Nell’ambito delle recensioni, è una questione di fiducia.
Si fanno un paio di prove, e si scopre se quel certo recensore è in sintonia con i nostri gusti, se parla anche per noi quando descrive un film, un libro, un disco…
Nel corso degli anni – a parte gli amici ed i vicini di cella – ho trovato pochi recensori dei quali mi fido ciecamente.
Roger Ebert e Kim Newman, per il cinema.
Per la narrativa… eh, per la narrativa dipende.
In tutta onestà, dai ragazzi di Black Gate Magazine non ho ancora beccato una fregatura – caso più unico che raro di una intera squadra di recensori che sono chiaramente membri della mia tribù.
Per il fantasy vado da loro.
E da Charles de Lint.
Per il pulp, invece vado da Ron Fortier – che è un mito, e che non mi ha ancora mai segnalato un titolo che non fosse per lo meno buono – ed in un paio di casi mi ha segnalato dei veri gioielli; unico problema, molto di ciò che Mr Fortier recensisce è autoprodotto, o edito da piccole case editrici, o limitato al mercato americano.
Ma Jack and the Jungle Lion no.
Jack and the Jungle Lion, lo trovate su Amazon, anche in formato kindle.
Ed è grande.