Continuiamo col diario di questo crowdfunding per Hope & Glory, mentre la data del lancio si avvicina inesorabile.
È davvero steampunk, Hope & Glory?
La prima volta che mi sono sentito chiedere in che modo Hope & Glory sarebbe steampunk è stato nel 2016, in una diretta con Lucca, dove si trovavano Gionata dal Farra di GGStudio (alias, l’editore) e Angelo Montanini (alias, l’artista), che aveva creato i bozzetti dei costumi per alcune delle culture presenti nel mondo di gioco.
Ma dove sarebbe l’elemento steam in tutto questo?

Perché è vero, la prima cosa della quale mi pare il caso di parlare, quando parlo di Hope & Glory, è la varietà culturale del setting: c’è il Raj Anglo-Indiano scaturito dalla fusione di cultura vittoriana e cultura indiana; c’è la Cina dei Taiping con la sua polizia psichica ela sua teocrazia pseudo-cristiana; c’è la Russia nella quale la popolazione si sta inesorabilmente separando in Eloi e Morlock; c’è la Federazione Africana che ha buttato i colonialisti fuori a calci e si è trovata un posto fra le Grandi Potenze.
E ci sono i giapponesi della Repubblica di Iezo che combattono contro i kaiju. Perché io valgo.
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