Alessandro Girola, che sta qui nella cella accanto nel Blocco C della blogsfera, ha fatto un post parlando della crisi del fantastico in Italia – e concentrandosi sostanzialmente sul mercato dei libri. Perché è quello che facciamo noi qui ai lavori forzati nel Blocco C: scriviamo libri.
La tesi di Alex si concentra sul fattore delle vendite e individua quattro cause principali
- la contrazione della lettura come attività ingenerale – leggere non è (più?) un passatempo diffuso e popolare
- il crescente disinteresse degli appassionati del fantastico per la narrativa scritta, preferendo altri media
- la mancanza di una critica seria e accessibile che contribuisca a formare il gusto del pubblico
- la povertà qualitativa dell’offerta
E io non posso che concordare punto su punto.
Non posso però evitare, anche, di segnalare un altro fattore che non so se sia causa o sintomo della situazione generale, ma è certamente un dato reale, e significativo – ed è la narrazione diffusa.
Ed è questo il tema di questo post o, come dicevano i Supertramp…
Crisi? Che Crisi?
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