Ci sono in tutto ventisei volumi in quarto, di carta buona, ottima qualità della rilegatura, scritti fitti, a mano, parzialmente in codice.
Diari, ecco cosa sono, scritti tra il 1806 ed il 1840. Ventisei volumi. Quattro milioni di parole, delle quali quasi seicentomila in codice, una miscela di algebra e lettere greche, simboli zodiacali e punteggiatura assortita.
Un mistero. Qualcosa di cui non si parla volentieri.

Negli anni ’30 due amici, John Lister e Arthur Burrell, ci si mettono per gioco e riescono a decriptare il codice, a leggere i paragrafi in codice. I contenuti li sorprendono, ma solo fino a un certo punto. Circolavano delle voci, dopotutto…
Burrell sarebbe dell’idea di bruciarli, quei diari, tutti e ventisei, subito. Lister decide invece di nasconderli – dietro i pannelli di legno di una parete nella casa di famiglia, ad Halifax nello Yorshire.
Riemergono qualche decennio dopo, durante dei lavori di ristrutturazione.
Ventisei volumi.
I diari di Anne Lister. O, come la chiamavano le brave persone di Halifax, ma solo dietro le sue spalle, Gentleman Jack.
… Sono felice tra i miei libri. Non sono felice senza di loro. Follie come pensare a Miss Hobart e alla sua strana negligenza mi vengono in mente, e simili bazzecole mi inquietano. Sono così indegne di una mente adatta a cose migliori …
Diari di Anne Lister, Aprile 1819
Questo è un post col doppiofondo, e se la prima parte è certamente una porzione sostanziosa di Storia Fatta coi Cialtroni, la seconda parte… beh, ci arriveremo.
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