strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

I blog sono (di nuovo) morti

14 commenti

Nelle ultime settantadue ore, più o meno, sono successo un po’ di cose variamente rilevanti.
La più interessante è, a mio parere, l’annuncio della mia amica Lucia sul suo blog, riguardo al fatto che d’ora in avanti i suoi post avranno una cadenza irregolare, semplicemente perché aggiornare un blog tutti i giorni è un lavoro pesante e non retribuito.
Posso apprezzare questi sentimenti.
Da altre fonti, arriva invece la notizia che i blog ormai sono morti, e nessuno ha più tempo di leggere ciò che postiamo.
Anche Facebook è morto e Instagram non sta molto bene.

Non è la prima volta che i blog muoiono.
È accaduto per lo meno nel 2012 e nel 2017.
Attorno al 2018 questo blog che state leggendo venne descritto come “semi-moribondo”.
E la sospensione delle condivisioni su Facebook non ha aiutato.
Però siamo ancora qui.

Questo mi porta a fare due considerazioni parallele.

Prima considerazione – credo che alla lunga inseguire i media sia controproducente.
Passare da MySpace a Blogspot, da Blogspot ad una pagina Facebook, da Facebook a Instagram, da instagram a Youtube, da Youtube a Tik Tok è alla lunga sfiancante.
Il pubblico è volubile e cambia di frequente nelle sue infatuazioni. Difficilmente riusciremo a stare al passo.
A questo si aggiunge il fatto che non tutti siamo in grado di cambiare medium con tanta facilità – io resto una persona a cui piace scrivere, e un blog è la piattafortma ideale per ciò che faccio.
E sì, faccio anche podcast – perché è comodo, specie se si collabora con altri.
Ma altre piattaforme? No.
Le ho provate, ne apprezzo il potenziale, ma non riuscirei ad usarle per comunicare.
Io comunico a chiacchiere.

La seconda considerazione è che i blog rimangono, anche dopo la morte.
Usando la finestrella di ricerca qui di fianco potere accedere a qualcosa come quindici anni di mie farneticazioni.
Quindici anni sono tanti.
Sono 4648 post. Più questo.
Con una media di 800 parole a post (senza contare i commenti), sono quasi quattro milioni di parole.
Sono un sacco di chiacchiere, e commenti, e discussioni – e sono qui, se qualcuno vuole dare un’occhiata.
I blog hanno la memoria lunga.

Dopo quindici anni di duro lavoro siamo tornati ai numeri dei primi sei mesi di attività.

Certo, i blog non fanno più i numeri di una volta.
E in Italia naturalmente i blog non hanno mai reso una lira a chi li gestisce – sono una spesa, non una fonte di introiti. Al punto che, coi tempi che corrono, tocca inventarsi qualcosa per mantenere le luci accese.
Se vi va, date un’occhiata a questa pagina del blog Liberidiscrivere – l’admin ha messo su una bancarella di libri usati per liberare spazio in biblioteca e pagare le spese di hosting.

Ma ovviamente, come commentò qualcuno una decina di anni or sono “mica ti ho chiesto io di scrivere un blog” – perché qualcuno dovrebbe darci qualcosa in cambio di “niente”?
Forse è vero che col passare degli anni il pubblico è diventato più spietato.
Non più esigente, ma certamente più cattivo.

Però questa indipendenza dal pubblico, questo “non ti ho chiesto io di scrivere un blog” significa anche che nessuno – se non noi che scriviamo questi blog – ha il potere di farci morire.

Perciò, per il momento, alla via così…

“Non è morto ciò che può attendere in eterno, e col passare di strani eoni anche la morte può morire.”

H.P. Lovecraft

Ci sono nuovi progetti in corso per l’autunno.
Non siamo ancora morti.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

14 thoughts on “I blog sono (di nuovo) morti

  1. Anche io aggiorno oramai il mio blog solo quando sento di avere davvero, a mio insindacabile giudizio, qualcosa di interessante da scrivere ex novo o da riferire riguardo altri. Tra i problemi di un lavoro sempre più ingombrante e fagocitante (lo smart working in questo senso ha dato il colpo di grazia rendendomi contattabile da troppe persone tutti i giorni e a tutte le ore), le necessità familiari e la sana voglia di leggere e di guardare film e serie tivù, ostacoli o più o meno piacevoli a cui aggiungo la consapevolezza di raggiungere sempre e solo i miei venticinque lettori ( in realtà di meno) beh, tutto ciò mi ha portata a un olimpico distacco e alla fine dell’ansia da prestazione. Chi vuole mi legga, che commenti o non commenti va bene così. Sono troppo affezionata al mio piccolo blog per chiuderlo. Nessuno mi ha chiesto di scrivere un blog, è vero, ho colto il suggerimento di un amico tanti anni fa e non me ne sono pentita. Va proprio bene così. Un caro saluto.

  2. Acc, sono morti di nuovo? E pensare che siamo solo a mercoledì!
    Questo fatto tragico mi ricorda quando in TV, al TG, non sapendo come riempire uno spazio con una notizia vera, saltava fuori il servizio “gli uomini non sono più interessati alle donne col seno grande” e mi immaginavo l’addetto alle notizie del TG che telefonava a tutti, casa per casa, per interrogare gli uomini circa i loro gusti personali.
    Poi la pandemia, che alcune boiate (mica tutte) si porta via, ha fatto sparire queste notizie “di costume”.

    Credo che certe persone facciano conti su numeri che non stanno insieme per forza, tipo blog contro pagina di influencer o canale YouTube di stra-successo. Sarebbe come paragonare uno spettacolo di teatro al filmone di stagione, sono due tipi di pubblico che non sempre coincidono e dunque i numeri sono diversi.
    Un po’ come dire che nessuno compra più i diamanti, la gente è più interessata a comprare pane, basta guardare quanto pane e quanti diamanti si vendono! 😅

    Vabbè, ho parlato anche troppo senza dire nulla di interessante, ora continuo il mio giro per la necrosfera… Buona resurrezione a tutti!

  3. Sembra di essere in un film di Romero 😀

  4. I blog sono morti. Lunga vita ai blog.

  5. senza contare che strategie evolutive è pure risorto
    c’ero, l’ho visto succedere, dopo averne pianto la scomparsa, ed è stata un’esperienza bellissima.

  6. Temo che il mio commento precedente sia andato perduto..

  7. OK ci riprovo.

    Seguo questo blog dal 2010, dall’epoca d’oro dei blog e dalla mia gioventù. Seguivo tantissimi blog (si vede quanto fosse un’epoca d’oro: guarda che numeri facevi nel triennio 2010-13), e ce n’erano di davvero belli. Di quelli che conoscevo io, ne sono rimasti due: l’Antro Atomico e questo. Ma l’Antro è diventato ormai una community, mentre Strategie Evolutive è ancora quel che era. Trovo che sia una cosa positiva.
    Dopo 12 anni di piani bar del fantastico, top 5 di film fantasy, resoconti di viaggi Monferrato-Urbino, terrificanti post sul neofeudalesimo, chiacchiere, riflessioni e deliri di Davide Mana, voglio altri 12 anni così. Ci spero.

    Se penso a quanti libri, film, teorie, mondi, modi di vedere la società avrei perso senza conoscere questo blog! Partendo da qui, poi, ho seguito Karavansara, Paura&Delirio, i blog di molti tuoi colleghi del Blocco C, Fra le Province..come cerchi nell’acqua.

    Quindi, per concludere, due cose: 1)Ti auguro di continuare fino al 2034; 2) spero di poter diventare presto un tuo Patron, e sostenere questo mio desiderio.

  8. Credo che il mio commento di ieri sera sia sparito. Nel caso caso non fosse così, penso non sia un problema per Davide cancellarlo.

    Potresti pubblicizzare i tuoi articoli sul Fediverso, se vuoi cercare qualche nuovo lettore per il blog. Il problema è che la comunità italiana è molto piccola, e, se eri interessato agli utenti provenienti da Facebook, ti avverto che si parla di due insiemi assolutamente disgiunti.
    Detto questo, il tuo blog rimane sempre ottimo, ed è un veramente piacere sapere che è vivo e in buona salute! Un grande in bocca al lupo per qualsiasi nuovo progetto tu abbia in mente!

  9. “Perciò, per il momento, alla via così…“ mi fa venire in mente colui che sulla poltrona viaggiava verso “Strani Nuovi Mondi”, in un futuro, spero, futuribile. Beh, quindi tanti tanti anni.
    PS. Dopo qualche anno di iscrizione al tuo blog, questo è il mio primo inutile commento, ma da appassionato di “quello sulla poltrona” , non ho saputo trattenermi. Scusa.

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