strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Tema: Come trascorrerò le mie vacanze estive

Ho una valanga di cose da fare.
Ho un romanzo, che al momento è a un terzo, che devo finire il prima possibile.
Ho una manciata di racconti da scrivere e spedire in giro.

Devo dare una sistemata in casa, perché i due anni di COVID ci hanno portato a vivere come creature selvatiche, e questa sembra sempre di più una tana e sempre meno una residenza civile.

E devo rimettermi a camminare – visto il caldo orribile, probabilmente di notte – per cercare di rimettere in sesto la salute, dannegiata da due anni di sedentarietà forzata e non certo aiutata dalla vecchiaia che avanza, ed in vista di possibili avventure future.

E certo, ho sempre una pila alta così di libri da leggere.
E ci sono i due podcast, Paura & Delirio e Chiodi Rossi.

Però le scuole sono finite, le radio ci perseguitano con “la canzone dell’estate 2022” – che, in una delle sue varianti, per me era già stata la canzone dell’inverno 1985-1986 – e in generale c’è nell’aria questa spinta, questa sorta di necessità di “fare le ferie”, il che implica anche fare qualcosa di diverso da ciò che si farebbe normalmente, durante il resto dell’anno.

Io, nello specifico, ho deciso di investire un euro nelle mie vacanze.
Per un euro – una percentuale del quale viene versata in beneficenza per Save the Children – Humble Bundle mi fornisce l’accesso per tre mesi a tredici corsi di lingue.
Tredici.

  • Italiano
  • Francese
  • Spagnolo
  • Portoghese
  • Portoghese Brasiliano
  • Tedesco
  • Olandese
  • Svedese
  • Polacco
  • Cinese Mandarino
  • Cinese Cantonese
  • Giapponese
  • Coreano

(e qualora l’offerta vi dovesse interessare, è ancora disponibile per una settimana – pagate un po’ di più, ed avrete l’accesso per più mesi, e anche una quantità di ebook per migliorare l’apprendimento delle lingue)

Ora, non è che uno si mette e in tre mesi impara tredici lingue.
Non credo sia umanamente possibile.
Però una sì.
E considerando che un corso di questo genere costerebbe 75 euro, comprarne tredici per un euro anche solo per poi seguirne uno solo conviene in maniera quasi ridicola.

E poi…
L’Italiano, ipoteticamente lo conosco.
L’Inglese anche.
Francese, Spagnolo e Giapponese, per quanto in maniera goffa ed erratica, anche.

Restano otto lingue, e il problema di quale scegliere.
Tutti i corsi sono pagati, certo, ma ora si tratta di scegliere dove investire il tempo – quei fatidici tre mesi.
Il Portoghese, nelle sue due varianti, è la lingua che mi interessa di meno. E per esperienza so di poterlo capire a orecchio senza troppo sforzo.
Restano sei lingue.
Quattro, perché anche Polacco e Svedese non mi attirano particolarmente.
Le scelte più ovvie sono Tedesco – molto richiesto, seconda lingua commerciale in Europa – e Cinese – perché è sempre bene parlare la lingua dei conquistatori. Meglio il Mandarino che il Cantonese, anche se il Cantonese dicono sia più semplice.
L’Olandese è – per lo meno sulla carta – la lingua più facile da imparare per chi conosce bene l’inglese, ed un utile trampolino per poi imparare il Tedesco o lo Svedese.
Il Coreano è più facile del Cinese, ma d’altra parte, qualunque lingua lo è.

Al momento, quindi, l’Olandese sembra essere in pole position – seguito da Tedesco e Coreano – non solo in funzione della facilità, ma anche in considerazione del fatto che il territorio in cui vivo ha una forte presenza olandese – persone che vengno regolarmente qui in ferie (spesso facendo cicloturismo) o che hanno acquistato casa qui e si sono trasferite dopo la pensione.
È quindi una lingua che avrei la possibilità di usare “dal vivo”, forse, chissà, un giorno o l’altro.

Ed ho qui, nella pila dei libri da leggere per l’estate, proprio un saggio sull’Olanda.

E quindi, perché non passare le vacanze ad imparare l’Olandese?
Vi farò sapere…


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Qualcosa da fare per il mese quadrato

La cosa parte da alcuni commenti e post colti in rete nelle settimane passate: da una parte, qualcuno fa notare come Febbraio sarà un mese “quadrato” – ventotto giorni, quattro settimane, comincia al lunedì e finisce una domenica – e dall’altra un paio di contatti che chiedono consigli su quale possa essere una nuova competenza pratica che si possa imparare agevolmente in un mese, e poi esercitare per divertimento e profitto nei mesi successivi.

E io mi dico, perché no?
Perché non dedicare il tempo libero di Febbraio (un mese ancora troppo freddo per uscire a fare quattro passi o per avviare per bene l’orto), ad impartare qualcosa di nuovo?
E così mi sono messo a guardarmi attorno – cercando qualcosa da fare che abbia costi di avvio minimi e una curva di apprendimento non troppo assassina.

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I guardiani del canone

Avete mai l’impressione che manchi qualcosa? Come quando c’è una parola che proprio non vi viene, ce l’avete sulla punta della lingua ma no, niente, e vi viene il dubbio che siano i primi sintomi dell’Alzheimer? Per me è statocosì nelle ultime settimane, dopo aver letto alcune interessanti discussioni su scrittura, pubblicazione, marketing, e alcune ipotesi abbastanza discutibili sul rapporto tra qualità della scrittura, narrativa di genere e intento autorale. C’era qualcoisa che mancava, in tutta la discussione, ma cosa?
L’illuminazione è venuta nelle prime ore di questo 15 Febbraio 2019, e così ho pensato di mettere giù io qualche idea. Non posso garantire che questo sarà un post coerente – il discorso è piuttostocomplicato.
Posso garantirvi però che sarà lungo. Consideratevi avvisati.

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Corsi e ricorsi

Mi capita spesso, su questo blog, di considerare come, avendo avuto la ventura di nascere nella seconda metà degli anni ‘60, io abbia avuto la fortuna di essere esposto a una quantità di stimoli che successivamente passarono di moda.
0000247221Io appartengo (certo non per merito, ma per mero accidente) alla generazione di quelli che volevano diventare astronauti, e gli astronauti li vedevano in televisione tutti i giorni e quindi sapevano che era possibile diventare astronauti, per l’orrore e la disperazione dei nostri genitori che sognavano per noi un lavoro vero.
Un posto in banca oppure alle poste. Magari in ferrovia.
Oppure il Sacro Graal della mia generazione: l’INPS!
Per i nostri genitori l’INPS era infinitamente più reale dello Skylab.

Io ritengo perciò di essere stato abbastanza fortunato.
Il segnale che la fortuna era finita arrivò con l’università, ma solo dopo. Continua a leggere


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Hobby: Flauti, frullatori e macchine per scrivere

Allora, questa è una cosa che andrà un po’ a zigzag e finirà col toccare un sacco di cose diverse, ma bene o male parte da quello che io e Fabrizio Borgio abbiamo fatto sabato, e di cui parleremo più estesamente in un altro post.
Ma da qualche parte bisogna partire, e quindi partiamo da qui – sabato io e Fabrizio ci siamo seduti ad un tavolo con due macchine per scrivere meccaniche, e abbiamo scritto due racconti di 11 pagine ciascuno.
Un esercizio divertente e istruttivo, al quale ha fatto seguito una bella chiacchierata con il pubblico.

E fra le cose che son venute fuori c’è statal’idea di imparare a riparare le macchine per scrivere. Che sarebbe un hobby interessante, potrebbe diventare un lavoro alternativo, ed è il genere di cosa che mi fa venire voglia di saperne di più.
Avevamo detto che si sarebbe parlato di hobby, giusto? Continua a leggere


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Tarocchi & Scrittura

piemontese-fool-modianoAbbiamo ritrovato due dei mazzi di tarocchi della collezione di nostro padre – incluso un bel mazzo, usatissimo, di Tarocchi Piemontesi. Quelli coi quali si giocava a tarocchi al bar.
Tutti gli altri? Scomparsi.
Come ho spiegato in un post qualche tempo fa, mio padre collezionava tarocchi da gioco, e considerava una specie di bestemmia i tarocchi da divinazione.
La diferenza fra i due tipi sta nel fatto che il tarocco da gioco, o tarocco tradizionale, ha “figurati” solo i trionfi (le 22 carte uniche, dal Matto al Mondo) e le cosiddette “carte di corte” per ciascun seme: fante, cavallo, regina e re. Il tarocco da divinazione ha tutte le carte illustrate, e l’illustrazione svolge una specifica funzione nell’impiego “esoterico”.
Abbiamo accennato come almeno una parte dei mazzi da divinazione ora in circolazione traccino la propria origine nei tarocchi Smith/Waite.

Ma non parliamo della collezione di mio padre – parliamo del mio hobby. Continua a leggere


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Hobby: perché bisogna pure mangiare…

Si era parlato di parlare di hobby, ma si è finiti a parlare (o a cominciare a parlare) di tempo e di denaro. Perché in fondo è quello che ci dicono dei nostri hobby, no?
Che sono uno spreco di tempo e di denaro.
Se lo fate per lavoro vi pagano, se lo fate per hobby siete voi a pagare.
Me è molto più complicato di così, e anche queste regole possono essere piegate e adattate. Perciò, cominciamo con un post su un hobby.

La premessa: l’idea, come ho spiegato in un post precedente, l’ho rubata (adattandola entro i limiti del possibile) a Scarlett Thomas, che ha scritto un libro in cui la protagonista decide di scrivere una serie di articoli dopo aver provato dipersona una serie di hobby. Ma poi forse non lo fa.
L’idea mi pareva ottima, ma giocando sul fatto che

Il ragazzo ha troppi interessi

Come dicevano i miei insegnanti, io di hobby in curriculum ne ho parecchi, alcuni che ho abbandonato, altri che pratico ancora. Per cui comincerò a scrivere di quelli.
Così, tanto per evitare il solito

Ecco, parla sempre solo di se stesso

Per cui si diceva, parliamo di un hobby. Continua a leggere


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Hobby: Come Trovare il Tempo (prima parte)

Si era detto di parlare di hobby, giusto?
Ma la questione era subito emersa – dove trovare il tempo?

E non è una domanda da poco, e non è un argomento marginale, perché il tempo È NECESSARIO trovarlo.
È una questione di sopravvivenza.
La gig economy da una parte1, e l’elevatissima connettività dall’altra rischiano seriamente di consumare le nostre ore di veglia.
Scrivere per pagare i conti (facciamo un caso autobiografico) significa per lo meno otto ore alla tastiera, tutti i giorni. Ike Asimov diceva che lui per non avere distrazioni abbassava le tapparelle e si convinceva che fuori infuriasse la tempesta – e in effetti, è quello che faccio io.
Il rischio serio è quello di alzarsi alla mattina, sedersi al computer, alzarsi dal computer e andare a dormire – e nel mezzo consumare qualcosa di orribile chiamandolo “pranzo” o “cena”, ma semnpre davanti al video.
Poi per distrarsi… Netflix. O Amazon Video.
O qualunque altro servizio online di streaming.

Screenshot from 2018-04-16 18-22-14

Ci sono due segnali, due campanelli d’allarme che ci avvisano che stiamo perdendo il controllo

  • Mangiamo alla scrivania
  • Non sappiamo più con precisione che giorno sia, perché in fondo non ha importanza.

Tocca correre ai ripari.
Perciò proviamo a fare un post su come trovare il tempo. Continua a leggere