strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti


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Shannara, probabilmente

Sword_of_shannara_hardcoverÈ successa una cosa strana, qui nel Blocco C della Blogsfera.
Nei giorni passati, durante l’ora d’aria su facebook, il mio amico Germano – di Book & Negative – ha annunciatola sua intenzione ri rileggersi La Spada di Shannara.

Ora, ne abbiamo parlato molte volte – la pubblicazione di The Sword of Shannara, nel 1977, è un momento importante per l’evoluzione della letteratura fantasy.

Il lavoro di Brooks venne selezionato da Lester Del Rey, che stava cercando un romanzo che potesse soddisfare il desiderio dei fan di Tolkien, che volevano una seconda dose del loro fantasy preferito1.
Il romanzo lanciò la Ballantine/Del Rey, destinata a diventare nella decade successiva il principale editore di fantascienza e fantasy, e la carriera di Brooks.
Ci sarebbero voluti sette anni perché Shannara diventasse una trilogia – creando quello che viene in generale definito template fantasy o fantasy post-tolkieniano.
Del Rey – che aveva una lunghissima esperienza alle spalle come autore ed editor – lavorò personalmente alla revisione del romanzo di Brooks, contribuendo a farne, sostanzialmente, Il Signore degli Anelli senza le parti noiose e senza le poesie in elfico.
Una bieca operazione commerciale – completata con l’ingaggio, come illustratori del volume, dei Fratelli Hildbrandt, famosi per le loro illustrazioni tolkieniane.
Il volume vendette 125.000 copie nel primo mese. Continua a leggere


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Come faccio a farmi prendere sul serio?

crop380w_istock_000003015755xsmall-mathNell’ambito accademico si parla spesso di “Invidia della Matematica” – quella condizione particolare, quella specie di insicurezza che hanno talune materie nei confronti della matematica.
Perché i matematici hanno le equazioni, hanno le dimostrazioni, hanno i teoremi.
È tutto nero su bianco, ci sono dele regole, si ottengono dei risultati che sono numeri. Hard numbers, come si suol dire.
Ma un biologo?
Cos’ha un biologo, di hard?
Ricordo ancora il professor Alvarez, fisico, che definì la paleontologia “Collezionare francobolli”1.

Il che naturalmente è un’idiozia, o se preferite una ultra-semplificazione – ma l’invidia della matematica esiste.
Se non si hanno dei numeri, in ambito scientifico, è difficilissimo essere presi sul serio.
E a me sta bene – dopotutto io sono uno che si occupa di analisi statistiche di dati ambientali, che per gran parte delle scienze naturali rappresentano l’unico modo per avere dei numeri da mostrare – e numeri ben poco hard, ma accontentiamoci.

Un fenomeno affine, io credo, è presente nella narrativa – e potremmo chiamarlo “Invidia del Realismo”.
Si riassume facilmente nella frase che fa da titolo a questo post, e che per i distratti ripetiamo qui di seguito:

Come faccio a farmi prendere sul serio?

Credo che sia la più diffusa e pressante domanda inespressa di chi scrive narrativa d’immaginazione.
E soprattutto di chi legge narrativa d’immaginazione.
Voi non credete? Continua a leggere


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Cronache di un’Era Oscura

24h-Pflege-200x300Parliamo della miglior serie di romanzi fantasy mai scritta, avete voglia?
E no, non è una stupida iperbole.
Parliamo della migliore serie di romanzi fantasy mai scritta.
Senza se e senza ma.
La migliore.
E ne parliamo perché voi non l’avete mai sentita nominare, a meno che non siate passati da qui nell’inverno del 2009.
Per questo la vostra vita è squallida e triste – ma ora ci metteremo rimedio.

Procediamo con ordine, che sarà una cosa lunga.

Hugh Cook nacque in Inghilterra nel 1956, ma crebbe a Kiribati, studiò e visse in Nuova Zelanda, e morì in Giappone.
Hugh Cook non era un uomo che pensasse in piccolo.
E a metà degli anni ’80 delineò tre serie di venti romanzi, e le chiamò Chronicles of an Age of Darkness, Chronicles of an Age of Wrath e Chronicles of an Age of Heroes.

Poi si sedette alla macchina per scrivere – non aveva un word processor – e cominciò a scrivere The Wizards and the Warriors. Continua a leggere


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Tolkien Light

OK, facciamoci ancora qualche amico fra i tolkieniani (perché dovrebbero odiarmi solo i trekkies, giusto?)

L’input, per questa performance del piano bar del fantastico fa più o meno così…

Cosa ne pensi di Shannara?

E la reazione è sempre la solita – se posso, cerco di non pensarci.
Nel senso che, ok, mi piace la letteratura d’immaginazione, mi piace la fantascienza, mi piace il fantasy, perché no, anche l’horror, ma non è che io passi le mie giornate a far scorrere nel mio cervello la lista dei libri che ho letto, spostandoli avanti e indietro secondo una certa classifica mia personale.
Insomma, io una vita, anche se non proprio straordinaria, ce l’avrei…

Ma se proprio ci devo pensare, all’opera di Terry Brooks,

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