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ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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L’altro Flashman

220px-FlashmancoverNe abbiamo parlato in passato.
Nel 1969, George MacDonald Fraser, un laureato in medicina e reduce della guerra in Birmania che tirava a campare come giornalista, si sedette al tavolo della cucina con una macchina per scrivere e in una settimana scrisse Flashman, romanzo su un cialtrone vittoriano nonché “cattivo” di un popolare romanzo per ragazzi.
Fece un lavoro a tal punto eccellente, che un sacco di critici americani pensarono si trattasse davvero delle memorie di un eroe vittoriano che si rivelava attraverso i propri diari un vigliacco e un approfittatore.
Appropriato, come esordio, molto appropriato.
Fu un successo colossale, e Sir Harry Paget Flashman ritornò in un ciclo di romanzi storici che sono oggi considerati dei classici.
MacDonald Fraser morì nel 2008, con all’attivo dodici romanzi di Flashman, che fa anche una comparsata nello splendido stand-alone Mr American, e il cui padre compare in Black Ajax, un romanzo sul brutale mondo del pugilato ottocentesco.
Ma c’è qualcosa che George MacDonald Fraser ci aveva taciuto.
Harry Flashman aveva uno zio. Continua a leggere


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Non sono libri da donne

715925Il post su Hugh Cook ha sollevato una interessante discussione con la mia amica Marina, che aveva comprato a suo tempo The Walrus and the Warwolf e non è mai riuscita a finirlo.
Il motivo?
Non le importava assolutamente nulla del personaggio principale.

Ora, naturalmente, la cosa ha destato la mia costernazione – credo si sia capito che considero il romanzo di Cook, come dicono gli americani “ten pounds of awesome in a five pounds bag”.
Ed ha anche solleticato il mio senso di colpa – odio consigliare libri e poi scoprire che non sono piaciuti.
Ma poi mi ha ricordato un fatto avvenuto nel lontano e nebuloso passato… Continua a leggere


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Sul Confine con MacDonald Fraser

Tre libri in un solo post.
Magari quattro.
O cinque.

George MacDonald Fraser è stato un autore di romanzi storici di razza, con una sorprendente e variegata formazione.
Studente di medicina come voleva la tradizione di famiglia, sottufficiale dell’esercito britannico in Birmania, poi giornalista e sceneggiatore.
Nel 1969, seduto al tavolo della cucina, scrisse in un mese il primo romanzo della serie dedicata a Sir Harry Flashman (del quale ho parlato fin troppo estesamente), diventando autore di successo.

La passione per la storia che informa tutta la narrativa di Fraser ebbe anche due uscite nell’ambito della saggistica.
Uno dei due volumi è l’eccellente The Hollywood History of the World, curiosa collezione di titoli di film che si concentra su quelle pellicole che hanno rispettato, per sceneggiatura e casting, la realtà storica.
Un caso unico, fra tanti volumi che si concentrano sugli svarioni e le brutture.
Il volume è anche giustamente famoso per il tranciante giudizio dell’autore su Rambo “troppo volatile per essere un buon soldato e poi, uno che gira per la giungla senza camicia è uno che i guai se li vuole cercare.”
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Flashman Forever

Post imprevisto, ma chissà…

Ne ho già parlato in passato.
Una volta, tanto tempo fa, prima che il Politicamente Corretto calasse come un miasma esiziale sulle vite di noi tutti, ci fu un autore di nome George MacDonald Fraser che decise di fare del più grande ed esecrato cialtrone della narrativa per ragazzi vittoriana, il più grande eroe tout-court dell’epoca vittoriana.
Senza alterare di una virgola la sua natura di esecrabile cialtrone.
George MacDonald Fraser era un giornalista con trascorsi militari di tutto rispetto (combatté in Birmania durante il secondo conflitto), noto in Gran Bretagna per una serie piuttosto divertente di racconti sulla vita militare delle truppe provenienti dalle Highlands scozzesi e stazionate in Medio Oriente, ed aveva anche lavorato per il cinema (di solito in coppia con Richard Lester).
Il risultato della sua incursione nella letteratura avventurosa fu, nel 1969, un libro intitolato Flashman (in italiano, L’Ussaro della Regina Bianca – ah, le meraviglie dell’editoria nazionale).
Io lo scoprii solo nel 1992, ma posso garantire che Flashman (ed i romanzi successivi della serie) rappresenta uno dei libri fondamentali per la mia formazione culturale e personale.
Il che è grave, molto grave… Continua a leggere


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George Macdonald Fraser, OBE

E’ appena stata diffusa la notizia che lo scrittore, sceneggiatore e giornalista George Macdonald Fraser si è spento ieri, all’età di 82 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro.

Già studente di medicina, Macdonald Fraser optò per la carriera militare allo scoppio del secondo conflitto, e prestò servizio in fanteria in Birmania – un’esperienza narrata nel suo Quartered Safe Out Here, memoriale forse politicamente scorretto ma storicamente accurato.

Nel 1969, l’autore scozzese pubblicò il primo volume della serie di romanzi storici per i quali verrà giustamente ricordato a lungo. Con Flashman si apre la cronaca delle avventure di Sir Harry Flashman, un cialtrone rifatto vittoriano, in un ciclo narrativo che accoppia una estrema accuratezza nelle ricostruzioni storiche ad uno sguardo irriverente e cinico verso le grandi illusioni dell’epoca vittoriana.
La serie è presentata come collezione di manoscritti autobiografici ritrovati accidentalmente e “editati” da Macdonald Fraser: Harry Flashman, già “cattivo” del romanzo di Thomas Hughes Tom Brown’s Schooldays (un classico vittoriano paragonabile al nostro “Cuore”), cresce e intraprende la carriera militare – sicuro, da buon vigliacco, che l’ascesa al trono di Vittoria garantirà un futuro di pace e prosperità al paese.
Le sue aspettative verranno spettacolarmente disattese, ma Flashman riuscirà a mentire, barare, truffare e strisciare fuori da ogni situazione, uscendone non solo profumato come un giglio, ma con una crescente aura di eroismo e rispettabilità attraverso sessant’anni di guerre, rivoluzioni, colpi di stato e disavventure varie – da Kabul a Rorke’s Drift, dalla Rivolta dei Sepoy alla battaglia di Little Big Horn.
Godrà di una vita lunga ed agiata (anche se intervallata da lunghi periodi di panico e disperazione sul campo di battaglia), riceverà tutte le onorificenze conosciute all’uomo, riuscirà a sopravvivere a ufficiali migliori di lui, riuscirà ad approfittare di donne più intelligenti di lui, riuscirà a rimanere fondamentalmente stupido ma alla fine onesto se non altro con se stesso.

All’uscita del primo volume, dei quaranta recensori americani, ciurca un terzo presero per buono lo sttrategemma delle “memorie ritrovate”, definendo la “scoperta” degli scritti di Flash Harry come il più importante ritrovamento storico da tempi immemori.

Fra le altre opere di Macdonald Fraser è opportuno ricordare

  • i racconti semiautobiografici sul soldato semplice MacAuslan
  • The Steel Bonnets, colossale studio sulla guerra di guerriglia al confine Anglo-Scozzese fra ‘400 e ‘700
  • The Pyrates, forse il più completo compendio di tutti i cliché della narrativa piratesca
  • Mister American, solido romanzo storico sull’incontro-scontro fra un americano tranquillo e l’Inghilterra post-Vittoriana (Flash Harry vi fa una succosa comparsata).

Macdonald Fraser fu anche sceneggiatore per Hollywood, ed è ricordato per le sceneggiature tratte da Dumas per i film sui Tre Moschettieri di Richard Lester.

L’estrema scorrettezza politica ed onestà storica di George Macdonald Fraser ne fanno un autore difficile inuna società progressivamente sempre più inamidata e desiderosa di fuggire dall’inerente mancanza di colore morale degli eventi storici.
Questo fa sì che i libri di Macdonald Fraser, e le memorie di Flashman inparticolare, risultino invisi ad una grande fetta di pubblico – che può arrivare a reagire in maniera estremamente negativa a certi elementi peraltro storicamente inoppugnabili della narrativa dell’autore scozzese.