C’è stata un po’ di maretta, negli ultimi giorni, per ciò che riguarda i personaggi femminili.
Avete letto cosa è capitato a Joss Whedon, vero?
Ora, io ammetto che, probabilmente perché ho un po’ di personaggi femminili in catalogo, queste controversie mi mettono sempre un po’ di nervosismo addosso.
Il discorso è che a me dispiacerebbe molto offendere qualcuno inconsapevolmente.
Nulla mi urta di più che scoprire di aver offeso qualcuno senza volere.
Se ciò che scrivo deve risultare offensivo per qualcuno, voglio che sia consapevolmente offensivo. E se possibile voglio avere una idea chiara di chi sto offendendo, come lo sto offendendo e perché lo sto offendendo – non mi piace sparare nel mucchio.
Resta il problema che il genere – in tutti i media, dalla narrativa ai giochi – al momento sembra da una parte ossessionato dai personaggi femminili forti, e dall’altra pare avere delle idee abbastanza confuse su cosa costituisca questa presunta forza – e nel dubbio, scatta l’indignazione di questa o quella parte del pubblico.
Il risultato è che da una parte abbondano un po’ troppo spesso a che fare con quei personaggi che sono stati stenograficamente descritti come uomini con le tette, mentre dall’altra qualunque personaggio femminile proviamo a scrivere si presta a una critica che rischia (Whedon, ricordate?) di diventare molto complicata.
Come uscirne?
Bella domanda. Continua a leggere