Oggi è il #LolaDay, nell’anniversario dell’uscita di uno dei grandi brani storici dei Kinks.
E quindi noi festeggiamo.
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Faccio un giro un po’ convoluto.
Un pork chop express, per gli amici là fuori che mi seguono assiduamente e che gradiscono sempre un buon pork chop express.
In autunno uscirà l’edizione del cinquantenario di The Kinks are the Village Green Preservation Society, che dopo cinquant’anni viene finalmente riconosciuto come uno dei dischi più importanti della storia della musica del ventesimo secolo.
Non so se me lo potrò permettere, il nuovo/vecchio disco dei Kinks. Ricordo ancora le ore passate ad ascoltare il vecchio vinile, e quell’impressione che ci fosse qualcosa, là dentro, di importante.
In un modo o nell’altro, Village Green è parte di ciò che sono, e forse non mi serve la nuova edizione.
Ma non è di Village Green, che ho voglia di parlare stasera, ma dell’album dei Kinks che uscì due anni prima, e che si intitola Face to Face. Continua a leggere
Alcohol
Domenica, mettiamo un po’ di musica.
Lei si chiama Amanda Mabro, ed è una jazzista e artista di cabaret canadese.
La canzone è la giustamente leggendaria Demon Alcohol, scritta nel 1970 (o era il ’71?) dal grandissimo Ray Davies – che proprio in quegli anni stava combattendo i propri demoni.
L’esecuzione è live, nelle strade di Montreal.
E mi piace quasi quanto l’originale…
Sogni
Li odiate anche voi quelli che il mattino dopo vi raccontano i sogni fatti la notte prima?
Io li detesto.
Voglio dire, ciascuno ha il diritto alla propria privacy per lo meno quando si tratta dell’inconscio, giusto?
O delle Dreamlands.
Però a tutto c’è un limite.
La notte passata è tornata.
Come accade normalmente quando sono sotto pressione.
Sono trent’anni…
Il sogno non ve lo racconto:
Tanto è il solito.
Tema: come ho trascorso le vacanze estive
Svolgimento:
- visitando sagre e feste paesane locali – indimenticabile lo stinco alla brace della Pro Loco di Carentino
- leggendo una pila alta così di saggistica – con una manciata di titoli che mi avanza per settembre
- leggendo una pila alta così di fantascienza
- leggendo un paio di romanzi mainstream tanto per non fare la figura dell’incolto con quelli che la fantascienza no, mai, assolutamente
- godendomi l‘Iguana Summer Special insieme con persone che la fantascienza, wow, eccome (ma Elvezio Sciallis ci ha nuovamente paccati)
- ascoltando musica eccellente
- progettando e sviluppando una libreria anti-condensa, con circolazione d’aria forzata alimentata a energia solare (per meno di 50 euro!)
E mi restano un paio di gite e, sì, lo ripeto, una pila alta così di libri da leggere.
In compenso ho scritto pochissimo – e mi toccherà recuperare.
Ascoltiamoci un classico dimenticato…
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Gli amici di Ray
OK, questa è una pubblicità progresso.
O qualcosa del genere.
Ray Davies, già leader dei Kinks, é una delle persone che hanno contribuito a formare la mia cultura musicale – o mancanza della medesima.
E non solo.
L’uomo che quando John Lennon gli disse “Bella chitarra, è la tua?” rispose “Lo sarà quando mia madre avrà finito di pagare le rate” è il responsabile di alcune delle più importanti canzoni del ventesimo secolo, e pare ben deciso a tenersi stretto anche il ventunesimo.
Ha sofferto di depressione, ha cercato di uccidersi coi barbiturici, gli hanno sparato a New Orleans, e lui continua imperterrito.
Il disco See My Friends è probabilmente una bieca operazione commerciale, fatta per finanziare il prossimo progetto.
Ma sentire Bruce Springsteen cantare Better Days vale da solo il prezzo del biglietto.
Purtroppo quel brano non si trova in rete.
Si trovano invece i Metallica che fanno da spalla a Davies per You Really Got Me.
Vediamo se qualcuno si addormenta…
Certo, questa l’avevano già rifatta i Van Halen.
Noi, Lars e Soci, li aspettiamo con una cover dei Jethro Tull…