strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Rincoglioniti

È da un po’ che non parlo di giochi di ruolo.
Devo ricominciare, e questa è una buona occasione come un’altra.
Dando voce al lato meno caritatevole della mia personalità – e facendoci anche un pork chop express.

Ieri ho sentito descrivere il gioco di ruolo come

questa trappola che trasforma la gioventù in rincoglioniti

Ora la domanda è – devo veramente spiegarvi perché questa è una delle affermazioni più inammissibilmente asinine sentite quest’anno?

OK, ci provo.

Prima, un ovvio disclaimer – gioco a giochi di ruolo da oltre trent’anni*.
Ho cominciato attorno ai quattordici/quindici anni, e ci sono quindi buone probabilità che io sia rincoglionito, e non da ieri.

Ma anche no.
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Vecchi Giocatori Stanchi

Il post del mio vicino di cella Alessandro Girola, di là su Plutonia Experiment, un paio di giorni or sono, ha scoperchiato tutte le bare dei vecchi grognard italiani, e sollevato la pelosissima questione del giocare di ruolo a quarant’anni (e oltre).

Ora, la mia è una posizione privilegiata – gioco con continuità da circa trent’anni, con una media di unapartita alla settimana (ma ci fu un tempo incui si arrivava a trepartite la settimana), e quindi, essendo invecchiato giocando, molti problemi non li ho incontrati.

O piuttosto li incontro adesso, che la mia squadra è a ottanta chilometri da dove sono seduto, e quindi potrebbe rendersi necessario ripartire da zero.
E ripartire da zero è difficile.
Mettere insieme una squadra, organizzare delle regolari sessioni di gioco.

Quelle che seguono sono alcune considerazioni generali, basate sulla mia esperienza. Continua a leggere


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Cento campane

La notte scorsa abbiamo giocato il primo playtest del prossimo scenario che – salvo incidenti – pubblicherò in autunno.
È sempre bello quando si prende un’ispirazione, la si tramuta in una potenziale situazione di gioco, e i giocatori replicano esattamente il materiale originale senza sapere che lo stanno replicando.

Primo playtest – successo.
Ora si torna a scrivere.


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Un gioiello dal Giappone

Kickstarter si sta rivelando uno strumento straordinario nel rinnovare – tra le altre cose – il gioco di ruolo.
Il 16 di settembre 2012, si è chiuso positivamente il Kickstarter per la produzione di una edizione in Inglese di Tenra Bansho Zero.
Il target era 9000 dollari.
Ne sono stati raccoli 130.000.

111713Ma procediamo con ordine.
Cos’è Tenra Bansho Zero?
É un gioco di ruolo, sviluppato nel 1997 da Jun’ichi Inoue, autore leggendario di giochi, manga e narrativa.
Il gioco, disegnato per offrire un mondo ampio e suggestivo e un sistema rapido e flessibile, ebbe un notevole successo in patria, e viene considerato il motore del rinascimento ludico giapponese.
Tenra Bansho Zero era una sorta di leggenda fra i giocatori occidentali – ed ha avuto certamente un peso colossale nello sviluppo di giochi molto popolari da noi*.

Di cosa parliamo?
Di un mondo in guerra, nel quale 400 anni di conflitto continuo hanno pesantemente impattato lo sviluppo sociale.
E se la società civile assomiglia molto – almeno in superficie – alla società giapponese del sedicesimo secolo, le arti belliche sono state portate all’estremo da un processo darwiniano di evoluzione forzata.

setting_limited_front_500Sì, ci sono i robottoni.
E ci sono i guerrieri cyborg.
E ci sono guerrieri meccanici animati dall’anima imprigionata di guerrieri morti.
E ci sono i samurai potenziati biologicamente.
E ci sono i ninja – sia quelli tradizionali, che quelli hi-tech.

Ma è sottilmente più complicato di così.
Ci sono i maghi taoisti, capaci di incatenare demoni e dotati di sistemi meccanici controllati da abachi spiritici.
E ci sono i manichini – simulacri antropomorfi creati come giocattoli per i ricchi e potenti.
E ci sono i portatori di vermi, che ospitano nel proprio corpo colonie di creature aliene che confersicono loro poteri diversi.
E ci sono gli oni, corna e tutto, che forse sono gli abitatori originari di questo pianeta.

Perché forse questo è un pianeta alieno, colonizzato in tempi immemorabili da terrestri che si sono appropriati delle tecnologie indigene.
O forse no.

chickPerò ci sono anche spiriti maligni partoriti dal folklore giapponese.
E creature che darebbero gli incubi ad Alien.

E sopra tutto, una nobiltà cinica e manipolativa, che trae il proprio potere da segrete manipolazioni, e legittimata dalla religione Shintoista.

E ci sono i monaci buddhisti.

Cosa volete di più?
Un sistema di creazione dei personaggi relativamente rapido, basato su template?
C’è.
Una benemerita assenza di metaplot, doppifondi narrativi o archi narrativi?
Fatto.
Una grafica splendida?
Ovviamente.
Donnine pneumatiche in improbabili costumi pseudo-giapponesi che, armate di spade spropositate, affrontano orrori tentacolati?
Come se fosse necessario chiederlo…

TenraBansho_coverMa attenzione – non caschiamo nello sciocco preconcetto che vuole manga = insensato.
L’universo di Inoue-san è molto dettagliato, affascinante e coinvolgente, e garantisce la possibilità di stili di gioco estremamente diversi.
Battaglie campali? Certo.
Ma anche spionaggio, diplomazia, drammi personali, esplorazioni e investigazioni.

L’edizione in inglese di Tenra Bansho Zero è disponibile tramite i soliti rivenditori online di giochi in formato elettronico.
Due manuali – setting e regole, per un totale di circa 700 pagine, riccamente illustrate.
Più unaversione “leggera” e printer friendly, del solo testo dei due manuali, per altre 500 e rotte pagine.
Tutto ciò che è indispensabile per giocare – e oltre.
Per circa dieci euro.

Esiste anche un’edizione cartacea, ma al momento non posso permettermela.
Ma quando potrò permettermela, ne vorrò una copia sul mio scaffale.

Una prima rapida lettura giustifica un certo entusiasmo.
Il gioco è veramente diverso, estremamente divertente, ed è quasi un peccato che prodotti palesemente derivati da questo abbiano in alcuni casi spoilerato alcune idee.
Ma vale maledettamente la pena.

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* Exalted? Io non ho detto Exalted.


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La Leggenda di Kyla Kidd

La narrativa legata ai giochi di ruolo è spesso molto scarsa.
Diciamo che la Legge di Sturgeon si applica in maniera sconfortantemente regolare, e il 95% di tutto è da buttare.

dimenovelMolti anni or sono, quando venne lanciata la linea Deadlands, la Pinnacle Entertainment buttò sul mercato qualcosa di molto molto differente – le Dime Novels.
Si tratava di piccoli supplementi, in formato tascabile, che contenevanoun racconto ambientato nell’universo di Deadlands, e poi tutto il materiale necessario per giocare quel racconto – trama, personaggi non giocanti, mappe…
Bella idea.
Successivamente, sempre per questa ambientazione, venero prodotte anche delle vere e proprie antologie di narrativa.
La qualità è sempre stata più che buona.
Ora pare che la tradizione stia per riprendere anche con Deadlands Noir.

Quando venne presentata al mondo la seconda edizione di 50 Fathoms, la Pinnacle decise di affiancare al manuale dell’ambientazione non delle dime novels, non una antologia, ma della narrativa seriale pura.
Nacque così la trilogia di Kyla Kidd, che ora – complice un buono scucito in maniere lunghe a spiegarsi – arriva sul mio hard disk. Continua a leggere


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Pulp gaming – qualche titolo

Si è detto più pulp, e allora cominciamo con l’aspetto ludico: da tempo mi ripromettevo di dare un’occhiata ai sistemi di gioco orientati all’avventura vecchio stile.

62775Comincio con alcune considerazioni personali che possono essere condivise o meno.
Per quel che mi riguarda, una buona avventura pulp deve contenere certi elementi fondamentali.
. ambientazione storica o pseudostorica, collocando l’azione da qualche parte tra il 1914 ed il 1958.
. ambientazione esotica – che poi sia la steppa mongola, la giungla del Borneo o la Chinatown di San Francisco, poco importa.
. Nazisti – elemento irrinunciabile. Come diceva un antico saggio, poche situazioni danno maggior soddisfazione di prendere a calci in culo i nazi.
. Magic Poor – la magia deve essere magica, pericolosa e misteriosa. Dovrebbe essere anche difficilmente accessibile ai personaggi giocanti.
. Antichi misteri, forteana, ESP… – meglio della magia, ma anche qui, non esageratamente pervasivi.
. musica jazz – fatemi causa.

Il sistema deve essere leggero e veloce.
La creazione dei personaggi deve essere rapida e flessibile.

Detto ciò, vediamo cosa ci offre il mercato – tenendo presente che molti sistemi sono comparsi nel corso degli anni e sono scomparsi, e non vogliamo qui ricordarli tutti.
Ci limiteremo a fare una carrellata dei sistemi ai quali sono più affezionato… Continua a leggere


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Isolamento intellettuale

Tutto comincia con questo bel video, del Gentleman Gamer, uno dei personaggi che seguo con maggior assiduità su Youtube per ciò che riguarda il mio hobby principale, il gioco di ruolo.
Il Gentiluomo è sempre una sicurezza.

Il tema è come trovare giocatori e come trovare un posto in cui giocare di ruolo – un problema che, con il trasferimento di mio fratello qui in Astigianistan, abbiamo deciso di affrontare se non in maniera prioritaria, beh, con una certa urgenza.

Il filmato, come sempre, è ricco di suggerimenti…

… e molto di ciò che viene proposto è assolutamente impraticabile.
O così pare.
Vediamo…

. rivolgersi ad un negozio di giochi per ottenere spazio – non ci sono negozi di giochi
. rivolgersi ad una fumetteria – la più vicina è a trenta chilometri
. rivolgersi ad una libreria – c’è una bella libreria nuova, a Nizza Monferrato ma… quando è stata l’ultima volta che vi hanno permesso di andare a giocare in libreria? Che è poi un po’ come…
. rivolgersi ad una biblioteca – magari sottolineando che si tratta di una attività culturale, che stimola la curiosità e la lettura…

Sono estremamente pessimista.

. rivolgersi ad un pub – avete mai provato a giocare in un pub? Non è la gente che ti insulta, di cui parla il gentiluomo… è che il pub, per lo standard nazionale, ha un impianto di filodiffusione pompato ad 11, per cui devi sgolarti anche solo per chiacchierare (così, immagino, ti vien voglia di bere di più)

Meglio, a questo punto, l’idea di giocare online.
Certo, tocca fare i conti coi 70K al secondo che sono ciò che la rete locale – cablata in rame, e con centraline risalenti agli anni ’90 e che non riescono ormai più a reggere il carico – può offrire fra queste colline.

Però ci sono un sacco di giochi da bocce.
E campi da pallone.
E al pub ci si può sempre scassare di alcoolici – così magari la musica orrenda e troppo forte ci fa meno male.


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Deadlands Noir – finalmente!

Ultimo post dell’anno a tema ludico.
DLRThumDeadlands, il gioco della Pinnacle ambientato in un west popolato di maledizioni indiane, pistoleri zombie e scienziati pazzi steampunk, ha certamente una delle migliori ambientazioni che io conosca.
Mi procurai il manuale quando uscì la prima edizione, e se è vero che non l’ho giocato quanto avrei voluto, non c’è stata sessione di gioco che non abbia garantito un grande divertimento e qualche brivido alla squadra.
Bello.

sw1Quando uscì Deadlands Reloaded, che rimpiazzava le vecchie regole con il più agile sistema Savage Worlds, parve che il meglio fosse appena migliorato.
Successivamente, uscì una versione reloaded per Savage Worlds di Hell on Earth, il “sequel” di Deadlands, che sposta l’azione in un futuro post-apocalittico, mescolando certi elementi del weird western con gli scenari alla Mad Max.

Ora, finanziato con una poderosa campagna di Kickstarter (117.000 dollari raccolti contro una cifra preventivata di 8.000!), arriva sul mio scaffale virtuale Deadlands Noir, un esperimento che sulle prime mi convinceva pochino ma che, sfogliato con calma, pare un’eccellente aggiunta alla serie.
E già le dita prudono per una manciata di dadi.

S2P10018DLNoir600pxDi cosa stiamo parlando?
Di un manuale in formato elettronico, di 145 pagine e che pesa una dozzina di mega.
All’interno, tutto il necessario per giocare un noir sovrannaturale ambientato nella New Orleans del 1935… ma il 1935 nel continuum di Deadlands.
E se apparentemente le cose si sono normalizzate dopo la follia del weird west, beh, forse l’orrore e il mistero si sono semplicemente mimetizzati meglio.
Investigatori paranormali.
Scienziati pulp armati dei prodigi della superscienza.
Riti vudù.
Donne fatali.
Gangster non morti.
Politici corrotti.
Robot.

Deadlands Noir presenta una miscela interessante* di noir, hard boiled, horror e weird menace.
Questo è il genere di gioco in cui una donna bellissima che canta in un night gestito dalla Mano Nera ingaggia un investigatore privato per scoprire chi ha tramutato in zombie il suo anziano marito… o cose del genere.
Molto opportunamente, una ampia sezione dedicata al Master offre tutta una serie di strumenti per giocare al poliziesco ed al noir con Savage Worlds (un sistema abitualmente virato all’azione).
La città di New Orleans è descritta in maniera esaustiva e suggestiva, ed è difficile spulciare le descrizioni di The Big Easy senza ricavarne qualche buona idea per uno scenario.
Oltre all’abituale generatore di scenari presente nei manuali di savage Worlds, Deadlands Noir include una lunga campagna, Red Harvest, e quattordici scenari brevi.
Ottimo e abbondante
Il volume è completato da una galleria di personaggi non giocanti e da un certo numero di mappe – oltre che da una scheda del personaggio ad hoc.

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Nel complesso la grafica è buona, e in linea con il tema.
Il manuale si presta ad essere gestito su un tablet (stamparlo sarebbe inconcepibile), ed è organizzato in maniera logica e precisa, secondo lo schema tipico dei manuali di Savage Worlds.

DLN_Old_Absinthe_House_Blues600px-e1356568556932La Pinnacle Entertainment, sempre puntuale nel promuovere e sostenere i propri prodotti, offre gratuitamente in scarico sul proprio sito il pdf Noir Archetipes per Deadlands Noir, una collezione di nove personaggi già pronti per giocare, ed ha già pubblicato un’avventura, la promettente The Old Absynthe House Blues.
E pare ci sia molto altro in arrivo.

Ammetto che la diffidenza iniziale ha lasciato il posto a un certo entusiasmo.
Sicuro, Deadlands Noir richiede un certo equilibrio, ed una certa classe.
Non è né la tempesta di piombo e stregoneria indiana di Deadlands né l’ottovolante di devastazione e ultraviolenza di Hell on Earth.
È piuttosto un baraccone di cazzotti e ombre assassine.
Ci vuole classe, per gestirlo.
È ora di tirare fuori i vecchi dischi di jazz, mettersi una cravatta, e riunire la squadra.

È finalmente arrivato il gioco che permette di giocare come si deve il grande, meraviglioso Cast a Deadly Spell

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worldofbloodshadows* Pochi ricordano Bloodshadows, gioco anni ’90 con una splendida copertina di Dalmazio Frau, che prometteva ma ahimé non manteneva affatto proprio la stessa miscela che Deadlands Noir ci serve con tanta classe, e più recentemente il gioco The Edge of Midnight, che tuttavia alla prova dei fatti finiva per perdersi eccessivamente in un complicato metaplot.
Questa sembra essere la volta buona.
E poi gira con Savage Worlds…