strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Ancora meditazione – per i curiosi

meditation-300x225Il post sulla meditazione della settimana passata ha generato abbastanza interesse e curiosità da convincermi che potrebbe essere una buona idea farne un secondo.

Ma questa volta, invece di sproloquiare su quanto faccia bene, provo a illustrare alcune tecniche – poiché molti commentatori si sono allineati su una cosa del tipo

mi piacerebbe ma non ho tempo, non ho il posto, mi pare da sciroccati, e poi, mah…

Spero che questo post possa aiutarli.
Coloro che invece trovano l’argomento futile o ridicolo, possono smettere di leggere adesso e cercare post più interessanti su questo blog (ce ne sono tantissimi).
O possono fare click su questo link e cascare su un post a caso.
È una cosa zen.

E comincio col ricordare che su strategie evolutive non crediamo alle verità uniche ed ineluttabili – non detto che queste cose facciano per voi.
Può succedere. Continua a leggere


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Una specie di Zen

È stata una primavera difficile.
Prima i problemi di circolazione, poi una lunga e noiosa influenza, poi le continue trasferte, la fatica.
E le visite, i controlli medici, e tutto il resto.
Il fisico scricchiola ma non è compromesso, ma la fatica si riflette sul morale, e si rimane fiacchi e spompi.
Sarebbe bello farsi delle lunghe passeggiate, ma il clima non è esattamente adatto all’andare a camminare per strade sterrate.

In attesa che il tempo si sistemi e io possa riprendere a fare un po’ di tai chi nel cortile, per il divertimento dei vicini e l’imbarazzo mortale di mio padre, ho rimesso mano alla pratica della meditazione.zen
Ripulisce le sinapsi.
Scaccia la malinconia.
Stimola la creatività.
Riporta sotto controllo la pressione sanguigna.
Mantiene giovani.
Ed è, naturalmente, perfettamente legale.

Ora, ci sono argomenti che si portano dietro un tale carico di ciarpame, che cercare di imbastire un discorso sensato a riguardo diventa, se non impossibile, per lo meno molto molto difficile.

La meditazione è uno di questi – dite “meditazione” e la parola stessa evocherà una parata di stramboidi assortiti, bonzi salmodianti, guru truffaldini, fachiri che praticano forme improbabili di yoga, orridi modaioli superficiali che ascoltano musica-tappezzeria avvolti da volute d’incenso, e cose tipo la chiromanzia, i chakra, il tantra, l’I Ching, il Feng Shui, i fiori di Bach, l’uso dei cristalli per la visione a distanza, il contatto telepatico con i signori dell’Agarthi, Atlantide, musica celtica, gente con più quattrini che buon senso, e una dieta ferrea, fatta di riso bollito e… riso bollito.
E poco altro.

Ah, sì, e donne bellissime sedute nella posizione del loto in luoghi immersi nel verde, o su spiagge esclusivissime, o in altri luoghi improbabili.

meditation-preparation

Certo, come no…

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Menti selvatiche

L’ho già detto in passato – il miglior libro sulla scrittura che mi sia capitato di leggere lo ha scritto, qualcosa come venticinque anni or sono, una signora che si chiama Natalie Goldberg, e che rappresenta uno dei miei punti di riferimento quando si tratta di scrittura, e non solo.

Il volume si intitolava all’origine Writing Down the Bones, pubblicato da Shambhala.
Ma io misi le mani sull’edizione astrolabio – uno di quei libriccini con la copertina di carta celeste.
Il titolo in italiano era Scrivere Zen, e credo lo sia ancora, in quanto il testo credo sia ancora disponibile.

Vedo strane espressioni in seconda fila – ecco che questo parte di nuovo con la sua fisima della scrittura come meditazione, vi dite.

Beh, no.
Scrivere Zen è un eccellente libro sulla scrittura come scrittura.
La scrittura come strumento per riversare sulla pagina il contenuto della nostra mente.
Ma anche, sì, questo sì, il lavoro sulla scrittura come lavoro sullo scrittore. Continua a leggere


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La scrittura come meditazione

OK, un pezzo tanto per questo blog – complice il concorso Ucronie Impure – che per Bujizen.

Oggi mi è stato fatto notare che scrivo un sacco.
È stata menzionata la parola “concentrazione”.
Beh, non è esattamente una questione di concentrazione…

Ho sempre trovato la posizione tradizionale per praticare zazen – la meditazione da seduti – mortalmente scomoda.
Può avere altre attrattive, ma è scomoda – anche avendo unpanchetto ed un cuscino.
Sono pesante, e starsene inginocchiati per una mezz’ora alla volta comporta un certo affaticamento delle ginocchia, già parecchio logorate per i fatti loro.

Il loto ed il mezzo loto mi fanno venire i crampi e i mezzi crampi.
Problemi di circolazione, probabilmente. Continua a leggere