E torniamo a parlare di memoria, in un certo senso.
Me ne sto seduto qui, in attesa di iniziare a registrare la nuova puntata di Chiodi Rossi, e faccio scorrere la pagina di Facebook. Mi capita sotto gli occhi il post di un editore che si congratula con se stesso per il successo di una sua antologia. Il nostro bestseller e tutto quel genere di cose.
Ed io ricordo quando venni contattato dall’editor di quella antologia, che mi disse che avevano chiamato tutti quelli veramente in gamba, e io non ero uno di loro. Però ora uno di quelli in gamba aveva dato picche, e loro erano a corto di una storia. Per cui serviva qualcuno che scrivesse un racconto, su un tema predeterminato sul quale sarebbe stato necessario documentarsi alla svelta.
E consegnare il lavoro in un mese. Meglio prima.
“Non c’è budget, ma sarebbe l’occasione per pubblicare con un grande editore.”
Nel caso non foste avvezzi al linguaggio che si usa “nell’ambiente”, “non c’è budget” significa “non verrai pagato.”
Io dissi picche.
In primis perché non lavoro gratis, se non per beneficenza – nei limiti del possibile cerco di dare una mia storia a qualche progetto di raccolta fondi ogni anno.
E secondariamente perché la mia storia avrebbe certamente abbassato il livello dell’antologia in cui c’erano tutti quelli veramente in gamba.
Ed ora il volume è un best seller.
E sottolineo seller.
Com’è facile, in questo paese, perdere delle grandi occasioni, eh?
Beh, OK… “grandi”…
13 ottobre 2022 alle 6:38 PM
Beh, spesa zero, molte vendite, ci credo che si congratula con se stesso, e magari pure con i poveri autori che hanno regalato il lavoro che va arricchire il tipo…
13 ottobre 2022 alle 6:47 PM
Mana non ho capito. Non ho capito se, come dice il titolo, pensi davvero di aver perso una occasione. Oppure se dopo quel “beh” finale per “grande” virgolettato pensi invece che l’occasione non fosse davvero così, ma ribadendo “seller” non ho capito se sta vendendo tanto e quindi l’occasione è davvero mancata. Oppure fondamentalmente ti congratuli anche te (oltre all’editore) con te stesso per non aver accettato perché giustappunto non si lavora gratis. Non ho capito.
13 ottobre 2022 alle 7:00 PM
Mi dispiace per la scarsa chiarezza.
Io credo che dare il proprio lavoro gratis a qualcuno che poi lo vende non sia una scelta ragionevole per chi scrive per pagare i conti – come faccio io.
Per questo sottolineo il seller di best-seller.
Non credo che sia stata una grande occasione mancata, perché se ci facciamo la fama di quelli che lavorano gratis, nessuno sarà mai disposto a pagare il nostro lavoro.
In secondo luogo, sarò un romantico, ma che un editor mi contatti e, da una parte mi dica che non sono all’altezza del progetto e dall’altra mi chieda il mio lavoro gratis per quello stesso progetto è doppiamente insultante.
E incidentalmente, l’antologia in questione è poi uscita con un editore diverso dal “grande editore” che si era ventilato in partenza.
Grande editore, tra l’altro, con cui successivamente ho avuto occasione di lavorare, regolarmente pagato.
Per cui nulla è andato perduto – tranne forse la considerazione di persone che non mi considerano più utile.
Posso sopravvivere.
E nei prossimi post cercherò di esserepiù chiaro.
14 ottobre 2022 alle 4:05 PM
Non so se in questo mondo (il tuo) si può e/o si riesce a fare strada anche facendosi “vedere” gratis … era questo il mio unico dubbio. Tuttavia con la tua risposta chiarificatrice, si rimettono in fila, e, a mio modo di vedere, anche in modo perfetto, tutte le cose, sulle quali sono totalmente d’accordo.
14 ottobre 2022 alle 1:36 PM
E la visibilità, dove la metti la visibilità?
14 ottobre 2022 alle 4:04 PM
Non posso dirtelo, ci sono delle signore.