Nei post precedenti abbiamo stabilito un metodo e svolto qualche semplice analisi, concentrandoci su una manciata di autori.
Ora passiamo a qualcosa di un po’ più complicato – anche se concettualmente molto semplice.
La domanda alla quale vogliamo rispondere è – esiste davvero una distinzione fra fantascienza e fantasy, per lo menosulla base della struttura?
Per analizzare il problema, consideriamo due campioni di trenta romanzi ciascuno.
Per la fantascienza:
- Frank Herbert – Dune
- Poul Anderson – TauZero
- E.R. Burroughs – A Princess of Mars
- Robert A. Heinlein – Stranger in a Strange Land
- A.C. Clarke – Childhood’s End
- Alfred Bester – The Stars my Destination
- Niven & Pournele – The Mote in God’s Eye
- William Gibson – Neuromancer
- Philip K. Dick – Do Androids Dream of Electric Sheep
- Ursula K. LeGuin – The Left Hand of Darkness
- Vernor Vinge – Rainbow’s End
- Charles Stross – Accelerando
- Ian M. Banks – The Algebraist
- Ken MacLeod – The Stone Canal
- Karl Schroeder – Ventus
- Jack Williamson – The Humanoids
- Joan D. Vinge – The Snow Queen
- James Blish – A Case of Conscience
- Fritz Leiber – The Big Time
- David Brin – Earth
- Ray Bradbury – Fahrenheit 451
- Kurt Vonnegut – Slaughterhouse 5
- Anthony Burgess – A Clockwork Orange
- Bruce Sterling – Schismatrix
- Douglas Adams – The Ultimate Hitchhiker’s Guide to the Galaxy
- C.J. Cherryh – Cyteen
- Kim Stanley Robinson – The Wild Shore
- Greg Bear – Queen of angels
- Simon R. Green – Deathstalker
- Edmond Hamilton – The City at World’s end
Per il genere fantasy
- Terry Brooks . The Sword of Shannara
- Jack Vance – The Dying Earth
- J.R.R. Tolkien – The Lord of the Rings
- G.G. Kay – Tigana
- Lord Dunsany – The King of Elfland’s Daughter
- Barry Hughart – Bridge of Birds
- Bull & Brust – Freedom and Necessity
- Charles DeLint – Greenmantle
- T.H.White – The Once and Future King
- Sasannah Clarke – The case of Dr. Strange & Mister Norrell
- Richard Adams – Watership Dawn
- Michael Moorcock – Gloriana
- John Crowley – Little Big
- Tin Powers – Drawing of the Dark
- Roger Zelazny- Lord of Light
- Lewis Carroll – Alice in Wonderland
- Mary Gentle – Ash
- John Myers Myers – Silverlock
- Jack Williamson – Darker than you think
- Jeffrey – Barlough- Strange Cargo
- H.P. Lovecraft – At The Mountains of Madness
- Robert Silverberg -Lord Valentine’s castle
- Neil Gaiman – Stardust
- Piers Anthony – A Spell for Chameleon
- Sheri S. Tepper – Beauty
- Ken Grimwood – Replay
- Steven Erikson – Gardens of the Moon
- Hugh Cook- The Black Company
- J.B Cabell – The Cream of the Jest
- John Gardner – Grendel
I criteri della scelta – posto che Amazon fornisse i dati, si sono presi in considerazione:
- romanzi rappresentativi dello stile dell’autore
- romanzi considerati fondamentali nella definizione del genere a cui appattengono
- romanzi selezionati su un ampio spettro temporale
- romanzi singoli o, dove siano parte di una serie, il primo volume della serie
Insomma, un buon campionario – e due buona liste di lettura, io credo.
Si noteranno alcunie collocazioni discutibili – la Terra Morente di Vance è fantasy o fantascienza?
Alle Montagne della Follia di Lovecraft è fantasy?
Nel dubbio, è stata applicata la definizione più ampia ed elastica di fantasy (da Moorcock, Wizardry & Wild Romance, e Moorcock & Cawthorn, Fantasy, the 100 Greatest Books).
A questo punto, si potrebbe avviare l’analisi, ma sorge un solo dubbio – includere la lunghezza del testo nell’analisi, o limitarsi a frequenza di parole desuete, lunghezza media della frase e lunghezza media della parola?
Perché in un confronto in cui entrino le trentottomila parole di Grendel e le quasi cinquecentomila parole de il Signore degli Anelli, è probabile che la differnza venga rilevata dalla matematica ed entri nel calcolare la distribuzione dei campioni.
E a questo punto, la lunghezza del manoscritto, è un accidente casuale, una scelta editoriale, o parte dello stile dell’autore?
Meglio peccare di eccessiva prudenza.
IL grafico qui sotto è costruito senza considerare la lunghezza del manoscritto.
E’, se vogliamo, l’analisi della frase media di ciascun romanzo – eipoteticamente di ciascun autore.
Ma per ora, gli autori non compaiono – in rosso il campione che abbiamo chiamato “fantasy”, in blu quello definito “fantascienza”.

Notate qualcosa?
Sembra che la definizione di “genere” non sia proprio così arbitraria, nella maggior parte dei casi, vero?
I dettagli, nel prossimo post.