La prima cosa che mi è tornata in mente, arrivato in fondo a The Osiris Child, pellicola australiana del 2016, è stata Pitch Black, il film del 2000 con Vin Diesel – buona space opera, fatta con pochi soldi e tanta inventiva, e con un cast di attori tanto validi quanto sconosciuti.
Una storia semplice ma che acchiappa, e bell’e pronta per un sequel o due.
Di cosa stiamo parlando…
Per colonizzare e terraformare i pianeti sui quali l’umanità si sta espandendo, vengono usati i criminali, deportati a forza e costretti a vivere in condizioni orribili.
Su Osiris però le cose sono ancora più complicate: l’azienda che gestisce gli impianti carcerari sta facendo esperimenti sui prigionieri, per sviluppare una bioarma progettata per “assimilare o sterminare” eventuali alieni ostili sui quali l’umanità in espansione potrebbe inciampare.
È illegale, naturalmente, ma l’azienda e i suoi dirigenti non se ne preoccupano.
Poi una rivolta in un carcere, la fuga delle bestie sperimentali, e la decisione dell’azienda di sterilizzare il pianeta facendo collassare ed esplodere una centrale termonucleare, in modo da far sparire ogni prova. Continua a leggere