Oggi volevo parlarvi di Roald Dahl, ma trovo opportuno aprire questo post con due esempi di sciocchezza conclamata, perché Dahl avrebbe approvato.
Il primo è il discorso, sentito per caso in una di quelle situazioni in cui per passare il tempo si origlia, secondo il quale lo stato in cui versa la letteratura nel nostro paese – e oltre – è dovuto (anche) al fatto che non ci sono lettori qualificati: la maggior parte delle persone che leggono hanno una cultura medio/bassa, e non hanno fatto studi umanistici opportuni.
Il che sarebbe abbastanza ridicolo, ma mi colpisce perché in questi giorni, rimettendo a posto i miei scaffali, ho recuperato un po’ di volumi della Everyman Classics sparsi per casa – la Everyman, gente che da un secolo pubblica classici della letteratura popolare per un pubblico che non ha, probabilmente, una laurea umanistica a certificazione del proprio gusto.
Che scemi, vero?
E gli effetti si vedono – considerate ad esempio la seguente recensione, comparsa su Amazon.it, di un volume Everyman che proprio in questo momento ho sulla mia scrivania…
La professoressa di mia figlia ha dato alcuni titoli dei libri da leggere durante l’estate, senza dare alcuna indicazione, per cui mia figlia non conoscendo l’autore ha preso il primo a caso … ha sbagliato in pieno , il libro è pesante e le storie sono squallide… giace in un angolo della casa e soprattutto sono 800 pagine veramante troppe!
Il volume in questione è Collected Short Stories, di Roald Dahl. Continua a leggere