strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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L’opinione degli altri

Capita anche a voi?
Perché a me capita sempre più spesso – è uno dei miei limiti, certo, il più feroce ed il più irrazionale.

No, nel senso che ai vecchi tempi, era un classico, giusto?
Libro dell’orrore – copertina generica, autore, titolo, e poi una bella citazione di Stephen King.

“Ho visto il futuro dell’horror ed il suo nome è…”
“Se ti sei perso… non sai cos’è il vero orrore”
“Un libro ed un autore destinati a cambiare il panorama…”

Ma come diavolo faceva a leggerseli tutti?
E com’è che tutti gli piacevano?
Io la mia teoria non l’ho mai nascosta – io credo che Stephen King abbia un cassetto pieno di striscioline di carta su cui è scritta unafrase lusinghiera generica.
Quando un editore gli spedisce un libro, lui pesca una frase a caso, la caccia in una busta preaffrancata che l’editore ha fornito, ela imposta.
Bello liscio.
Da dopo l’incidente, ha addesrtato una scimmietta ad estrarre a caso la frase dal cassetto.

Ora, la frase lusinghiera dell’autore X riguardo all’autore Y ed al suo lavoro è uno dei più palesi e – credo – futili esercizi pubblicitari mai messi in atto.
Nel senso – qualcuno di voi ha mai davvero acquistato e letto un libro perché piaceva a Stephen King?

Appunto.

Figuratevi se è piaciuto a qualcun’altro.

E qui sorge il mio problema.
E chissà, magari capita anche a voi…
Faccio un esempio.

C’è un’autrice inglese, molto in gamba.
Ho letto il suo primo libro in inglese, trovandolo meno che perfetto ma molto buono.
Mi interessano a questo punto gli altri due romanzi del suo catalogo.
Che esistono anche in traduzione italiana, per i tipi di un noto editore popolare, a prezzo irrisorio.
Circa dieci euro, e me li accaparro entrambi.

Non resta da fare altro che sedersi su una poltrona comoda e leggerseli, giusto?
Ma qui scatta il problema.

La copertina del primo riporta non uno, non due, non tre ma quattro – contatele, quattro – opinioni più che lusinghiere.
La prima è di un autore inglese che onestamente trovo molto sopravvalutato.
La seconda è di un autore inglese che stimo, ma che finora si è limitato a scrivere solo narrativa per ragazzi.
La terza e la quarta sono di due italiani – e vengono riprese sulla quarta di copertina, ed ampliate.

Sono comparse una su Il Venerdì di Repubblica ed una su Corriere della Sera Magazine.

Ed io mi blocco.
Io il libro coi commenti di quei due non lo riesco a leggere.
Mi infastidisce anche solo l’idea di buttare il mio tempo a leggerlo.

E sull’altro?
Tre commenti entusiastici.
Uno di un autore inglese che non ho mai frequentato granché (bravo, eh, ma non mi interessa).
E due degli stessi due italiani dell’altro.
Di più – gli stessi commenti.
Uguali!

Li hanno riciclati?
O semplicemente questi signori non hanno un cassetto fornito come quello di Stephen King?

A questo punto, il problema antipatia istintiva con pregiudizio annesso si fa rampante e crudele.
Lo so, lo so, lo so, si tratta di un meccanismo pubblicitario – commenti estratti da un cassetto da una scimmia ammaestrata, a nome di un glitterato di turno che il libro non lo ha neppure aperto.
Ma non ce la faccio.
Ho due libri che la parte razionale del mio cervello vorrebbe leggere subito.
Ma la parte istintiva strilla – Mai!

Mi salva, inaspettatamente, alcune settimane or sono, un commento di un blogger che commenta spesso questi miei post.
A lui il secondo libro – quello con le quattro marchette – è piaciuto.
L’opinione di una persona reale può, col tempo, disinnescare l’istantanea, istintiva ed ingiustificata antipatia.

Scarlett Thomas dovrebbe pagare una Guinness ad Alex McNab.

Uno di questi giorni, probabilmente, li leggerò, quei due romanzi.
Uno di questi giorni.
Col tempo.

Capita anche a voi?

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