Se vi trovate a passare per l’Astigianistan…
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Mettete un mattone nel vostro sciacquone

La Signora in verde ci segnala che si parlerà di ambiente. Se non vi interessa, nessuno vi obbliga a proseguire.
OK, 22 aprile 2011, Earth Day.
Concediamoci dieci minuti per essere assolutamente cinici – diciamoci che certe cose non servono a nulla, che è solo tempo sprecato, che tanto l’umanità fa schifo, ed è destinata ad estinguersi comunque, ecchissenefrega di tutto il resto.
Non vorremmo mai, vero, che i nostri amici, coi quali ci ritroviamo per parlare di sesso e pallone, potessero pensarree noi si sia dei mollaccioni che si occupano samentee de stronzate, no?
E poi cosa? Pacifisti, magari?
No, no, dai, dieci minuti per essere stronzi e fieri di esserlo.
Dieci minuti per tirare fuori il peggio – per dimostrare che davvero l’umanità fa schifo, cominciando noi per primi a fare la nostra parte.
Dieci minuti…
Fatto?
OK, adesso, per punizione, vi beccate un po’ delle mie chiacchiere sull’ambiente.
È il 22 aprile, è il Giorno della Terra.
Perciò io vi parlo di acqua.
Buttiamola in politica
Post assolutamente egocentrico ed autopromozionale, ma con una vaga tematica ambientale (per cui, ci mettiamo la signora in verde come è ormai nostra abitudine).
Il fatto è che ho trascorso la mattinata facendo qualcosa che – sulla base delle mie regole personali – non avrei dovuto fare: ho recuperato una manciata di libri dallo scaffale tecnico, e mi sono messo a buttar giù un’ipotesi di conferenza pubblica.
Senza avere un committente.
Non solo lavoro nel weekend, quindi, ma senza neanche una speranza di retribuzione.
Suicida.
Il fatto è che mio fratello – che vive molto più vicino alla civiltà del sottoscritto – mi ha ricordato che il 12 ed il 13 di giugno ci sarà il referendum sull’acqua.
E me lo ha ricordato notando che non è che se ne parli granché.
I più paiono disinformati, non sembrano proprio intenzionati ad informarsi, e volendo essere cattivi, se ne infischiano.
Ma come diceva il poeta
I see through the glasses of the drunken blind
a city were tragedy is an industry
but it’s food for a healthy mind
.. e perciò, perché non approfittare del vuoto, ed organizzarsi per riempirlo?
Un bel libro – gratis
Chi ancora dubitasse che regalare libri in formato elettronico fa vendere copie cartacee è invitatoa fare il seguente esperimento: andate su questa pagina di Amazon.com e scaricate una copia gratuita in .pdf di Water Run.
Sfogliatelo.
Leggetelo.
Se non vi verrà voglia di acquistarne una copia, consultate un medico – probabilmente siete morti.
Nella sua versione cartacea, Blue Planet Run: The Race to Provide Safe Drinking Water to the World è un massiccio volume fotografico di 240 pagine, curato da Rick Smolan – già di National Geographic – e Jennifer Erwitt.
Le fotografie sono incredibili.
I diagrammi belli avedersi, e molto chiari.
Ed i saggi di Diane Ackerman, Paul Hawken, Dean Kamen, Michael Malone, Bill McKibb, Jeffrey Rothfeder e Michael Specter sono agili, informativi.
L’introduzione è di Robert Redford.
Ma sono le foto, ad essere incredibili (l’ho già detto?)

Lo scopo del libro, così come della fondazione che lo ha prodotto. è sensbilizzare il pubblico rispetto ai problemi connessi col petrolio del ventunesimo secolo – l’acqua.
