strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Un’antologia indispensabile

In questi giorni tutti – ma dico tutti – vi hanno consigliato dei libri dell’orrore, delle storie di spettri, dei film di paura e quant’altro.
La maggior parte non sono stati neanche originali.
E allora proviamo ad andare controcorrente.

514cty2p6glWomen of Future Past è una raccolta di racconti di fantascienza scritti da donne.
Curato da Krisine Kathryn Rusch, è una sorta di breviario, una collezione di titoli eccellenti, di storie che è necessario leggere.

Un volume da acquistare in cartaceo, per sbatterlo sulla testa a quelli che dicono che la fantascienza non è una cosa da donne (no, davvero, ce ne sono un paio che ragionano ancora così.)
La raccolta include storie di Leigh Brackett, Lois McMaster Bujold, Pat Cadigan, CJ Cherryh, Zenna Henderson, Nancy Kress, Ursula K. Le Guin, Anne McCaffrey, C.L. Moore, Andre Norton, James Tiptree, Jr., e Connie Willis.
E ha una copertina splendida.

Naturalmente se siete appassionati, le storie nell’antologia le avete già lette tutte1, ma l’introduzione della Rusch da sola vale il prezzo del biglietto.


  1. o, in caso contrario, eccovi un’ottima occasione per porre rimedio alla vostra inammissibile ignoranza. 


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Il Grand Master a C.J. Cherryh

Cherryh-StokesCi sono autori dei quali abbiamo letto così tanti libri e racconti, e articoli, che paiono persone di famiglia.
Siamo cresciuti con loro.
È stato quindi con vero piacere che ho saputo,nei giorni passati, che C.J. Cherryh è stata insignita del Damon Knight Grand Master dalla Science Fiction Writers of America.
Ed era anche ora, come hanno osservato alcuni.

Fra gli autori ai quali era stato precedentemente assegnato il titolo, ricordiamo Gene Wolfe, Anne McCaffrey, Ursula K. LeGuin, Isaac Asimov, Ray Bradbury, Joe Haldeman, P.J. Farmer, Fritz Leiber, Michael Moorcock.
Un’ottima compagnia, insomma. Continua a leggere


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Ritorno a Kesrith

Uno dei progetti che mi sono inventato e messo in testa di portare avanti in questi mesi consiste nel riprendere i romanzi di C.J. Cherryh – rileggere quelli ai quali sono maggiormente affezionato, e recuperare quelli che nel corso degli anni mi sono perso1.

Della Cherryh ho già parlato in passato – autrice pluripremiata di fantascienza hard (ma anche di science fantasy e di fantasy), con una voce molto personale e distintiva ed uno stile asciutto che mi piace molto.

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In questi giorni, prima di addormentarmi, sto rileggendo la trilogia di Faded Sun probabilmente, con i romanzi di Morgaine, il lavoro della Cherryh al quale sono più legato.
Ne possiedo tre copie, in effetti.
Beh, quasi tre copie. Continua a leggere


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La fortuna del trafficante

283Alla fine degli anni ’70 C.J. Cherryh aveva intenzione di scrivere un romanzo imperniato su una vecchia nave spaziale, un mercantile sgangherato il cui unico passeggero (proprietario, armatore, capitano, equipaggio) tirava a campare in un universo colonizzato dal genere umano.
Una cosa semplice, un romanzo di fantascienza da 250 pagine, per i paperback della DAW.

La documentazione e il background per quel romanzo divennero Downbelow Station, il romanzo di 500 e rotte pagine che vinse il premio Hugo, del quale abbiamo già parlato, e che usci prima di quell’altro.

Quell’altro uscì due anni dopo, nel 1982 col titolo di Merchanter’s Luck, ed è stato una lettura divertente nella settimana di ferragosto. Continua a leggere


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Leggere o Rileggere? Questo è il problema.

L’idea è rubata dal blog della mia amica Chiara, che sta di là nel braccio femminile del Blocco C della blogsfera.

Leggere (e i libri nuovi sono una infinità, e sono tutti interessantissimi) o rileggere (e ci sono testi sui quali sarebbe bello tornare, per scoprire altre cose)?
Questo è il problema.

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E leviamoci subito dai piedi una questione antipatica: quei personaggi che si rileggono lo stesso libro ogni anno, da anni, mi danno i brividi.
Ho già parlato di quel mio collega che per vent’anni, alla domanda “cosa stai leggendo” rispose “Le Grandi Controversie della Geologia della Zanichelli”.
Sparava balle per darsi un tono con colleghi e docenti.
Ma mi dava i brividi ugualmente.

C’è così tanto da leggere, che rileggere deve essere una scelta ponderata – ore allocate ad un testo che già conosciamo, e sottratte alla scoperta, alla novità, all’eccitazione di qualcosa di nuovo e diverso.
Non sono scelte da fare a cuor leggero.

Detto ciò, ci sono dieci titoli che rileggerei, o vorrei rileggere, o ho riletto?

Vediamo… Continua a leggere


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Guerra nel sistema Tau Ceti

03409Possibile che fosse il 1982?
Sì, non c’è dubbio – lessi Downbelow Station, di C.J. Cherryh, che in italiano si intitola La Lega dei Mondi Oscuri*, nel 1982, o al limite nel 1983.
Era un grosso librone spesso, rilegato rigido di lusso, pubblicato da Libra.
Io di Libra mi fidavo – La Legione dello Spazio, di Jack Williamson, il primo libro di fantascienza che io avessi mai letto, era stato pubblicato da Libra**.

Il volume era nuovo di pacca, appena messo sugli scaffali – il romanzo aveva appena vinto lo Hugo Award, e Libra l’aveva pubblicato subito.

Mi piacque molto, pur trovandolo molto complicato.

Ora, lo sto rileggendo in inglese.
È un libro diverso.
Non meno complicato, ma diverso. Continua a leggere


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La Porta di Ivrel

phpThumb_generated_thumbnailjpgIl ventiduesimo volume della Fantacollana è La Porta di Ivrel, vale a dire Gate of Ivrel, di C.J. Cherryh, uscito negli USA nel 1976.
Si tratta del primo volume della serie di Morgaine, ed ha una bella copertina di Michael Whelan.

Di nuovo la Fantacollana presenta un romanzo che – se in superficie sembra un fantasy – in realtà è fantascienza.

Il protagonista Vanye y Chya è un uomo in fuga: caduto in disgrazia per aver accoppato uno dei suoi fratellastri ed averne storpiato un altro (si divertivano a tormentarlo chiamandolo vigliacco, ma un giorno lo hanno spaventato troppo), è ora preda libera, al di fuori del sistema dei clan che regolano la sua cultura.
Un incidente di caccia lo porta a liberare dal luogo in cui è imprigionata da secoli la strega Morgaine cri Chya – più volte maledetta ma detentrice di diritti equivalenti a quelli di un nobile; e la donna non esita ad arruolare a forza il guerriero sbandato a forza come guardia del corpo, coinvolgendolo nella sua missione di vendetta contro Thiye figlio di Thiye, signore del Cancello di Ivrel.

Ma la facenda è un po’ più complicata – Morgaine è l’ultimo sopravvissuto di una task force in cui scopo era quello di esplorare la rete di cancelli interdimensionali sparsi sui mondi da una misteriosa razza aliena. Lo missione della gente di Morgaine era sigillare i cancelli dopo averli attraversati, per impedire che l’abuso del sistema potesse causare lesioni allo spaziotempo.
Morgaine è l’ultima, ma è ben decisa a portare avanti la missione.
A qualunque costo.

Gate of Ivrel è il primo romanzo della Cherryh, e – per quanto siano evidenti i debiti con Andre Norton e con Michael Moorcock – mostra chiaramente i molti punti di forza dell’autrice.
La trama è intricata, la cultura aliena è tratteggiata con attenzione, i personaggi sono complicati.
Il linguaggio è molto asciutto, e se qua e là la Cherryh gioca a imitare le saghe celtiche, gran parte dell’azione è presentata in maniera piana e diretta.
Straordinario, poi, il rapporto frai due protagonisti, Vanye intrappolato nella sua forma mentis primitiva e perseguitato dal proprio duplice ruolo di bastardo e vigliacco, Morgaine ossessionata e ossessiva, non esageratamente sana di mente.
È nel costruire il rapporto fra i due personaggi che la Cherryh si dimostra un’autrice particolarmente matura e moderna – riuscendo a non deragliare nel polpettone romantico adolescenziale, costruendo due persone che si comportano come adulti credibili, per quanto adulti fratturati e stanchi.
La relazione fra Morgaine e Vanye evolverà ulteriormente nei volumi successivi, senza mai adagiarsi su qualcosa di semplicistico, di stucchevole o di consolatorio.
I romanzi si leggono con piacere anche solo per quello.

CherryhGateIvrelCoverE poi c’è The Changeling – La Scambiata, nella traduzione italiana: se c’è qualcosa che si impara alla svelta leggendo fantasy, è che se un’arma ha un nome, marca male.
E The Changeling è una delle peggiori – sembra una spada ma è una singolarità racchiusa in un campo di forza.
La Scambiata esiste al solo scopo di distruggere l’ultimo cancello interdimensionale – ma nel frattempo, non esita a risucchiare altrove i propri nemici, e a minare la salute di chi la impugna.

Il ciclo di Morgaine – che per qualche misterioso motivo nelle quarte di copertina nazionali divenne una “regina” – è composto di quattro titoli, solo tre dei quali tradotti nella Fantacollana.
E resta a distanza di trentacinque anni una lettura eccellente e vivamente consigliata a… bah, a un sacco di persone.

Sciocco dettaglio personale – in effetti uno dei primi libri della Fantacollana che mi capitò di leggere, ed un bel salto, dopo Conan e gli eroi poco eroici di Sprague de Camp.
C.J. Cherryh è tutt’ora una dele mie autrici preferite, e ricordo con estremo piacere la tetralogia di Morgaine, nonostante siano passati decenni da che l’ho letta.
Riguardo al giocare dell’autrice col linguaggio pseudo-fantasy, ricordo un’amica che, al liceo, abbandonò la lettura a pagina 2, sconvolta dall’incipit in falso linguaggio medievale del prologo.