strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Letture notturne

Poco tempo per leggere, ancor meno per scrivere.
Le settimane di fuoco preventivate sono arrivate, con l’avvicinarsi di scadenze incombenti.
Ho due lavori diversissimi tra loro ed importantissimi, da chiudere in fretta – e devo collaborare assolutamente su un lavoro messo in cantiere da mio fratello.
Complicato complicato complicato.

Però un po’ di tempo per leggere devo assoluatemente trovarlo.
Anche perché fa bene alla salute.
Cose del tipo – sei minuti di lettura riducono del 60% lo stress, rallentano il battito cardiaco e rilassano i muscoli.
Due volte più efficacie di una tazza di té, tre volte più efficacie di farsi una bella passeggiata*.

Quindi io alla sera, potendo, mi leggo un buon libro e mi faccio una tazza di té.
Tanto per andare sul sicuro.

063435-FC222Al momento, sto centellinando The Age of Wonder, di Richard Holmes – un bel saggio storico sul rapporto fra scoperte e creatività nel diciottesimo secolo, attraverso le biografie di un gruppo di personaggi.
Uno di quei libri che apparentemente gli inglesi sfornano con una certa facilità, che entrano nella lista dei bestseller e spazzolano una bella serie di premi**.
Holmes è documentatissimo, e segue i suoi protagonisti – chimici, esploratori, fisici, poeti, matematici – attraverso un fitto interscambio di informazioni che fecero del diciottesimo secolo il secolo dei lumi.

LunarMenIl libro di Holmes fa una bella coppia con l’altrettanto interessante e divertente The Lunar Men, di Jenny Uglow, letto anni addietro, e che funziona quasi come un prequel.

Ed è interessante, questa panoramica dell’illuminismo anglosassone – che qui da noi ha poco mercato, e pare che anche ascuola ci si ricordi sempre e soltanto degli illuministi francesi.
C’è un che di Pickwickiano nelle dotte società britanniche, e naturalmente gli eventi e le ricerche dei pionieri narrati da Holmes sono alla radice di tanti, tantissimi elementi ormai acquisiti dalla nostra cultura.

Procurato per pochi centesimi, usato ma sanissimo, The Age of Wonder ha il solo difetto di essere un trade paperback da quasi 600 pagine, un chilo e rotti di volume scritto fitto, che può nuovere seriamente alla salute se letto di sera, a letto, in caso di improvviso mancamento.

Una lettura particolarmente affascinante, e fa anche bene alla salute.

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*Dovremo parlarne un giorno, di questa faccenda che leggere fa bene alla salute.

** No, certo, anche loro hanno le biografie dei calciatori e i libri dei comici televisivi.
Però poi fanno anche dei volumi di saggistica assolutamente fantastici, e ne vendono a carrettate.
È un dato di fatto.


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Weekend con la Società Lunare

Ci sono libri di storia che sono meglio di romanzi.
E ci sono libri di storia della scienza che sono meglio di romanzi di fantascienza.
Mi capita fra le mani, pronta per un afoso weekend d’agosto, una copia in discrete condizioni di The Lunar Men, di Jenny Uglow.
La trama in breve.
Inghilterra, seconda metà del diciottesimo secolo.
Un gruppo di giovani di estrazione modesta ma dalle grandi aspirazioni si incontra nella regione delle Midlands, e si organizza in una improbabile Lunar Society of Birmingham, informale circolo che si riunisce solo nelle notti di luna piena.
Il gruppo include due giocattolai, Matthew Boulton e James Watt, un vasaio, Josiah Wedgewood, un medico con molti interessi extracurricolari, Erasmus Darwin, e più tardi Joseph Priestley, politico radicale e scopritore dell’Ossigeno.
Seguono quarant’anni di passioni politiche, scandali, amori, imprese ingegneristiche, voli in mongolfiera, ceramica, scoperte scientifiche, ad opera di un gruppo di individui convinti che si potesse trovare un terreno comune per scienza, arte e commercio.

E il tutto capita a Birmingham, che molti anni or sono un’amica definì “l’ascella dell’universo” – ma lei viveva a Londra e si sa, ci sono pregiudizi e antipatie feroci, fra grandi citta non troppo lontane…

Il libro è usato ma gestibile, pagato un’inezia e reso stranamente piacevole al tatto dall’usura – il dorso rugoso, la copertina incredibilmente liscia sotto alle dita, le pagine di un piacevole colore seppiato.
Un libro vecchio a soli cinque anni dalla sua uscita, 600 pagine che promettono una buona dose di intrattenimento ribaldo ed accuratezza storica, un volume che non patirà cacciato in tasca o in borsa, per negoziare i momenti noiosi delle trasferte estive.

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