strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Tre libri, forse quattro

Un paio di sere or sono mi hanno rivolto una di quelle domande ipotetiche e sostanzialmente inutili che servono a far partire delle discussioni che si protraggono a lungo nel cuore della notte. La domanda in questo caso specifico era

Supponiamo che tu debba andare a parlare a una terza superiore, a dei sedicenni, e che tu gli debba presentare un solo libro, un volume di narrativa che secondo te è fondamentale che leggano. Cosa gli consiglieresti?

Ed è venuto fuori naturalmente che io di libri gliene consiglierei tre, forse quattro, magari anche cinque. Ed è stato interessante sentire opinioni alternative e suggerimenti incrociati.
Non so se mai avrò l’occasione di fare una presentazione del genere – ne dubito profondamente, ma credo sarebbe divertente. Per intanto, infliggo le mie opinioni non richieste a voi.

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Dove vivono i dinosauri

Alcune settimane addietro, in occasione di un evento pubblico su dinosauri e fantascienza in cui a parlare di dinosauri e fantascienza serabbe stato uno psicologo, mi è stato fatto notare che è maledettamente difficile trovare un paleontologo, di questi tempi, figuriamoci poi un paleontologo che si occupi di fantascienza.
E vi dirò, fa una certa impressione scoprirsi improvvisamente merce rara.

Ora, naturalmente, la cosa divertente è che la faccenda dei dinosauri e la fantascienza è accaduta proprio mentre stavo revisionando The House of the Gods, che sarebbe il mio romanzo su un mondo perduto nella Foresta Amazonica.
Un romanzo di azione e avventura con i dinosauri.
E sì, fantascienza, perché a questa etichetta ci tengo.

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E poiché agli eventi non mi ci chiamano, perché non infliggere a voi un po’ di chiacchiere su dinosauri, fantascienza e come ho lavorato per costruire il mio personale mondo perduto?
Sono merce rara, ma mi si può avere, anche a buon mercato. Continua a leggere


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Il quarto di quattro – ucronia dieselpunk cospirativa!

Da sempre l’Arcanum si batte per difendere l’umanità dalle forze del male.
Spettri, mostri, strane creature.
Ma ormai siamo nel ventesimo secolo, e non c’è più posto per questo genere di cose.
L’Arcanum è stato sbandato, i suoi archivi chiusi.
Ma ora, nell’ombra lunga della Grande Guerra, qualcosa è cambiato, qualcosa di oscuro si muove pronto a colpire.
E solo gli ultimi quattro agenti dell’Arcanum possono affrontare l’orrore.
Arthur Conan Doyle, genio analitico, l’uomo che è Sherlock Holmes.
Harry Houdini, specializzato nello smascherare falsi fenomeni paranormali, ed artista della fuga.
Marie Laveau, la regina del voodoo di New Orleans.
E il giovane Howard Phillips Lovecraft, esperto conoscitore dell’occulto.
Loro sono l’ultima linea di difesa.

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Non esattamente Topolino…

Giorni lieti per la criptozoologia.
Dopo l’abbattimento del Chupacabras, un’altra notizia ci giunge attraverso la BBC – mica Voyager! – per fare la felicità dei criptozoologi: una spedizione in Nuova Guinea a scoperto una sacca di animali mai precedentemente descritti dai naturalisti.

Il “Mondo Perduto” – termine coniato da Conan Doyle e passato dalla fantascienza alla paleontologia ed alla zoologia – della Nuova Guinea è popolato di strani uccelli, da marsupiali nani e soprattutto da un’affare chiamato Ratto Gigante Mallomys, che pesa qualcosa come un chilo e mezzo e ha le proporzioni fisiche del caso.

Che la creatura sia in qualche modo imparentata col Ratto Gigante di Sumatra menzionato dal dottor Watson fra i casi non pubblicati del grande Sherlock Holmes?
O è forse – orrore – più vicino al Sumatran Monkey-Rat inventato anni addietro dal regista Peter Jackson?

Per il momento le coordinate della località non sono state divulgate divulgate per ovi motivi.

Il Mondo Perduto della Nuova Guinea si è anche rivelato un’isola di salvezza per specie considerate estinte – come ad esempio l’Uccello del Paradiso di Berlepsch.

Il ventesimo secolo si è crogiolato nei suoi ultimi anni nella convinzione che ormai tutto il globo fosse cartografato, catalogato e “ufficialmente scoperto”, ma a quanto pare non è così: le aree inesplorate sulla mappa sono ancora moltissime – semplicemente, sono diventate molto piccole o maledettamente difficili da raggiungere.