strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Si avvicina il mio compleanno…

… e mentre sono travolto da diecimila cose, ho pensato come l’anno passato di fare un episodio speciale di Paura & Delirio, solo per i miei sostenitori su Patreon.
Patreon è stato in questi anni un sostegno – non solo materiale – incredibile per me, e io mi sento sempre in qualche modo in difetto con i miei sostenitori. Ora, per i mesi a venire, sono pronti una serie dipost, un paio di racconti in esclusiva, e l’episodio speciale di Paura & Delirio è una cosa divertente, e che speriamo che piaccia.
Lucia ha accettato di farmi da spalla, ed a questo punto ci siamo detti che era il caso di lasciare la scelta ai diretti interessati.

Perciò ho appena chiesto ai miei sostenitori su Patreon di scegliere un film fra

Jason and the Argonauts, film del 1958 di ray Harryhausen, uno dei grandi classici del fantasy hollywoodiano.

Shadow of the Cat, film Hammer che proprio a maggio compie sessant’anni, e che pochi ricordano, con una splendida Barbara Shelley.

E per ultimo, The Gorgon, del 1964, sempre della Hammer, sempre un film atipico, sempre con Barbara Shelley, ma con in più Christopher Lee e Peter Cushing.

E a questo punto perché non aprire la votazione anche ai lettori del mio blog?
Ditemi la vostra nei commenti – ma tenete presente che ciascun voto da Patreon ne vale almeno due qui sul blog.

O avete altri suggerimenti? I commentisonoa perti.


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La lista di suggerimenti per Natale

Perché se hai un blog che parla di libri, devi fare la lista di libri per Natale, o così dicono quelli bravi.
Solo che questo è strategie evolutive, e quindi di liste nen faremo due – o magari tre. Una oggi, per i libri cartacei da regalare, una la sera di natale, per gli ebook che potete ordinarvi alla svelta per uso personale (o spedire come regalo – meglio di un biglietto d’auguri), ed una prima dell’Epifania, di cose a basso costo (diciamo sotto i 5 euro, magari anche sotto i 2), che potete mettere nella calza della Befana.
Magari cose ovvie, ma chi può dire… vediamo.

A questo giro, libri di lusso (o quasi), metà in italiano – più un paio di cose diverse.
Vediamo…

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L’immancabile lista di suggerimenti natalizi

Selection_977E allora facciamolo, l’obbligatorio post sulle cose migliori dell’anno e ideali per fare dei regali al vostro prossimo.
Mancano tre giorni a Natale, potremmo ancora riuscire ad accontentare tutti – e poi comunque noi i regali li facciamo all’Epifania, giusto?

E sì, ci sono i link commerciali. Che orribile caduta di gusto, vero?

E temo che la maggior parte di ciò che vi consiglierò non sarà in  italiano.
Mi dispiace, ma ormai gran parte di ciò che mi passa per le mani è in lingua forestiera.

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Mr & Mrs Smith

518EqCzE0SLRoger Ebert sosteneva che ci sono i film che non valgono i soldi del biglietto, ma per i quali sarebbe stato bello pagare per stare a sentire attori e cast attorno a un tavolo a chiacchierare, o dare una sbirciata dietro le quinte.
Un paio di sere or sono ho avuto modo di (ri)vedere un film che illustra perfettamente il principio di Ebert: premessa ridicola ma d’effetto, cast straordinario, un regista leggendario… eppure, se solo si potesse vedere il dietro le quinte.
E sì che fece soldi a palate al botteghino.
Ma i tempi, evidentemente, sono cambiati.

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I Signori della Truffa

Sto pensando alla truffa, in questi giorni – non come scelta professionale (per quanto, nel nostro paese sarebbe certamente una buona strada per la ricchezzaa ed il rispetto popolare) – quanto come scelta narrativa.
E ancora una volta – non come truffa al lettore, come sistema rapido e facile per abbindolare i gonzi vendendo loro come capolavori inarrivabili dei libri orrendi (la concorrenza sarebbe troppa) ma come tema per la narrativa.

E per il cinema, in particolare.
E così ho messo giù un po’ di titoli che considero indispensabili – una mia piccola retrospettiva.
Il mio personale Con Arts Film Festival*.

220px-NightmarealleyposterNightmare Alley (La fiera delle illusioni)
Edmund Goulding – 1947
Tyrone Power, Joan Blondell, Coleen Gray

Dramma della caduta di un truffatore troppo ambizioso e della sua partner – una falsa medium – questo noir è un buon punto da cui partire.
Non si concentra sulla tecnica ma sull’atmosfera di corruzione e decadenza morale dell’ambiente dei truffatori.
La truffa come crimine dell’anima.

movieposterThe Sting (La Stangata)
George Roy Hill – 1973
Paul Newman, Robert Redford, Robert Shaw

Il film che definisce il genere.
La Stangata è il modello ideale sul quale tutti i film che ruotano attorno alla truffa seguiranno nei quarant’anni seguenti.
Cast colossale (noteremo che anche questa è una costante di queste pellicole), colonna sonora storica, un film prossimo alla perfezione.
La truffa come partita a scacchi, come gioco.

210389-1020-aHouse of Games (La Casa dei Giochi)
David Mamet – 1987
Lindsay Crouse, Joe Mantegna, Mike Nussbaum

David Mamet è il regista/sceneggiatore fondamentale quando si tratta di gestire l’inganno.
Qui, una psicologa viene coinvolta in un gioco di carte che è anche una truffa. Il problema, naturalmente, è definire chi sia la vittima, e chi il truffatore.
Cura assoluta per la definizione dei personaggi, senza per questo indebolire il meccanismo truffaldino.
La truffa come labirinto psicologico.

220px-TheGriftersThe Grifters (Rischiose Abitudini)
Stephen Frears – 1990
Anjelica Houston, John Cusack, Annette Benning

Neo-noir di lusso su un trio di truffatori che devono gestire non solo le proprie attività criminose, ma anche le proprie eterodosse dinamiche familiari.
Scritto da Jim Thompson e sceneggiato da lui medesimo, il film è cattivo, morboso, ed estremamente soddisfacente.
La truffa come trappola.

220px-Spanish_prisonerThe Spanish Prisoner (Il Prigioniero)
David Mamet – 1997
Campbell Scott, Steve Martin, Rebecca Pidgeon, Ben Gazzara

Secondo titolo indispensabile della filmografia di Mamet, questa volta alle prese con lo spionaggio industriale.
Un buon numero di capovolgimenti, personaggi ambigui ed inaffidabili, una soluzione finale abbastanza imprevedibile da essere esilarante.
La truffa come campo minato dei sentimenti.

Nueve reinasNueve Reinas (Nove Regine)
Fabián Bielinsky – 2000
Ricardo Darín, Gastón Pauls, Leticia Brédice

Poco conosciuto ma geniale film argentino, gioca benissimo le carte di un cast di volti sconosciuti al grande pubblico, una location diversa dal solito, una cultura che non è quella tipicamente americana. Nessuno sconto per i buoni sentimenti.
L’educazione di un truffatore – o la distruzione di un truffatore?
La truffa come metafora dello stato di una nazione.

220px-Confidence_filmConfidence (La Truffa Perfetta)
James Foley – 2003
Edward Burns, Rachel Weisz, Dustin Offman, Andy Garcia, Paul Giamatti

Elegante e fin troppo furbo per il proprio bene, tecnico e ben giocato, sviluppa un buon gioco di scatole cinesi.
Eccellente cast con una splendida Rachel Weisz, meccanismo truffaldino troppo perfetto per essere credibile, ma in fondo in questo sta il bello.
La truffa come cultura.

brothersbloomThe Brothers Bloom (non risulta distribuito in Italia)
Rian Johnson – 2008
Rachel Weisz, Mark Ruffalo, Adrien Brody, Rinko Kikuchi, Robbie Coltrane

L’ultimo grande colpo della miglior coppia di truffatori di tutti i tempi. Splendido, comico, romantico, malinconico, con un forte elemento surreale che trasporta la pellicola nella sua personale Ruritania, in una Europa che non è mai esistita (ma dovrebbe esistere).
Di nuovo Rachel Weisz, ma Rinko Kikuchi ruba la pellicola nel ruolo di Bang Bang.
La truffa come fuga dal conformismo.

E poi, per la retrospettiva nella Sala Piccola…

Menzione speciale
Lucky Number Slevin (Slevin patto Criminale)
Paul McGuigan – 2006
Josh Harnett, Lucy Liu, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Bruce Willis
Non una storia di truffa ma di omicidi e vendetta, ma giocata come una partita a scacchi sul tema dell’identità.
La soluzione finale è molto soddisfacente.

Menzione Speciale
Sneakers (I Signori della Truffa)
Phil Alden Robinson – 1992
Robert Redford, Sidney Poitier, Ben Kingsley, Dan Akroyd, River Phoenix, David Strathairn. Mary MacDonnell
Truffa, crimine organizzato, spionaggio industriale, aree grigie ideologiche.
C’è forse troppo in questo film, ma il cast è colossale, lo svolgimento divertente.

Menzione speciale
The Freshman (Il Boss e la Matricola)
Andrew Bergman – 1990
Marlon Brando, Matthew Broderick, penelope Ann Miller
Commedia leggera e giovanilistica, merita di essere vista per la feroce satira di Brando verso se stesso, e per il geniale piano per contrabbandare e cucinare un drago di Komodo.

Menzione speciale
The Hustle – 2004 e seguenti
Serie Tv inglese su una banda di truffatori nella Londra contemporanea.
Ben scritto, ben recitato, divertente, e con una morale semplice e meno che manichea.
Il vecchio truffatore stanco è Robert Vaughn, già The Man from UNCLE – ottimo tutto il cast.
Valide per lo meno le prime due stagioni.

il-bidoneE per il Galà della Critica

Il Bidone
Federico Fellini – 1955
Broderick Crawford, Richard Basehart, Franco Fabrizi, Giulietta Masina
Un trio di truffatori pronti a farsi un sol boccone dei risparmi di una popolazione di contadini ingenui.
Fellini ama i meccanismi della truffa, ha simpatia per i propri truffatori e per le loro vittime, e molti elementi della pellicola, a mezzo secolo di distanza, sono profetici.
Il meccanismo è semplice come semplici sono i gonzi.
Nessuna buona azione resterà impunita.
La truffa come inevitabile futuro stile di vita di una nazione.

 

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* Come bonus, divertitevi a confrontare i titoli originali coi titoli italiani.


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Come un film

65fb23f1_1975-CaineConnery-TheManWhoWouldBeKingVe l’hanno mai detto che quelli che ci sanno fare davvero scrivono, e non si limitano a parlare di scrittura?
A me l’hanno detto.
Ma io me ne infischio.
Questo post prende l’avvio da una chiacchierata fatta giorni addietro con la mia amica Lucia, che scrive il blog Il Giorno degli Zombi, riguardo all’uso di esempi cinematografici nel criticare un romanzo.

Stavo cercando di mettere giù una lista di cinque film avventurosi da usare come esempio del genere di cose che mi piacerebbe scrivere, una cosa rapida e indolore da postare su Karavansara.

Ma poi, ho ripensato alla discussione su film e critica, e ho avuto una certa esitazione. Continua a leggere


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Marlene, di Marlene Dietrich

[disclaimer – questa recensione è basata su una copia in formato Kindle del volume, fornitami cortesemente dall’editore proprio allo scopo di recensirla, e viene postata in due lingue per rendere la cosa un po’ più interessante]

Marlene Dietrich è stata un’artista e un’icona.
La sua immagine è familiare anche per coloro che non hanno mai visto un suo film, anche per coloro che non guardano abitualmente film in bianco & nero.
La Dietrich ha interpretato film fondamentali, diretti da giganti della regia.
Insieme con la Garbo, rappresenta tutto ciò che di sensuale esisteva in una certa epoca.
Ed è stata l’argomento di infinite biografie.
È perciò estremamente piacevole imbattersi in una biografia della Dietrich che si disinteressa alla leggenda e si pone come intima e personale nei confronti della donna e dell’artista.
Non ci si deve sorprendere se tale biografia è in effetti una autobiografia, scritta dalla Dietrich con l’intento dichiarato di disinnescare e correggere  un sacco di leggende piuttosto dubbie riguardo alla sua carriera, la sua vita e le sue scelte.
Ciò che troviamo in Marlene (appena uscito per i tipi della Open Road Media) è l’autoritratto di una donna estremamente intelligente e raffinata – una persona che quasi per caso si è trovata a prestare il proprio volto ed il proprio corpo ad alcune delle donne più scollacciate e seducenti della storia del cinema.
Scopriamo una donna animata dalla passione per la vita e ingenuamente distaccata dal proprio lavoro, non tanto insicura riguardo alla propria bellezza quanto indifferente ad essa. Con tono piacevolmente ironico, la Dietrich condivide dettagli sulla sua vita, le sue opinioni su arte e letteratura, le sue decise scelte politiche, ed i suoi ricordi sulle persone al fianco delle quali ha lavorato.
Joseph von Sternberg torreggia come principale mentore e influenza artistica sulla Dietrich, e leggere delle avventure di Marlene ci permette di sbirciare dietro le scene, durante le riprese di capolavori come L’Angelo Azzurro e Morocco.
Una gioia straordinaria per gli appassionati di cinema, ed una lettura estremamente divertente e a tratti commovente per chiunque fosse interessato alla vera donna dietro allo sfavillare della leggenda.
Vivamente consigliato.

Marlene Dietrich was an artist and an icon.
Her looks are familiar even with those that never saw one of her movies, even with those that normally avoid black & white cinema.
Dietrich was in landmark movies, directed by giants among directors.
Together with Garbo, she has come to represent all that was sensual about an era.
And she’s been the subject of uncounted biographies.
It is therefore highly refreshing to find a Dietrich biography which cuts through the legend and gets up close and personal with the woman and the artist.
Unsurprisingly, such a biography is in fact an autobiography, penned by Dietrich herself with the open purpose of defusing and setting straights a lot of dubious myths about her career, her life, her choices.
What Marlene (fresh from Open Road Media) gives us is a self-portrait by a highly intelligent, refined lady – someone that almost by chance happened to lend her face and her body to some of the raciest, most seductive and risqué women in movie history.
We discover a woman with a passion for life and a somewhat bemused detachment from her job, not so much insecure about her beauty as dismissive of it. In a pleasant, ironic tone, Dietrich shares details of her life, her opinions on art and literature, her strong political stance, and her reminiscences about the people she worked with.
Joseph von Sternberg stands out as Dietrich’s main influence and mentor, and reading about Marlene’s experiences allows us to peek behind the scenes during the filming of such masterworks as The Blue Angel or Morocco.
An extraordinary treat for the film buff, and a highly entertaining, moving experience for anyone interested in the true woman behind the glitter of the legend.
Highly recommended.