Ike Asimov, l’uomo che ammise che non sarebbe passato alla storia per la qualità della sua scrittura ma per la quantità della sua scrittura, diceva che per scrivere teneva le persiane abbassate e si autoconvinceva che fuori infuriava la tormenta.
Può essere un sistema.
Abbiamo parlato in passato del blocco.
Il blocco non esiste.
È solo il cervello che ha bisogno di un cambio di marcia, di un cambio di prospettiva.
Siamo solo noi che inganniamo noi stessi.
L’ultima volta che soffrii del blocco – doveva essere la fine degli anni 80 – venni colto dalla curiosa nozione che il linguaggio non fosse abbastanza flessibile per permettermi di esprimere ciò che volevo.
Idiozie.
Ero solo io che non ero abbastanza in gamba.
Ma c’è un problema diverso dal blocco – ed è quando le idee ci sono, le storie ci sono, ma non abbiamo assolutamente voglia di scrivere.
Un problema, credo, che Ike Asimov non sperimentò mai. Continua a leggere