La cosa è venuta fuori ieri con alcuni amici – un giochino semplice: posto una recensione presa da Amazon, e chi indovina il libro a cui si riferisce, vince una pizza … non una pizza da plutocrati, ma una onesta pizza.
Ma nessuno ha vinto, perciò giro la cosa qui – per ridere. Niente pizza in palio.
È solo una scusa per fare un post.
Allora, la recensione a tre stelle dice così
Questo libro per me era un po’ troppo accademico. Inoltre, non ho capito la maggior parte dei riferimenti alla cultura pop.
Che libro è?
È questo
Una selezione di storie tratte da Le Mille e Una Notte, nella traduzione di Richard Burton del 1885.
È un buon volume.
La mia copia è qui da qualche parte, insieme agli altri volumi della mia collezione di edizioni delle Mille e Una Notte.
Ha una bella copertina di Dulac, una breve introduzione, e poi ci offre
- I viaggi di Sinbad
- La lampada di Aladino
- Ali baba e i 40 ladroni
- Il pescatore e il genio
- Judar e i suoi fratelli
- Khalifah il pescatore di Baghdad
Bello liscio.
Nulla di straordinario, ma in molte edizioni attualmente in circolazione alcune di quelle storie non ci sono perché non si trovano nel manoscritto arabo originale, per cui è un buon supplemento a un’edizione moderna delle Mille e Una Notte.
Qualora vi interessasse, la versione in Kindle costa due euro.
Ora, sorvolerò sul fatto che sia “un po’ troppo accademico”.
Il linguaggio di Burton non è proprio user friendly, a quasi un secolo e mezzo di distanza – ma a parte questo, non vedo dove sia il problema.
La faccenda della cultura pop invece mi incuriosisce.
Di cosa farnetica il recensore?
La mia prima reazione sarebbe quella di invocare l’analfabestismo culturale – quel fenomeno per il quale quando un personaggio in un film dice “Sarò il tuo Huckleberry”, lo spettatore non capisce perché non ha mai letto Mark Twain.
Ma anche così, cosa c’è di cultura pop in queste storie – peraltro battutissime – dalle Mille e Una Notte?
Mi rendo poi conto che per un sacco di gente “cultura pop” è diventato sinonimo di “cultura generale” – quelle nozioni che tutti conoscono, apprese quasi per osmosi tra scuola, famiglia, amici e, sempre più di frequente, i media.
Tutti sanno che Napoleone era basso.
È cultura pop.
(e prima che qualcuno mi corregga – lo so che Napoleone non era più basso della media. È un esempio, anche di come la cultura generale sia spesso una generalizzata ignoranza)
Quali elementi hanno perciò disorienbtato il recensore?
Non sapeva cosa fosse un djinn?
Non aveva familiarità con tutti quei discorsi di donne, vino, canzoni?
Disagio rispetto alle invocazioni ad Allah?
Perplessità all’idea che non ci siano i Marines a Baghdad?
È una cosa abbastanza ridicola – e sì, non dovremmo ridere dei limiti altrui, ma in questo caso si tratta non tanto di avere dei limiti quanto di non avere alcuna intenzione di superarli.
Perché se il disagio del recensore deriva dal non aver colto i riferimenti a una cultura che non è la sua … beh, alla fine è per quello che leggiamo, giusto?
Per vedere il mondo attraverso occhi diversi.
Ammesso di averne voglia.
Come dicevo, nessuno dei miei amici ha vinto una pizza.
E sì, c’è un link commerciale in questo post, e in caso di acquisto, consideratevi avvertiti, Jeff Bezos strofierà la sua lampada ed un djinn verrà a casa mia a consegnarmi una manciata di monete da un centesimo.