Quando un malfunzionamento causa la distruzione della New Amsterdam, un vascello di terraformazione, all’ingresso del wormhole che la dovrebbe portare al sistema Cygnus, solo uno degli scienziati di bordo, la canadese Cordelia Kemp, sopravvive quasi per caso in una capsula di salvataggio. Sparata oltre i confini dello spazio esplorato, Delia atterra su un pianeta in orbita attorno a una stella doppia, sul quale nove anni terrestri di inverno glaciale si alternano a un solo anno di estate cocente. Per Delia il nome del gioco ora è sopravvivere, ammesso che abbia un senso…

L’inglese Eric Brown, classe 1960, è un eccellente mediano della fantascienza, che ha per antenati letterari autori come Poul Anderson o Harry Harrison. Scrive space opera con un occhio alle idee classiche del genere – pianeti alieni, strane civiltà, avventure e meraviglie – e un occhio a tematiche più moderne – l’ambiente, l’evoluzione, l’esplorazione scientifica. Il fatto che riesca a confezionare romanzi che si leggono in un amen senza tradire le due anime del genere è di per sé un fatto degno di nota. Il fatto che lo faccia mantenendo una scrittura elegante e riuscendo a tratteggiare dei personaggi credibili e dei mondi nei quali il lettore si trova immerso fin da pagina uno è ciò che lo rende qualcosa di più dell’escapismo che spesso viene associato al suo genere di elezione.
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