Oggi, un breve cartone animato uscito un paio d’anni or sono.
È in inglese, ma cercando in giro lo troverete anche sottotitolato.
Ed è interessante.
Archivi tag: cospirazione
Il quarto di quattro – ucronia dieselpunk cospirativa!
Da sempre l’Arcanum si batte per difendere l’umanità dalle forze del male.
Spettri, mostri, strane creature.
Ma ormai siamo nel ventesimo secolo, e non c’è più posto per questo genere di cose.
L’Arcanum è stato sbandato, i suoi archivi chiusi.
Ma ora, nell’ombra lunga della Grande Guerra, qualcosa è cambiato, qualcosa di oscuro si muove pronto a colpire.
E solo gli ultimi quattro agenti dell’Arcanum possono affrontare l’orrore.
Arthur Conan Doyle, genio analitico, l’uomo che è Sherlock Holmes.
Harry Houdini, specializzato nello smascherare falsi fenomeni paranormali, ed artista della fuga.
Marie Laveau, la regina del voodoo di New Orleans.
E il giovane Howard Phillips Lovecraft, esperto conoscitore dell’occulto.
Loro sono l’ultima linea di difesa.
Alla deriva fra la Terra e la Luna
Dato he 24 ore evidentemente cominciano a starmi larghe, in queste settimane sto facendo un po’ di ricerca, nel weekend, riguardo all’Apollo 17.
L’unica missione Apollo decollata di notte.
Con mio fratello pianifichiamo la pubblicazione di uno scenario per GDR di taglio cospirativo, da distribuire in inglese, system free, tramide RPGDriveThru.
Contiamo di avere il prodotto finito per il periodo natalizio.
Titolo di lavorazione, Rocket Man.
The Mana Brothers ride again, come si suol dire.
E così, vai di ricerche su Gene Cernan (del quale sono dichiaratamente un fan da tempi non sospetti) e la sua ciurma.
Fatti e fattoidi sull’ultimo uomo sulla luna, sull’uomo più veloce della Luna (ed uno dei tre esseri umani più veloci della storia), sulle strane connessioni con l’Uomo da Sei Milioni di Dollari, col primo (e credo unico) caso di contrabbando spaziale, con Indiana Jones, con Apollo 13 e chi più ne ha più ne metta.
Come sempre, la storia supera di gran lunga la fantasia…
(hmmm… potrei farci un agile volumetto, in parallelo…)
Il che mi porta a scoprire una strana leggenda metropolitana…
Dicono che i ragazzi dell’Apollo 17 trovarono il cadavere di un astronauta alla deriva fra la Terra e la Luna.
Freeman
Citazione di Freeman Dyson, dal suo To Teach or Not to Teach, del 1990.
“E così accadde che io appartenessi ad una piccola minoranza di ragazzi che erano carenti in termini di forza e di capacità atletiche, interessati in altre cose oltre al calcio, e schiacciati fra le oppressioni gemelle della frusta e della carta vetrata. Odiavamo il preside con la sua grammatica latina e odiavamo ancora di più i ragazzi con le loro teste vuote piene di palloni. Perciò cosa avrebbe potuto fare la nostra povera minoranza di intellettuali, più tardi noti in un altro paese come nerds, per difenderci? Trovammo rifugio in un territorio che era ugualmente inaccessibile al nostro preside ossessionato dal latino ed ai nostri compagni di classe ossessionati dal calcio. Trovammo il nostro rifugio nella scienza. Senza alcun aiuto da parte delle autorità scolastiche, fondammo un circolo della scienza. Come ogni minoranza oppressa, mantenemmo un basso profilo. I nostri incontri si tenevano a bassa voce e senza attirare l’attenzione. Tutto ciò che potevamo fare era scambiarci libri e spiegarci a vicenda ciò che non capivamo. Ma imparammo un sacco dicose. Soprattutto, imparammo quelle lezioni che non possono essere insegnate in corsi di formazione formali; imparammo che la scienza è una cospirazione di cervelli contro l’ignoranza, che la scienza è la vendetta delle vittime sugli oppressori, che la scienza è un territorio di libertà e amicizia in mezzo all’odio e alla tirannia.”
Amen.

Powered by ScribeFire.
Tutto quello che sai è falso
È cominciato con due mentecatti per radio.
E con l’insopportabile teoria – che ho sentito sostenere da persone educate e niente affatto stupide – secondo la quale gli americani (e quindi gli esseri umani) non sarebbero mai arrivati sulla Luna.
Il fatto che un simile concetto – un simile meme – venga veicolato in heavy rotation attraverso due canali televisivi, oltre che in frequenti passaggi radiofonici, mi inquieta, mi offende e mi irrita.
Ci faccio un post.
Da cui, la domanda di Maria Grazia
perché la tesi del complotto ti è così invisa? Di esserci andati sulla Luna, ci siamo andati lo stesso. Magari un po’ più tardi…
Ok, pork chop express, ladies and gentlemen…
In prima battuta, la tesi mi è profondamente invisa perché si tratta di una tesi che nega le potenzialità umane.
Svuotati del loro significato politico, i programmi spaziali degli anni ’60 e ’70 rappresentano una delle maggiori imprese compiute dall’uomo.
Guardando la fotografia di Buzz Aldrin nel deserto grigio della superficie lunare dobbiamo ricordarci che
- nessun uomo era mai giunto più lontano
- nessun uomo era mai giunto lì prima (beh, ok, Neil Armstrong)
- quella fotografia è scattata su un altro mondo
- e Buzz Aldrin è arrivato su quel mondo su una specie di lavatrice
Si tratta della dimostrazione non solo della potenza dell’ingegno umano, ma anche della perseveranza e del coraggio (ci vuole coraggio per entrare in una capsula Apollo, ed una cieca fiducia nella tecnologia) che ci hanno portati dalle savane dell’Africa fin qui – e che ci auguriamo ci portino oltre.
Ridurre il tutto ad un “ha-ha, manica di gonzi, l’hanno girato ad Hollywood!” è avvilente.
È in fondo una eredità di quella forma mentis che ci vuole piccoli e incapaci in balia di divinità onnipotenti e capricciose.
Rimpiazziamo Zeus con un produttore hollywoodiano, con una classe politica manipolatrice e disonesta, con vasti e incomprensibili interessi economici, ma in sostanza non stiamo facendo una critica alla politica o alla società della comunicazione, o dell’economia rampante – diciamo semplicemente che, essendo l’uomo privo della stoffa giusta, ha preferito mentire e millantare successi mai ottenuti che non darsi da fare per ottenerli sul serio.
Ammettiamo la nostra impotenza.
Meglio lasciar fare a loro.
È come sostenere che Shakespeare fosse in realtà sette persone diverse.
Ci sono fior di testi a riguardo, si fanno congressi.
Ed è semplicemente un modo per ribadire la piccolezza e la pochezza dell’essere umano.
Un sol uomo non può creare tanti capolavori – dovevano essere un comitato (un comitato composto fra gli altri da Roger Bacon, Christopher Marlowe e dalla Regina Elisabetta Prima).
Qualsiasi cosa pur di negare il potenziale umano.
Questo, a livello emotivo.
Poi c’è il fatto che, da scienziato, io servo la Verità (fatemi causa).
E la Verità è una padrona inflessibile.
E se qualcuno nega i fatti, io mi indigno.
Che si tratti dell’allunaggio dell’Apollo 11.
Dell’identità di Shakespeare.
O della Shoah.
In fondo, Maria Grazia, se qualcuno ti chiedesse
perché la tesi del complotto ti è così invisa? Di averne sterminati, di Ebrei, i nazisti ne hanno sterminati certamente. Magari solo qualche migliaio e non sei milioni…
Come ti sentiresti?
E c’è chi lo dice.
Pubblicamente.
Parla di fotomontaggi.
Di Hollywood.
Di complotto.
Chissà perché discettare della veridicità del progetto Apollo fa molto X-Files-chic mentre dubitare della Shoah si chiama Negazionismo ed è proprio sconsigliato, salvo all’interno di certi circoli?
Chissà perché i due derelitti non hanno fatto una canzonetta negando la veridicità dell’Olocausto?
Anche quella, come l’allunaggio Apollo o l’identità di Shakespeare, viene messa in dubbio da un sacco di gente, dopotutto.
Però ho come l’impressione che i passaggi televisivi della coppia, a quel punto, non sarebbero stati su MTv.
E ora potreste dirmi che la Shoah è più importante, nel corso degli umani eventi, dell’allunaggio delle missioni Apollo.
Io non credo.
Eventi non confrontabili, certo.
Ma di uguale magnitudine e importanza storica, indubbiamente – uno la dimostrazione del potenziale umano in positivo, l’altra la dimostrazione di quello stesso potenziale in negativo.
E per finire, c’è il problema ontologico insito in tutte le teorie della cospirazione.
Come ha spiegato dettagliatamente Edward Feser in un recente lungo articolo, sottoscrivere un modello cospiratorio comporta sottoscrivere una teoria della conoscenza per la quale, in ultima analisi, la realtà nella sua totalità è assolutamente inconoscibile.
Un bell’esperimento mentale, ma un modello suicida per rapportarsi con la vita di tutti i giorni.
The difference here is sometimes described as a difference between “local” doubt and “global” doubt. Local doubts arise on the basis of other beliefs taken to be secure. You know that you are nearsighted or that your glasses are dirty, so you doubt whether you really saw your cousin. Global doubts have a tendency to undermine all beliefs, or at least all beliefs within a certain domain. You know that your senses have sometimes deceived you about some things, and being a philosopher you start to wonder whether they are always deceiving you about everything.
Nel momento in cui comincio a dubitare della veridicità di fotografie e filmati della missione Apollo, perché non dubitare anche della veridicità di tutto il resto?
Cos’altro è stato girato a Hollywood?
Quale altro personaggio storico non è mai esistito?
La Storia è forse cava? Tutto il quindicesimo secolo se lo sono inventato i gesuiti?
Notice that unlike local doubt, global doubt tends to undermine even the evidence that led to the doubt in the first place. Doubting that you really saw your cousin doesn’t lead you to think that your belief that you are nearsighted or that your glasses are dirty might also be false. But suppose your belief that you sometimes have been fooled by visual illusions leads you to doubt your senses in general. You came to believe that your perceptual experience of a bent stick in the water was illusory because you also believed that your experience of seeing the stick as straight when removed from the water was not illusory. But you end up with the view that maybe that experience, and all experience, is illusory after all.
Un vicolo cieco concettuale.
O, se preferite, una porta aperta a forme di pensiero non scientifico.
Torniamo all’arbitrarietà della Natura, agli dei capricciosi, all’assenza di regole comprensibili.
Una realtà da subire e non da comprendere, perché manchiamno degli strumenti adeguati – tutti ci pigliano per fessi, e ci riescono.
È un tornare ad essere vestiti di pelli non conciate, accoccolati attorno al fuoco, terrorizzati non da ciò che è là fuori, ma da ciò che potrebbe esserci.
Avere paura di ciò che potrebbe essere significa essere molto lontani dalla libertà.

L’Enciclopedia Finale
No, non parliamo di Gordon R. Dickson – anche se…
Piuttosto, se degli spettri aleggiano su questo post, sono quelli della buonanima di George Orwell, Buckminster Fuller e Joseph Goebbels.
Non necessariamente inquell’ordine.
L’ho scoperto ieri, chiacchierando con un’amica per telefono.
Si chiama OVO, ed è destinato a cambiarci la vita.
Stando ad un dettagliato articolo recentemente comparso su l’Espresso, OVO è, in prima battuta…
una srl partecipata al 47 per cento da Trefinace, una società lussemburghese che fa capo alla Fininvest
Fin qui, nulla di male.
Lo scopo di OVO è quello di creare l’OVOpedia, una colossale enciclopedia multimediale che in accattivanti videoclip da tre minuti fornirà tutto lo scibile universale agli insipienti.
Il Rinascimento?
Zac!, tre minuti.
Leonardo da Vinci?
Zac!, tre minuti.
I Beatles?
Zac!, tre minuti.
L’Impero Romano da Cesare Augusto al sacco di Roma?
Zac!, tre minuti.
La fisica delle particelle?
Zac!, tre minuti.
Con belle immagini, una bella musichina, ed una presentazione giovane.
Perché sono ben noti due fatti
. primo, l’Italia è un paese colossalmente ignorante
. secondo, l’intervallo di attenzione media del pubblico della MTv generation difficilmente supera i cinque minuti.
Ed il riferimento alla MTv generation non è gratuito.
L’idea di tutto questa faccenda l’ha avuta infatti (citiamo ancora dall’Espresso)
un ragazzo simpatico e carino di 35 anni: l’ex vj Andrea Pezzi che presiede la società e la controlla al 53 per cento attraverso Nova Fronda, un’altra srl il cui nome si richiama direttamente al singolare credo psico-filosofico di Antonio Meneghetti, un ex frate francescano dal burrascoso passato giudiziario che negli anni ’70 ha fondato l’ontopsicologia, una disciplina che ha come scopo la “formazione del leader, inteso come intuizione attiva di soluzioni per il collettivo”
E qui tocca fidarsi de L’Espressoperché non esistono voci su Wikipedia – né in italiano né in inglese – a riguardo – fatto di per sé già sospetto in quest’epoca di cultura digitale alla velocità del pensiero.
Pezzi fu già responsabile dell’orrido Tornasole, su RaiDue, alcuni anni or sono.
Stando ad un blog connesso a La Stampa
Nel suo scritto “Onto Arte” Meneghetti dichiara: “Io cerco di mettere l’uomo in una posizione tale da non avere la necessità di salvarsi, gli offro il piedistallo della divinità.”
E vai così.
Il risultato di questo strano pasticcio è una “enciclopedia” che definisce Hitler “un personaggio controverso” – alla pari di Stalin.
Straordinario oratore il primo, dotato di grande forza d’animo il secondo.
Ancora dal blog su La Stampa
Poiché la riscrittura è centrata sulla volontà dei grandi uomini (la “volontà” è il motivo conduttore dell’opera), Hitler viene descritto come un leader con un grandissimo carisma personale e straordinarie qualità di oratore che si sarebbe ispirato addirittura alle teorie del Dalai Lama. In poche parole, un vero pacifista. Non si fa cenno alle persecuzioni razziali, limitandosi a dire che Hitler ha salvato la Germania da un complotto di ebrei e comunisti. Quanto a Stalin, anche nel suo caso viene messa in risalto la “forza d’animo”. Sì, ha fatto fuori qualcuno, ma solamente per “mantenere l’ordine” e la clip si conclude con queste parole: ”Figura controversa del Novecento, l’uomo d’acciaio lascia dietro di sé un impero.”
Orwell, primo dei tre spettri evocati in testa al post, immaginò un futuro nel quale una parte del governo era impegnata nell’attiva riscrittura della storia.
Difficilmente avrbbe immaginato che l’operazione venisse condotta da un’azienda, ma bisogna capirlo, scriveva in un’altra epoca.
Asimov (che così riesce ad intromettersi anche inquesta) demolì a suo tempo la visione del futuro proposta da Orwell, osservando come in fondo non sia mai stato necessario ai regimi (come quelli di Hitler e Stalin, ad esempio) riscrivere la storia – basta mentire, e la popolazione ci crederà, eprovvederà successivamente a scrivere la storia di proprio pugno, opportunamente alterata.
Che è poi ciò che sosteneva Goebbels, e che a modo suo sostiene Meneghetti…
la realtà è come una partita di scacchi, in cui il vicitore fa le leggi, scrive la storia e definisce la morale
Uno che avrebbe capito, e bene, come l’attività di un’azienda possa alterare radicalmente ilcorso di una civiltà è Buckminster Fuller, poliedrico inventore-imprenditore del secolo scorso.
Lui, però, per educare i giovani disabituati alla lettura dei libri ed all’approfondimento in classe, inventò il Gioco del Mondo, nel quale i ragazzi erano stimolati a simulare situazioni politiche e sociali globali ed a risolverle applicando modelli storici ed economici, previsioni sullo sviluppo scientifico e articolati dibattiti.
Povero Bucky Fuller, oggi non si usa più.
Bastano tre minuti ed un videoclip colorato per spiegarti in tre minuti tutta l’anatomia umana.
L’Ovopedia sarà distribuita on-line e su Sky, ma si parla anche di accordi con Vodaphone.
Intanto, la Gelmini taglia…
Ma noi alle cospirazioni non ci crediamo.