strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Ma nessuno ha voglia di provarci

Ieri il mio vicino di cella, Alex Girola ha fatto un post sul suo blog Plutonia Experiment, discutendo dell’attuale stato dell’editoria di genere, e in particolare delle strategie adottate negli ultimi anni dai piccoli editori specializzati in fantastico.

Onestamente non sono particolarmente interesato alle strategie dei piccoli editori – non mi riguardano come autore, e si tratta di scelte commerciali legittime (per quanto possano non piacere ad alcuni), ed in ultima istanza esiste una selezione darwiniana che premia o punisce proprio tali scelte.
Sono un paleontologo, ed ho studiato l’evoluzione abbastanza a lungo da sapere – sapere, non immaginare, credere o ipotizzare – che nessuno può tenere sotto controllo tuttel le variabili.
La selezione naturale può essere ostacolata, ma non arrestata.

e640012b3bfe7f0f63569bd3d876af09C’era però una frase, in quel post, che mi ha dato da pensare…

Recentemente ho visto nascere almeno una mezza dozzina di collane erotiche, spesso in seno a CE che inizialmente erano al 100% votate al fantastico.

Anche questa, naturalmente, è una scelta che verrà premiata o punita dalla selezione naturale.
Ciò che però mi sono domandato, leggendo quella frase, e pensando ai cataloghi di alcuni dei piccoli editori in questione… ecco, mi sono domandato perché nessuno pubblichi fantascienza e fantasy erotici.
Attenzione, non storie erotiche al sapore di fantascienza o di fantasy.
Intendo storie erotiche che siano tali per elementi che al di fuori della fantascienza o del fantastico sarebbero impossibili.
E no, sesso col licantropo o con il robot, da solo, non basta.
Dire semplicemente È il 1899, ci sono le navi volanti, e Jack e Jill fanno sesso non significa scrivere steampunk erotico – al limite, appunto, erotico (se è scritto bene) al gusto di steampunk.
Che è circa il 90% di ciò che viene venduto come fantascienza erotica, o erotic fantasy.

Esistono storie diverse?
Nelle quali la miscela sia bilanciata e omogenea, fra fantastico ed erotico?
Sono possibili? Continua a leggere


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Il Grande Mare delle Storie

Ike Asimov, l’uomo che ammise che non sarebbe passato alla storia per la qualità della sua scrittura ma per la quantità della sua scrittura, diceva che per scrivere teneva le persiane abbassate e si autoconvinceva che fuori infuriava la tormenta.
Può essere un sistema.

Abbiamo parlato in passato del blocco.
Il blocco non esiste.
È solo il cervello che ha bisogno di un cambio di marcia, di un cambio di prospettiva.
Siamo solo noi che inganniamo noi stessi.
L’ultima volta che soffrii del blocco – doveva essere la fine degli anni 80 – venni colto dalla curiosa nozione che il linguaggio non fosse abbastanza flessibile per permettermi di esprimere ciò che volevo.
Idiozie.
Ero solo io che non ero abbastanza in gamba.

Ma c’è un problema diverso dal blocco – ed è quando le idee ci sono, le storie ci sono, ma non abbiamo assolutamente voglia di scrivere.
Un problema, credo, che Ike Asimov non sperimentò mai. Continua a leggere


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Frederik Pohl (1919-2013)

L’anno terribile del fantastico prosegue con la scomparsa di Frederik Pohl, ultimo grande vecchio della fantascienza americana.

Leggendaria la sua lunga collaborazione con Cyril Kornbluth, che gettò le basi di quella che sarebbe stata chiamata “fantascienza sociologica” – e della quale possiamo ricordare il classico I Mercanti dello Spazio.
Essenziale anche il lavoro svolto in coppia con l’altro colosso dell’età dell’oro, Jack Williamson.
E in solitaria, la produzione di decine di romanzi e racconti fondamentali, frai quali vale la pena di menzionare per lo meno Gateway, e le storie del ciclo degli Heecee.

Pohl fu anche l’uomo che colpì con un destro alla mascella Isaac Asimov, durante una movimentata sessione del club dei Futurians.

Noi vogliamo ricordarlo così.

FrederikPohl


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Tre per la Teleforce

Immaginatelo così, ma con dei fulmini colossali…

Mentre la guerra infuria in Europa, una spia tedesca viene ritrovata su una spiaggia poco lontano da New York. Prima di morire per ipotermia, l’uomo ha il tempo di ripetere più volte la parola “Wunderwaffe”.
I servizi americani si mettono in azione.
Cosa cercava l’uomo del Reich?
Nelle vicinanze del posto in cui è stato trovato, ci sono solo un’isola minuscola, sede di un magazzino dell’esercito, smobilitato e abbandonato da anni, e la Wardenclyffe Tower di Nikola Tesla.
Il luogo in cui Tesla sviluppò la sua teoria della Teleforce, che tuttavia abbandonò nel 1908, farneticando di un ipotetico raggio della morte.
I Nazisti sono a caccia della superarma creata da Tesla?
Di cosa potrebbe trattarsi?
Possono gli americani recuperarla prima?
Come gestire il problema?
Fortunatamente, all’arsenale navale di Philadelphia, c’è un think-tank della Marina in cui ci potrebbero essere degli elementi adatti a prendersi cura del caso.
Ragazzi che al momento stanno cercando di trovare un modo per rendere invisibile ai radar un incrociatore… Continua a leggere


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Ike

Questo post ha tutte le potenzialità per portare più traffico su questo blog di quanto abbia fatto il post su Tolkien.
O forse no.
Forse sono io che ragiono in termini vecchi di vent’anni.

Ci fu un tempo, vedete – e non so onestamente se sia ancora così, perché non ho più dati di prima mano – in cui Isaac Asimov era l’unico autore di fantascienza.
Nessuno, ma proprio nessun altro, scriveva fantascienza.
O per lo meno quella era l’impressione.
In libreria si trovavano i romanzi di Asimov, e le raccolte di racconti di Asimov.
Con le introduzioni scritte da Asimov e le postile scritte da Asimov.
Si trovavano le antologie sul meglio della fantascienza scritta da altri – e Asimov ci spiegava perchè fossero il meglio, come si inquadrassero in un certo universo editoriale, e poi vai di postille, introduzioni e cronologie. Continua a leggere