Cominciamo con un po’ di aneddotica personale.
Nel lontano… mah, sarà stato il 2002 o il 2003, mi trovai a collaborare con la sezione torinese del CICAP.
All’epoca, il Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini Moratti aveva preso delle posizioni abbastanza discutibili riguardo all’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole.
Era l’epoca in cui io facevo conferenze pubbliche sui dinosauri, e fuori dalla sala trovavo i creazionisti che distribuivano volantini sul fatto che l’evoluzione era “una favola comunista”.
In quel clima surreale, il CICAP di Torino decise di fare un volume sull’evoluzione, destinato prevalentemente agli insegnanti medi, per tappare i buchi aperti nel programma dal Ministro.
La voce venne fatta circolare in certi canali, e dal Dipartimento di Scienze della Terra venne ventilato il mio nome – ero disoccupato, ero uno di quelli che facevano divulgazione, e per quanto detestassero ammetterlo, sapevano che scrivevo benino.
E, dopotutto, ero uno stratigrafo ed un paleontologo.
L’evoluzione era il mio mestiere.
Così, dopo un paio di incontri con i responsabili del progetto, misi insieme un articolo di circa 7000 parole relativo alle datazioni geologiche – il problema dell’età della Terra, un elemento chiave nello sviluppo e nella comprensione delle teorie di Darwin.
Nessuna speranza per un pagamento in danaro, naturalmente, ma c’era l’opportunità di pubblicare insieme con Piero Angela e Luca Cavalli-Sforza – quando si dice, un po’ di visibilità.
Il mio pezzo venne riletto, rivisto, e consegnato entro la scadenza prevista.
E scomparve, insieme con tutto il progetto.
Cosa ne è stato, di quel mio articolo di tanti anni or sono?
Non mi risulta che il volume del CICAP sia mai uscito – ma potrei sbagliare.
Di sicuro nessuno mi notificò nulla, né riguardo la prosecuzione del progetto, né riguardo la sua ipotetica dismissione.
I buchi a livello di programma di scienze aperti dal Ministro Gelmini Moratti – probabilmente non il peggiore dei suoi peccati – vennero tappati il meglio possibile dagli insegnanti.
I creazionisti italiani, movimento stupido ed effimero, scomparvero – o per lo meno trovarono altre cause stupide da perorare e altri luoghi da picchettare e svolantinare… i tribunali, probabilmente.
E poi, due notti or sono, mentre ripulivo un vecchio hard disc, il mio articolo di 7000 parole è sbucato dal nulla, in formato .rtf.
Come diceva il poeta
All my lazy teenage boasts
are now high precision ghosts
and they’re coming down the track
to haunt me
E allora perché non riportarlo in vita, questo spettro digitale.
Un po’ di revisione, una ripulita, qualche informazione in più.
Una copertina, un buon titolo.
È vero, sono passati dieci anni – ma dieci anni sono nulla, rispetto all’età della terra.
Che è poi l’argomento di questo breve, agile volumetto.
Prossimamente, su questi schermi.
Tempo di farlo rivedere a un paio di beta readers, e poi lo metterò in circolazione.
Potrà interessare a studenti e insegnanti, e alle persone curiose.