Un’azienda che si occupi di risolvere i crimini al di fuori dei vincoli troppo stretti – o delle maglie troppo large – della legge.
È un’idea classica dei pulp.
Nel pulp classico, la Justice Inc. era il gruppo di spalla di un personaggio noto come The Avenger, un uomo che perduta ogni cosa – persino la possibilità di esprimere emozioni attraverso i lineamenti del viso, congelati dalla paralisi – aveva votato la propria esistenza alla distruzione del male.
In tempi recenti, nel new pulp, la Justice Unlimited è il gruppo che affianca Lazarus Grey nella sua lotta contro il crimine, il Male e la follia.
A metà fra le due aziende citate qui sopra, si pone un curioso esperimento televisivo che pare completamente dimenticato.
Alla fine del ventesimo secolo, e quasi a voler mettere alla prova la leggenda secondo la quale il pulp in TV non funziona, John McNamara e David Simkins presero alcuni cliché del pulp, e crearono per la ABC un’altra azienda specializzata nella lotta al crimine.
La chiamarono Vengeance Unlimited.
È semplice.
Se avete un problema che non potete risolvere, se la legge vi ha abbandonati o, peggio, lavora contro di voi, Mr Chapell è disposto a far diventare i vostri problemi, suoi problemi.
In cambio, a scelta – un milione di dolalri in contanti, oppure essere disponibili, un giorno o l’altro, a fargli un favore.
Un favore soltanto.
Vi chiamerà lui.
Tutto, assolutamente tutto, in Vengeance Unlimited, è perfetto.
Michael Madsen, nel ruolo dell’enigmatico Mr Chapell, è il più soave e minaccioso individuo che la macchina da presa abbia mai inquadrato – è brutale ma intelligente, feroce ma simpatico, spietato ma compassionevole. Un uomo senza passato come the Avenger, ma con delle passioni forti, e una vena di follia che potrebbe essere una maschera, o una cicatrice di un trauma che ha fatto di lui ciò che è ora. Se l’idea di fondo è quella del Vendicatore, d’altra parte il meccanismo quasi-ricattatorio del favore arriva direttamente da The Shadow, col quale il personaggio condivide le proprie abitudini notturne.
Kathleen York è graziosa e spiritosa senza essere una vamp inarrivabile, ed è perfetta nei panni della donna coinvolta per caso, e che diventa l’unico membro fisso – a parte Mr Chapell – della Vengeance Unlimited. Tutti gli altri sono co.co.co.
Sono perfette le sceneggiature, scritte come piccoli meccanismi a orologeria.
Perfetta la regia – che gioca coi generi, si rifà al noir ma anche al neo-noir degli anni ’80, sbeffeggia il procedurale, cita e cortocircuita lo slasher.
Straordinario il cast dei comprimari, una carrellata di grandi facce da telefilm. E divertente il gioco di richiamare come collaboratore della Vengeance Unlimited chi è stato cliente negli episodi precenti*.
Eppure non funzionò, e la Vengeance Unlimited chiuse i battenti dopo appena sedici episodi da un’ora ciascuno.
I motivi?
Troppa ambiguità morale.
Troppa violenza – soprattutto, io credo, troppa violenza divertente, liberatoria. Il genere di violenza che ci fa applaudire il vendicatore e non piangere per il destinatario della vendetta.
Mr Chapell non promuove i buoni sentimenti – Mr Chapell punisce i cattivi.
Senza usare la pistola.
La serie passò, molti anni or sono, su una rete nazionale, tutte le notti, alle due, per un intenso mese estivo.
E poi scomparve.
Per sempre.
Il che, se da una parte mi fa infuriare, dall’altra è molto in linea con lo spirito della serie.
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* Chi ricorda il mio post su Burn Notice, noterà molti elementi simili – e ci sono davvero.
Probabilmente Vengeance Unlimited arrivò troppo presto per il proprio bene.