gestiva una casa d’appuntamenti molto esclusiva, in Bubbling Well Road, sempre a Shanghai negli anni ’30.
  • La giornalista, scrittrice e avventuriera americana Emilie Hahn (che insieme al suo gibbone Mister Millis fa una comparsata in The Ministry of Thunder).

Come sempre, la storia è MOLTO più strana della finzione narrativa – per questo mi piace.

Il mix era stato ulteriormente condito con

  • Zia Augusta, interpretata da Maggie Smith nell’adattamento cinematografico del romanzo di Graham Greene Travels with my Aunt
  • la Comtesse Valentine, una ninfomane narcolettica interpretata da Myrna Loy nel film del 1932 Love me Tonight
  • la canzone “Don’t tell mama”, dal musical Cabaret, nella versione Ute Lemper.

E questo potrebbe sembrare un sacco di lavoro per un personaggio che doveva stare in scena per una decina di pagine, ma in realtà non lo è.
E dopo tutto, Helena rimase in scena per oltre 100 pagine. E per un altro libro. E due potenziali sequel. Ma ora avevo bisogno di saperne di più.

Poi, nell’estate del 2019 sono successe tre cose.

  • In primo luogo, ho iniziato davvero a scrivere The Ministry of Lightning.
  • In secondo luogo, mi sono imbattuto in un dipinto dell’artista russo Waldemar Kazak, che era un ritratto perfetto di una giovane Helena Saratova, catturata nella sua dissolutezza giovanile.
  • Terzo, mi sono imbattuto in un evento minore della Grande Guerra: un contabile italiano che fingeva di essere un capitano dell’esercito, in Russia, nel 1918; trasformò 300 prigionieri di guerra italiani in un “Battaglione Savoia” completamente fasullo ma agguerritissimo, requisì un treno blindato e combatté lungo la Transiberiana fino a Krasnoyarsk, dove prese il controllo della città e fondò un ospedale CON DUE GIOVANI INFERMIERE RUSSE, UNA DELLE QUALI DICHIARAVA DI ESSERE MEMBRO DELL’ARISTOCRAZIA.

E io ho pensato ECCO DOV’ERI!
Perché una donna sulla ventina nella Russia devastata dalla guerra civile nel 1919 potrebbe benissimo essere una donna sulla quarantina nel 1936 a Shanghai. E dopo tutto, gli italiani da Krasnoyark si spostarono a Tientsin – ed è lì che Feliceincontrò Helena per la prima volta (o vice-versa), in Cynical Little Angels.
Tombola.

E così ho avuto l’idea che sarebbe stato bello (e divertente!) scrivere alcune storie su Helena in gioventù, quando era un’avventuriera e “una sorta di Harry Flashman al femminile”, magari con una goccia di Irene Adler.
Ai tempi in cui si chiamava Pandora.

Il nome deriva da una canzone di Al Stewart, che sembra descrivere le sfaccettature del giovane personaggio che stavo iniziando a vedere e sviluppare. La connessione è stata istantanea e nel momento in cui ho saputo che il suo vero nome era Pandora, è diventato evidente che il padre che faceva il prestigiatore non era altro che il Misterioso Marchinkus, la cui compagnia circense si ritrovò dalla parte sbagliata del confine russo quando scoppiò la Rivoluzione di Febbraio.

Quindi eccola qui, Pandora Marchinkowska, di padre polacco e madre francese, nata nel 1899. O forse nel 1896.
Con un gatto nero di nome Lucifero.

(il resto della postfazione scende nei dettagli del racconto, e quindi ce la teniamo per poi, per non spoilerare)

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

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