Titolo orribile, vero?
Beh, ok.
Quasi esattamente un anno fa – il 20 novembre 2011 – postai su questo blog un pezzo sui miei personali problemi con lo scrivere narrativa erotica a comando.
Nonostante lo stimolo di un bell’assegno croccante.
Se ve lo siete persi, potete buttarci un occhio.
Io aspetto.
Non ho fretta.
Fatto?
Bene.
Un anno dopo, la storia è stata scritta (direttamente in inglese), è stata editata sommariamente in una prima stesura “pre-definitiva”, è stata fatta girare, ed ora è tornata alla base, dopo essere passata per le mani di un discreto numero di lettori e lettrici, incassando commenti decisamente lusinghieri, ed un verdetto di bocciatura per ciò che riguarda l’ipotetica vendita.
Oh, non posso davvero lamentarmi, badate!
La mia storia è hot, mi dicono, è fun, è wickedly sexy (questo me lo faccio mettere sui biglietti da visita), ma non soddisfa i parametri dell’editore.
Nel senso che c’è un sacco di sesso (io credo addirittura un po’ troppo), ma quanto a violenza ancora non ci siamo, e io credo non ci saremo mai.
Il che alla fine per un certo verso mi rassicura, perché, come dicevo in quel post un anno addietro,
l’accoppiata sesso e violenza, nel senso di sesso violento, non mi attira granché.
Anzi, non mi attira per niente.
Ma in quel post parlavo anche e soprattutto del mio interesse per l’offerta ricevuta, in termini di opportunità di apprendimento.
Perciò, vediamo… cosa ho imparato?