Una top five anomala, per aprire questa settimana e segnalare che sta arrivando il periodo dei post disimpegnati delle vacanze.
Anomala, questa top five, perché vuole essere non solo un giochino, non vuole lanciare un meme, ma vuole essere di aiuto e supporto ai blogger, che troppo spesso sentono come un senso di vuoto, come se il vasto mondo là fuori non li considerasse.
Ecco quindi cinque modi in cui i blogger possono essere utili alle persone là fuori.
1 . Come cassa di risonanza – potete fornire esposizione a progetti ed eventi organizzati da altri, aiutarli a spargere la voce, ampliare il bacino di utenza dell’iniziativa, darle risalto, persino darle una certa dignità (“ne parlano anche alcuni blog…”)
In fondo non costa nulla, e se andrà bene gli organizzatori potranno far notare quanto anche la blogsfera abbia recepito l’importanza dell’evento.
Se dovesse andar male, naturalmente, sarà evidente che i blogger avrebbero potuto fare di più, ma non sono poi così affidabili.
D’altra parte si sa, giusto, che non sono affidabili?
2 . Come fonte di contenuti – perché la rete ha fame di contenuti, ma non solo: ci sono articoli, tesine, proposte da documentare.
Il semplice copia-incolla dal vostro blog può risparmiare ad una persona che non ha tempo per sciocchezze come bloggare, la fatica di doversi spremere le meningi o, peggio, documentarsi. Il vostro materiale potrà essere riciclato e spacciato come farina del sacco altrui – sempre meglio di Wikipedia, perché a copiare da Wikipedia si viene beccati in un attimo.
3 . Come passepartout – perché, per sconcertante che possa essere, presso certi ambienti il blogger ha una sua mistica, per cui presentarsi in compagnia dell’amico blogger che ha n-mila lettori al giorno potrebbe essere un buon modo, per alcuni, per arrembare contatti accademici, assessori, consiglieri, autori, editori, glitterati vari.
Non che il blogger serva a qualcosa, badate, ma averlo a portata di mano è un buon modo per aprire certe porte, per attaccare certi bottoni che altrimenti non si potrebbero attaccare.
Qualora andasse male, la figura dell’invadente la facciamo fare a lui.
Se invece andrà bene, poi il blogger lo si sgancia.
Non è un problema.
4 . Come fornitore di skill ad hoc – perché nessuno può sapere tutto, ma alla pari dei contenuti dei blog, le conoscenze dei blogger sono là fuori per essere usate, e sono gratuite; questa è gente che lo fa per passione (= NON PER SOLDI!) e quindi una mail ben studiata, che esponga il più chiaramente possibile il problema, probabilmente risulterà in una rapida spiegazione del problema stesso, un elenco delle possibili soluzioni e magari anche una webbografia.
La mail di risposta si chiuderà probabilmente con una frase del tipo “spero che queste info possano tornarti utili, nel caso fammi sapere se posso aiutarti ulteriormente.”
Che fresconi!
5 . Come antistress – perché è sempre possibile guardare al blogger e dirsi che, sì, ok, ma alla fine cosa ha concluso nella vita? Ha un blog, wow, sai che roba.
Un dilettante con manie di grandezza, uno che parla anziché fare, uno che non ha le qualifiche necessarie per farlo seriamente, uno che è meglio perderlo che trovarlo.
Non certo confrontabile con chi ha organizzato eventi ampiamente pubblicizzati, prodotto articoli dettagliati, incontrato gente, fatto cose…
Senza contare che poi, magari è una blogger, e allora sarà possibile infestare viscidissimi la sua area commenti, assumere toni di superiorità, tempestarla di profferte oscene, e in generale, titillarsi con la convinzione di essere dei meravigliosi maschi alpha che portano avanti la loro sofisticata opera di seduzione.
E poi, naturalmente, il bonus…
6 . Come fonte di legittima indignazione – ma questa forse non c’è bisogno che ve la spieghi, vero?
Visto?
Non è il caso di buttarsi giù, amici della blogsfera.
I nostri blog rendono migliore la vita di un sacco di persone.
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