Essendo oggi la Giornata Internazionale del Libro, mi pare il caso di fare un post con un link alla mia pagina autore su Amazon.
Perché così,magari a qualcuno viene voglia di leggere qualcosa.
E per non avere un post troppo spoglio, ci mettiamo anche una galleria di tutte le mie copertine (o buona parte di esse).
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Nuove facce per una vecchia canzone
Dicono che le copertine non abbiano importanza.
Ed esiste, innegabile, una certa forma di imbarazzo, da parte degli appassionati di letteratura fantastica – specie quelli un po’ attempati – riguardo alle “tipiche” copertine del genere.
Frank Frazetta è stato un grande artista, ma ora i suoi barbari nerboruti e le sue donnine discinte mettono in difficoltà una quantità di lettori che si vergognano a morte e temono l’idea di essere considerati politicamente scorretti.
E d’altra parte, le copertine vendono i libri – si tratta del primo impatto, di ciò che attira il nostro occhio, ciò che ci fa prendere il libro dallo scaffale e ci spinge a girarlo, per leggere la quarta di copertina.
Risqué & Retrò
La foto che vedete qui a sinistra è una cartolina osé risalente agli inizi del secolo scorso.
Con una piccola aggiunta estempporanea per salvaguardare la decenza.
Che è poi il tema di questo post.
Posto questa cartolina della dea Iside nella libera interpretazione di un fotografo belle epoque, qui non tanto per titillare le fantasie dei miei lettori, quanto perché questa immagine è stata al centro di una interessante serie di indagini, ieri sera.
Al momento alcuni beta reader hanno fra le mani la prima revisione di quella che credo sarà la mia prossima storia author-published.
E mentre i beta reader leggono, annotando inconsistenze, segnalando cadute di ritmo e in generale sopportando il peggio affinché i lettori finali possano godere del meglio, io mi sono trovato a discutere con l’amico Giordano Effrodini, grafico e copertinista di lusso rinchiuso qui nel Blocco C, di come potrebbe essere la copertina per quel futuro ebook.
Abbiamo cercato elementi, discusso temi, e la foto qui di fianco è venuta alla luce, complice un sito di stock images, in tutto il suo splendore risqué e retrò– ed è esattamente ciò che desideravamo.
Peccato che l’immagine in questione ci causi due sostanziali problemi – il primo, è con Facebook, ed il secondo, assolutamente identico, è con Amazon.
Sì, si tratta dei seni esposti.
Che non sono accettabili – se volessimo usare la signorina per la nostra copertina, dovremmo piazzare tatticamente il titolo, o il nome dell’autore, in modo da nascondere certi dettagli.
Altrimenti, niente pubblicazione via KDP, e se anche KDP fosse misericordioso, di sicuro niente pubblicità al volume su Facebook.
La morte del mio ebook.
Triste.
Ma fortunatamente facile da evitare – si pensa ad una differente copertina.
E in fondo è comprensibile – Amazon deve rispettare le regolamentazioni di TUTTI i paesi nei quali rende disponibile la propria mercanzia, e questo significa doversi conformare a standard che a noi possono sembrare men che illuminati.
Ci sono posti in cui un seno nudo, in una foto dei tempi dei nostri nonni, è considerata pornografia.
Senza contare le differenti sensibilità dei diversi utenti.
E naturalmente Amazon non vuole incappare né in una protesta da parte di qualche indignato utente, né finire nei filtri dei vari Net Nanny e altri software di protezioni delle categorie di surfisti più deboli.
È quindi più discrezione che censura – cerchiamo insomma di non offendere nessuno.
Non è il caso insomma di scandalizzarsi – sarebbe curioso scandalizzarsi perché qualcuno potrebbe scandalizzarsi, e per evitare che si scandalizzi… ouch!
Eppure a me questa foto piace molto*, ed è un peccato non poterla usare sul mio prossimo libro, perché è praticamente perfetta**.
È anche per questo che ho deciso di postarla qui.
Modificata, in maniera che non mi causi problemi con WordPress.
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* No, non solo perché Iside è in topless. Ha una sua classe.
* *Sì, questo è generare interesse “a secco” per il prossimo progetto – un mopdo insomma per usare la copertina che non posso usare proprio per ciò che intendevo usarla: destare interesse da parte dei potenziali lettori. Diabolico, eh?
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Idea Regalo d’Emergenza
Questo è un doppio post.
È in parte lifestyle blogging, in parte top five.
Natale incombe – tempo di regali.
Crisi, depressione globale, pochi soldi.
E poche ore a disposizione.
Come sistemare un paio di regali inevitabili senza spendere un capitale e facendo anche una discreta figura?
Beh, un sistema divertente per fare qualcosa di diverso restando con un po’ di fortuna sotto i 10 euro è quello di buttarla sui vinili usati.
Dischi.
LP.
Ci sono ormai un sacco di posti che vendono vecchi vinili (penso a Materiali Resistenti a Torino… ma ce ne sono tanti altri).
Ora, uno dei problemi del regalare vecchi vinili è che di solito la persona a cui vogliamo regalare quel vecchio disco, se è in grado di apprezzarlo, ce l’ha già.
E doppio – anche in CD.
E in digitale sul lettore mp3.
Ma allora, proviamo a pensare in maniera tetradimensionale – noi non sioamo di quei vecchi idioti che stanno a disquisire per ore su se sia meglio l’analogico o il digitale.
Noi lo sappiamo cosa aveva di superiore ed inarrivabile il vinile rispetto a CD e MP3 – la copertina.
Quindi, regalo da fare?
Si sceglie un bel vinile con una bella copertina, elo si incornicia.
Bello liscio.
Ora, possiamo scegliere il disco sulla base di diversi parametri…
. magari è il disco preferito del nostro destinatario
. o ha semplicemente una copertina fantastica, che sappiamo che gli piacerà*
Di solito, per gli indecisi, i Pink Floyd vanno con tutto.
Notate che il disco non deve essere in buone condizioni – basta che lo sia la copertina!
E non deve essere neanche il disco migliore di quel gruppo o artista o compositore.
È sufficiente che sia la copertina migliore – la più spettacolare, la più gradevole.
Serve poi una semplice cornice a giorno, meglio se col plexiglass che col vetro**.
Fatto.
Le copertine doppie ad album, naturalmente, sono le migliori.
Detto ciò, io, per dire, quali copertine mi appenederei alla parete…? Continua a leggere
Vale di più una figura…
… che cento parole, giusto?
E allora facciamo un gioco…
Ma prima un po’ di storia.
Ad Albuquerque, Nuovo Messico, molti anni or sono, venne giocata una lunga, complicata campagna ad un gioco di ruolo.
Il sistema di gioco si chiamava Superworld, ed ormai ce lo ricordiamo in pochi.
La campagna – supereroi in un mondo alternativo e ucronico.
Il master di quella lunga campagna si chiamava George R.R. Martin, e scriveva fantascienza.
Gli venne allora in mente di mettere per iscritto quelle avventure – non è capitato a tutti i giocatori di ruolo? – e coinvolse un po’ dei suoi amici e dei suoi giocatori.
Roger Zelazny, Walter Jon Williams, Chris Claremont, Pat Cadigan…
La serie che ne venne fuori si intitolava, e si intitola, Wild Cards, ed è una pietra miliare della narrativa di gruppo, uno shared universe.
Al momento pare che Martin stia mettendo insieme il ventiduesimo volume della serie.
Ed è qui, ragazzi e ragazze, che veniamo al nostro piccolo gioco.
Il gioco si intitola “Trova le differenze”, è un classico dell’enigmistica, e consiste nel mettere a confronto due figure per cercarne le differenze, in questo caso la copertina del primo volume della serie Wild Cards, edizione corrente americana, e la copertina della edizione italiana di quello stesso volume – che Rizzoli ha avuto la bontà di tradurre con soli 25 anni di ritardo.
La discussione dei risultati è aperta nei commenti.
Pronti?
Ecco le immagini…
Il libro o la copertina?
Interessante post – come al solito, sul blog di Seth Godin.
E la domanda fondamentale è…
Is the purpose of the cover to sell books, to accurately describe what’s in the book, or to tee up the reader so the book has maximum impact?
Date voi la risposta (magari nei commenti qui sotto) e poi controllate la risposta di Godin.
Di copertine ne parliamo spesso.
Giudicare il libro dalla copertina è sinonimo di assoluta superficialità:
Eppure gli editori spendono fior di quattrini per creare le copertine (talvolta), e le librerie espongono sugli scaffali le copertine, non la prima pagina del primo capitolo.
Nessuno ammette di giudicare i libri sulla base delle copertine.
Tutti mentono.
Per chi volesse rifarsi gli occhi consiglio The Book Cover Archive.
Powered by ScribeFire.
Fermiamoci alla copertina
Tre interessanti blog soffiati da una segnalazione alla community della Tor Books.
Il Book Covers Blog è fatto esattamente di ciò che dice il titolo – copertine di libri, a dozzine. Nuove, datate, belle, orribili.
Una galleria d’arte fatta solo di copertine, con commenti, osservazioni, idee.
The Book Design Review è più verboso, e analizza e recensisce le copertine dei libri (non i libri, badate bene, le copertine), e talvolta la grafica interna. Grazie ad una valida etichettatura dei post, è possibile sfogliare le recensioni passate per temi e generi.
Con … by Henry Sene Yee Design arriviamo ad un altro aspetto della faccenda copertine, col blog di un designer che, oltre a mostrare la propria opera, ne discute lo sviluppo, le fasi creative, le possibili varianti prese in considerazioni e scartate.
Il mio amico Dalmazio Frau ha spesso lamentato l’assenza della figura del direttore artistico all’interno della maggior parte delle case editrici (e di infinite altre realtà).
Siamo assediati da copertine brutte, slegate dal contenuto del libro su cui sono spiaccicate, tutte uguali.
Geishe su libri ambientati in Cina, draghi su libri di fantascienza.
Sembra si faccia fatica a capire che la copertina non è un extra messo lì per evitare che si lascino ditate di unto sulla prima pagina e sull’ultima, ma una parte integrante del romanzo o del saggio che stiamo leggendo.
I tre blog qui sopra dimostrano quanto la copertina sia una cosa seria, e potrebbero aiutare quei volenterosi che, scritto un romanzo, abbiano deciso di auto-pubblicarlo attraverso un print-on-demand, fornendo una infinità di esempi e delle chiare linee guida sul perché una certa immagine funzioni – o non funzioni.