Arriva settembre, si torna a lucidare il curriculum.
Ormai questi post sono diventati una specie di tradizione.
I post da un anno all’altro si contraddicono, ma sapete come capita – esiste più di un modo per spellare un coniglio.
Negli ultimi tempi ho scoperto una nuova meraviglia – il CV Funzionale.
Che poi sarebbe il CV di una pagina, quello che se non l’avete con voi sarebbe stato proprio quello che serviva, se lo presentate peccato, perché volevano il CV Europeo.
Ma non abbandoniamoci al cinismo.
Cos’è un CV funzionale?
Io l’ho scoperto attraverso un interessante e ponderoso manuale intitolato Zen and the Art of Making a Living.
Che non è neanche malaccio, dopotutto.
Ma, dicevamo, Curriculum Funzionale…
Si tratta di un curriculum destrutturato, che invece di illustrare la vostra esistenza, per punti, con le date, i numeri e le brutture esposte (davvero avete impiegato tutto quel tempo a laurearvi?! Ah, che sfigati…), si limita a riassumere i dati salienti, in maniera narrativa, e dando loro la miglior esposizione possibile.
Di solito lo possiamo immaginare diviso in tre blocchi.
Così ad occhio direi tre blocchi di trecento parole al massimo – meglio ancora, duecento, trecento e centocinquanta rispettivamente.
Ma si tratat di misure spannometriche.
L’importante è che il tutto stia su una sola pagina di A4, in Times New Roman, interlinea 1,5.
Il primo blocco riassume la vostra carriera accademica.
Senza scendere nel dettaglio del fatto che avete vinto il premio per ilportapenne più ordinato in seconda elementare, o cose del genere.
Cosa avete studiato, più o meno nell’ordine in cui lo avete studiato.
Se avete vinto premi, medaglie o borse di studio, ditelo.
Il resto non ha importanza.
Qui di solito è anche dove elencate le lingue straniere.
Poi, c’è il primo passaggio difficile – quello in cui, in una sola frase, dovete legare la vostra carriera accademica con la vostra esperienza lavorativa.
Perché l’idea è anche quella di dare l’ìimpressione che voi sapeste cosa stavate facendo, quando la scuola vi ha scaricati, bendati e con le mani legate, nel mondo del lavoro.

Secondo blocco, quindi – esperienza lavorativa e competenze.
Qui è dove tutti quelli che hanno calpestatola vostra autostima tornano a tormentarvi.
Il classico
Hmmm, dieci anni a dirigere un’agenzia di promozione musicale… quindi non hai mai lavorato.
… che si è sentito dire tante volte mio fratello.
La risposta è (annotatevela)
No, stupido figlio di una monaca – ho lavorato più di quanto tu riesca a immaginare.
E qui è dove prendete a calci i vostri detrattori, perché qui, in questo blocco, è dove elencate non il lavoro che avete fatto, l’etichetta che la società vi appiccica in fronte perché qualche perdente senza una vita possa ridervi in faccia… no, questo è il blocco in cui elencate tutto ciò che, nello svolgere la vostra attività, avete dovuto imparare.
Quindi gestione del bilancio (perché avete dovuto imparare ad amministrare i pochi soldi che avevate), relazioni pubbliche, pubblicità, logistica…
Segnate tutto.
Nota – può essere utile, prima di buttarsi sul CV Funzionale, fare una bella lista, su un pezzo di carta, delle vostre competenze.
Di ciò che sapete fare, che avete dovuto imparare a fare perché, come si diceva, eravate bendati e con le mani legate in un mondo del lavoro che non conoscevate e vi era ostile e siete sopravvissuti.
Segnate tutto!
Terzo ed ultimo blocco – gli extra.
Quello che onestamente non ve la sentite di elencarlo come seria competenza, ma in caso di necessità, beh, ok, l’avete fatto, e se vi pagassero potreste anche rifarlo.
Qui stanno anche bene gli interessi personali, i volontariati strambi, e tutto quanto.
Non sottovalutate questa parte solo perché è una specie di ripostiglio – considerate seriamente se qualcuna delle competenze extra elencate possa servire a rafforzare una delel competenze professionali principali, e se la cosa funziona, mettetela in risalto.
Per chiudere, una bella frase in cui specificate che ulteriori informazioni e referenze, sono disponibili a richiesta.
In cima ci mettete nome, indirizzo, telefono e mail.
Non metteteci la data di nascita – devono assumervi, non farvi sposare una cugina zitella.
Non accludete una foto, a meno che il potenziale datore di lavoro non includa la propria.
Ah, e non buttate via quel pezzo di carta su cui avete segnato le competenze e tutto il resto!
La cosa veramente divertente, del CV Funzionale, è che potete scriverne uno disegnato appositamente per il tipo di lavoro per il quale state per proporvi, enfatizzando e de-enfatizzando diverse parti della vostra vita in modo da mettere in risalto ciò che risulterà più utile per scroccare un colloquio.
Ricordate solo una ultima regola fondamentale – non cacciate balle.
Inutile millantare competenze che non si posseggono.
Oh, certo, c’è chi lo fa.
E magari gli va anche bene.
Ma ammettiamolo – noi non ce la faremmo mai.
Noi siamo persone oneste.
E maledettamente in gamba.
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