Sto leggendo due libri, in questi giorni, uno durante la pausa del pranzo ed uno durante la cena. Mio fratello sta seguendo una studentessa cinese alla quale sta facendo tutoring per la programmazione in Android (meraviglie del telelavoro), e quindi viviamo con fusi orari diversi. Se devo mangiare da solo, posso per lo meno godere della compagnia di un buon libro.

A pranzo sto leggendo Monkeys with Typewriters, gli appunti del corso sul romanzo tenuto da Scarlett Thomas all’Università del Kent. Mi piacciono i libri della Thomas, ed il suo “manuale di scrittura” si sta rivelando estremamente interessante. Le radici universitarie si vedono, non è la solita zuppa a base di show don’t tell e POV – ci sono tutti gli argomenti fondamentali, ma trattati in maniera diversa dal solito.
Ottimo.
Curiosamente ho ripensato alla Thomas qualche giorno addietro (prima, in effetti, di acquistare con un buono il suo manuale), quando mi sono trovato a discutere con alcuni contatti oltremanica della recente reazione che si sta sviluppando contro i cosiddetti manuali di self-help. Quelle cose del tipo Come Farsi degli Amici e Influenzare la Gente, ma anche i corsi di lingue su CD, le diete e i manuali per riordinare la casa e la guida alla lettura dei tarocchi. Ricade tutto, merceologicamente parlando, nel calderone del self-help.
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