Una ricerca scientifica ha analizzato che effetto faccia spiegare come stanno davvero le cose a persone disinformate.
Beh, risulta che se una persona intrattiene opinioni sbagliate, sulla base di ignoranza, informazioni false, o pregiudizio, spiegare come le cose stiano in realtà, pur con un sacco di dati a supporto, potrebbe non essere la soluzione giusta.
Anzi, potrebbe essere dannoso.
La reazione più diffusa e riscontrata, infatti, consiste nel negare le prove esposte dall’interlocutore, accusarlo di essere un bugiardo ed un mentitore, e poi un arroccarsi ancora più radicalmente sulle proprie convinzioni sbagliate.
La cosa fornisce una spiegazione per certe situazioni politiche con le quali alcuni dei lettori di questo blog potrebbero avere una qualche familiarità.
It’s one of the underpinnings of democracy: Informed citizens make better voters and better decisions. If you’re wrong, all it takes is the facts and you change your mind. That’s the popular belief, anyway.
La vecchia idea che un pubblico informato faccia scelte migliori potrebbe essere un’illusione.
E ad aggravare il problema c’è il fatto che, non importa quanto storta sia l’opinione del nostro soggetto, ci saranno sempre persone che la pensano come lui, pronte a rinforzare la sua opinione storta.
Se nel mix aggiungiamo propaganda e media, diventa evidente che la corretta strategia politica non consiste nel dire la verità:
Consiste piuttosto nel dire una menzogna attraente, facile da capire, e che distorca i fatti a favore dell’utente.
A quel punto, ogni tentativo dell’opposizione di dimostrare la fallacità delle mie basi ideologiche non farà altro che rafforzare la mia posizione col mio zoccolo duro di sostenitori.
Interessante, vero?
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