Il corso di taoismo online va a gonfie vele, ma la notte passata, complici la stanchezza e la cattiva salute, abbiamo fatto vacanza e siamo rimasti con una sola domanda in sospeso.
La questione, in partenza è questa – una componente essenziale della ricerca filosofica dei taoisti delle origini riguarda la competenza, ed in particolare l’espressione della competenza e come la competenza sia riconoscibile ed identificabile correttamente.
Come distinguere un maestro da uno semplicemente in gamba.
Non è così difficile da capire.
Siamo in un periodo di stravolgimenti politici*, e la filosofia cinese si concentra sul problema della gestione e della conservazione del potere; per un sovrano, possedere la capacità di riconoscere, nella propria corte, gli elementi affidabili dagli scalzacani, è essenziale.

Quella vecchia volpe di Zhuangzi…
Ora, secondo Zhuangzi – a mio modesto paere l’autore più interessante, per ciò che riguarda il taoismo filosofico – la competenza è strettamente legata ad una serie di semplici (…) qualità:
Distacco
Nessun pensiero per i risultati
Abbandono di ogni speranza di profitto
Ciò che è importante, quindi, non è semplicemente cosa si fa, ma come lo si fa.
Ora, una delle mie brillanti studentesse (ma non crediate, ho anche dei brillanti studenti), mi domanda…
Mi sfugge un po’ la storia della competenza…
Come posso capire se uno è competente se non dai risultati?
Un medico è competente se mi fa guarire…
Insomma per dirla come uno che si può considerare un maestro “dai frutti riconoscerete l’albero”.
Che è una buonissima domanda.
Ma Zhuangzi, vecchia volpe, dice che è la persona competente che non deve pensare ai risultati, non chi la sta valutando.
Il risultato, ovviamente, è importante – l’esempio del medico è perfetto.
L’espressione
l’operazione è riuscita ma il paziente è morto
è tristemente nota.
Così com’è nota l’espressione
la cura è peggio della malattia
Il risultato è importante.
Ma il risultato, per quanto importante, non è sganciato, in termini di qualità, dal modo in cui viene raggiunto.
Il percorso, il cammino (hmmm… il tao) è importante quanto la destinazione, è indissolubilmente legato alla destinazione, e perciò è fondamentale nel valutare la qualità della destinazione.
Un eccellente risultato raggiunto malamente è comunque discutibile.
Ora, cosa vuol dire quella vecchia volpe di Zhuangzi quando dice che il vero maestro è distaccato, non pensa ai risultati e abbandona ogni speranza di profitto?
Vuol dire essenzialmente che nell’applicazione di qualsiasi procedura – che sia una analisi filosofica, la scrittura di un saggio, l’applicazione di una terapia o l’andare apesca di trote – qualsiasi pensiero che non sia immediatamente diretto alla procedura, è una distrazione.
Pensare ai risultati mi impedisce di concentrarmi su ciò che sto facendo.
Sperare in un profitto di qualche genere mi distrae da ciò che sto facendo.
Pensare troppo a ciò che sto facendo interferisce col farlo.
Il fluire dell’azione, senza barriere tra gesti e pensieri, è fondamentale.

È la solita storia – se ballate il tango e contate i passi, finirete con l’incespicare.
Se il vostro pensiero è focalizzato sul premio, perderete la gara.
Poiché stiamo cercando di valutare chi ci sta di fronte – ed al quale potremmo dover affidare l’amministrazione dello stato, o l’educazione dei nostri figli, o il futuro della nostra industria – valutare non solo quali risultati ottenga, ma come li ottenga, e quale sia il suo atteggiamento mentale, è indispensabile.
O si rischia…
Ma lasciamo perdere.
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* ogni riferimento a fatti di cronaca è puramente casuale – stiamo parlando del periodo delle Primavere e degli Autunni, al periodo degli Stati Combattenti.
Millenni or sono.
In Cina.
No, davvero!
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