Oggi è il 30 agosto, e per mia insindacabile decisione, su strategie evolutive si festeggia.
E cosa si festeggia, direte voi?
Beh, la ricorrenza è gustosa.
Perché fu il 30 agosto 1777 che per la prima volta, in Francia, gli autori ebbero la libertà di vendere i propri libri.
Fino a quel momento, infatti, la distribuzione e la vendita dei libri era monopolio esclusivo della Corporazione dei Librai.
In molti, naturalmente, predissero il disastro.
Senza il controllo di qualità esercitato della Corporazione, disse qualcuno, sarebbero arrivati in mano ai lettori libri brutti, scritti male, stampati peggio, con copertine schifose e rilegature pessime.
Chiunque avrebbe potuto improvvisarsi autore e saltare l’intermediazione e il controllo di qualità.
Il mercato si sarebbe riempito di ciarpame.
L’avidità avrebbe preso il sopravvento, ed i prezzi sarebbero saliti alle stelle.
L’accesso ai nuovi titoli sarebbe stato limitato a chi viveva nelle vicinanze dei singoli autori, uccidendo la distribuzione della cultura.
I lettori si sarebbero ben presto ribellati, e la cultura libraria francese sarebbe colata a picco per l’eternità.
Sappiamo che non andò così.
È vero, ci furono una rivoluzione culturale (l’Illuminismo, che comunque era già in giro da qualche decennio) ed una rivoluzione molto meno intellettuale (ricordate, quella con la ghigliottina…)
Ma dubito che una più salda presa della Corporazione dei Librai sul mercato editoriale avrebbe reso le cose diverse.
Specie alla voce “ghigliottina”.
Comunque – 30 agosto 1777.
Giornata dell’autore barbone?