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Gatti, pipistrelli, rospi e bisce

Una delle sorprese migliori delle ultime settimane è stato Familiars, un gioco di ruolo del mio amico Andrea Sfiligoi – che commenta spesso su queste pagine, e che ora si becca questa recensione a tradimento.
Sorpresa!

Familiars è un gioco di ruolo fantasy nel quale i giocatori interpretano i familiari di alcuni incantatori, in un mondo fantasy nel quale la magia è illegale.
C’è l’Inquisizione al lavoro, per capirci.
Quale miglior soluzione, per gli occultisti, al fine di restare… ehm, occulti, di quella di mandare i propri famigli a fare il lavoro sporco.*

E così, il master si potrebbe trovare a gestire una squadra composta da un gatto, un pipistrello, un rospo, una gazza ed un omuncolo – che sarebbe poi un feticcio messo insieme col bricolage ed animato ad hoc.

Contro questi impavidi animali (o quel che è, nel caso degli omuncoli), si erge un monzo zeppo di trappole, di creature sovrannaturali e naturali pronte a causare una infinità di problemi.

Il gioco, veniamo avvertiti fin dalla prima pagina, è giocabile in una varietà di toni, dalla massima serietà alla farsa assoluta, e le dinamiche, che sono leggerissime, ben si prestano ad una molteplicità di toni e situazioni.
Io di mio so che la mia squadra degenererebbe in una cosa stile Muppet Show dopo il terzo lancio di dadi (il gioco usa dadi comuni, a sei facce).

Leggero sia per page-count (parliamo di 32 pagine in pdf, con grafica eccellente, ed una copertina un po’ new-agey, ma ottima) che per motore, Familiars mi piace molto, e si presta a parecchie interessanti variazioni ed applicazioni.
Non sarebbe difficile, ad esempio, passare dall’ambientazione fantasy generica inclusa nel pacchetto ad un urban-fantasy moderno (e sfottere a morte quelli che giocano a World of Darkness, per dire)**.
Se solo lo avessimo avuto quando si giocava a D&D, tanti anni or sono, risolvere quelle situazioni in cui la squadra era intrappolata e doveva affidarsi ai propri animali di compagnia (succedeva abbastanza spesso) avrebbe avuto tutto un altro sapore.
Il gioco si presta quasi naturalmente alle partite brevi, ma non è bene sottovalutarlo: in mano ad un master volenteroso, non sarebbe difficile gestire anche una lunga campagna.
E come di solito succede con i giochi narrativi quando le regole sono poche e ben scritte, è facile tirar fuori il meglio dalla squadra, cacciata in una situazione insolita e costretta a usare al meglio le proprie insolite capacità.

Il manuale include tutte le regole, una mappa della città nella quale si svolge l’azione, la scheda del personaggio ed una avventura meno che banale***.
Trentadue pagine, abbiamo detto.
Lo si vende per cinque dollari sonanti, e vale ogni dannato centesimo.
Lo si trova dal solito DriveThruRPG, e penso in quasi ogni altro rivenditore online di giochi****.

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* Aggiungo che Familiars sembra preso di peso da A Night in the Lonesome October, del compianto Roger Zelazny – il romanzo narrato dal cane di Jack lo Squartatore.
Trattandosi di uno dei miei romanzi preferiti, potete ben immaginare quanto mi piaccia l’idea di poter infligg… ehm, far giocare qualcosa di simile ai miei ignari giocatori.

** E non dimentichiamoci che Gather, Darkness! di Fritz Leiber, che è un romanzo di fantascienza, usa dei familiari molto simili a quelli della stregoneria classica.

*** … ed è in inglese.
Ma si tratta di un inglese molto chiaro e gestibile.

**** E si trova anche a stampa, sul sito della Ganesha Games.