strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

La lunga notte del libertino

15 commenti

È il 1958, e lo scrittore e cabarettista Jean “Steph” Shepherd ha una trasmissione radiofonica sulla WOR, una piccola stazione radio di New York. Steph fa talk radio – lunghe ore di chiacchiere tra la mezzanotte e l’alba, quello che viene comunemente chiamato il “graveyard shift”.
È il 1958, e la radio sta perdendo terreno davanti all’avanzata inarrestabile della TV, ma a queste ore disumane le TV sono spente, e Steph tiene compagnia a tutta quella fetta di popolazione metropolitana che lavora di notte – panettieri e inermiere, guardiani notturni e viaggiatori in attesa del prossimo treno, o del prossimo volo. Steph li chiama “Night People”.
È il 1958 e Steph è stanco di vedere classifiche pubblicate sui giornali, vede il futuro e l’ossessione per le liste, per le Top 10, le Top 5…
E così decide di fare un esperimento.
È il 1958, e questa è la Storia Fatta coi Cialtroni.

Jean Shepherd sa che per entrare nella lista dei best-seller del New York Times, i criteri, per un libro, sono le vendite e le prenotazioni.
Ed è fermamente convinto che critici e recensori siano una manica di pomposi palloni gonfiati, che si danno delle arie da intellettuali bluffando alla grande.
E quindi, con la complicità dei suoi ascoltatori, crea un libro fasullo.
Lo fa con una richiesta di aiuto ai suoi ascoltatori, pubblicamente, per radio.
Ma sono le due di notte di un giorno di metà settimana… chi volete che lo senta, a parte i suoi ascoltatori abituali?
Ma gli scoltatori abituali rispondono con entusiasmo, telefonando in trasmissione.

Ora, il piano è semplice – con la complicità del pubblico, Shepherd si inventa un libro, intitolato I, Libertine – un romanzo storico scritto da un certo F.R. Ewing – un ex ufficiale delle forze britanniche durante la Seconda Guerra Mondiale, ora membro dell’amministrazione inglese in Rhodesia.
Nel tempo libero, Ewing – che è sposato con Marjorie – essendo appassionato di storia, scrive.
I, Libertine – primo volume di una trilogia – è la storia abbondantemente romanzata di un aristocratico inglese del diciottesimo secolo, che dietro ad una facciata di rispettabilità, conduce in realtà una vita scandalosa e scollacciatissima.
Scollacciata almeno quanto il romanzo – che viene descritto come turbolento, turgido e tempestoso.

Messo insieme questo pacchetto, viene il momento di venderlo.
L’idea è che il mattino successivo, ogni ascoltatore della trasmissione entrerà in una libreria, e chiederà una copia di I, Libertine, di R.F. Ewing.
E si sentirà naturalmente rispondere che il libro non è in catalogo.
Chiederà allora se è possibile ordinarne una copia.

Ma cosa sucede dopo che due, tre, cinque persone, nell’arco della giornata, chiedono lo stesso libro che non è in catalogo?
Chiaramente, c’è qualcosa che non va nel catalogo.
E c’è una richiesta.
Un giro di telefonate fra librai rivela che il libro è MOLTO richiesto.
E cominciano le telefonate, ai distributori, a Publisher’s Weekly.

Jean Shepherd e i suoi ascoltatori devono solo starsene zitti e buoni, e godersi lo spettacolo.
E lo spettacolo non tarda ad arrivare.

Uno degli ascoltatori racconta di essere stato in una grande libreria, e di aver chiesto del libro, e di essersi sentito rispondere

Frederick R. Ewing? Era ora che la gente iniziasse a notare il suo lavoro. Penso da tempo che non abbia ricevuto il riconoscimento che merita.

Articoli cominciano a comparire su diversi giornali e riviste, sul nuovo “fenomeno”, che puntualmente – sulla sola scorta delle prenotazioni farlocche dei Night People – entra nella classifica dei Best Seller del New York Times.

Uno degli ascoltatori di Sheph, uno studente universitario, presenta una tesina, intitolata F.R. Ewing: Storico Eclettico.Il testo contiene abbondanti note e riferimenti bibliografici, e alcuni stralci del libro che non esiste. Ottiene il massimo dei voti, ed il docente ne loda “la superba qualità della ricerca.”

Cominciano a uscire recensioni del libro.
Un critico non manca di raccontare ai suoi lettori di aver pranzato con Fred Ewing e “la sua deliziosa moglie, Marjorie”.

Un’ascoltatrice di Steph racconta di aver accennato al fatto che sta leggendo I, Libertine, durante una partita a bridge. Tutte e tre le sue amiche al tavolo lo hannogià letto, e passano quasi un’ora a discuterne i meriti e i demeriti. A due di loro non è piaciuto.

E tutta questa valanga di panzane viene apertamente discussa per radio, con grandi risate, da Steph e dai suoi ascoltatori.

Copie vengono richieste a Londra, Berlino, Rio de Janeiro – e decine di altri luoghi esotici dove i membri del popolo della notte di Steph – che include viaggiatori e personale di volo delle principali compagnie aeree – decidono di portare il complotto.

E poi, finalmente, un comitato di lettori indignati per i contenuti osceni del libro ne chiede il sequestro, o per lo meno che venga ritirato da tutte le librerie di Boston e del Massachussets.
I, Libertine, che non esiste, si può ora fregiare della dicitura “Banned in Boston”.

Ci vogliono alcuni mesi, prima che finalmente un giornalista, insospettito dall’intera faccenda – perché il libro, naturalmente, proprio non si trova – non faccia qualche indagine, ed arrivi a Steph, e l’intero scherzo venga alla luce, per l’imbarazzo del New York Times, di Life Magazine, di Publisher’s Weekly e di una manciata di altre riviste, e di una larga fetta della popolazione di critici e recensori newyorkesi.

I giornali parlano di “scherzo” e di “truffa” – ma curiosamente non menzionano il fatto che una intera categoria di esperti sia stata brutalmente esposta nella sua falsità ed ipocrisia.

È quasi come se Jean Shepherd, che voleva sbugiardare una categoria di pomposi e pretenziosi pseudo-intellettuali, avesse fallito.
Di fatto HA fallito.

E poi arriva Ballantine Books, che ha un’offerta per Jean Shepherd, che Steph non può rifiutare – cedere i diritti su titolo e trama perché un ghostwriter possa scrivere il romanzo che tutti vogliono leggere.
Il romanzo che è già in classifica nella lista dei bestseller.
Ilr omanzo che molti hanno già letto – o così dicevano per darsi delle arie.
Il romanzo che molti hanno già recensito.
Ballantine ha anche la persona giusta per il lavoro – un certo Theodore Sturgeon, che dicono sia bravino.

E così, con Sturgeon che scrive in tempi strettissimi una storia apartire dalla trama abbozzata da Steph e dal popolo della notte, I, Libertine cessa di essere un libro che non esiste.
Le due copertine qui sopra si riferiscono a quell’edizione – che sarà più volte ristampata, diventando un best seller per davvero.
Jean Shepherd darà tutti i ricavati in beneficenza.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

15 thoughts on “La lunga notte del libertino

  1. È una storia meravigliosa 🙂

  2. Per inciso, sono riuscito a convincere alcuni – a loro dire – esperti di prog rock di essersi persi gli Statodyne, un gruppo di Bristol attivo dal ’63 al ’65 e che ha inciso un unico album omonimo, e che hanno profondamente ispirato Jimi Hendrix nell’evoluzione della sua tecnica chitarristica, tanto da essere citati in Experience.

    • Io anni addietro (anni ’90) feci credere a un certo numero di sedicenti otaku che c’era un corto di Hayao Miyazaki, intitolato “Kumo” (“Nuvole”), e il cui trailer (messo assieme da mio fratello) era in effetti la sequenza di apertura del film di Ken il Guerriero con sopra un brano strumentale di Van Dyke Parks.

      • Il che potrebbe aprire un inconsueto scenario in cui, grazie ad una fortunata sequenza di “biglietti vincenti della lotteria”, tra cinquecento anni degli storici del futuro (tutina lucida e antennine sul casco, per intenderci) ritroveranno nei server dell’Internet Archive un capolavoro perduto di Miyazaki chiamato Kumo, e ci saranno dispute sull’originalità, sulla paternità della scoperta, sul significato dell’opera eccetera.
        Immagino sarà dura per loro, stabilire cosa è “realmente storico” e cosa è fake news o simili.

  3. Jean Stephens è Jean Shepherd? (refuso?)

  4. è sempre un piacere leggere storie fatte coi cialtroni!

  5. Le teste di Modigliani. Le teste di Modigliani!
    Godo! GODO!

  6. Storia meravigliosa, grazie per averla condivisa con noi! 😃

  7. Pingback: La lunga notte del libertino – billziegler1947

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.