È venuta fuori una interessante discussione, ieri, su De Ebook Mysteriis, il gruppo di Facebook dove si parla di editoria elettronica.
Il mio amico Mauro Longo lamentava la scarsità di edizioni dell’opera di Clark Ashton Smith (del quale ieri cadeva l’anniversario della nascita) nella nostra lingua. Cosa sorprendente, considerando che il buon CAS, terzo dei Moschettieri di Weird Tales insieme con H.P. Lovecraft e R.E. Howard, è stato certamente uno dei più stampati fra gli autori di fantasy e orrore sovrannaturale nel nostro paese.
Dopo varie uscite negli anni ’60, la MEB gli dedicò una serie di volumi nei ’70.
Poi toccò a Nord e Fanucci – quest’ultima in particolare inondò le librerie, fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, con dozzine di volumi dell’opera di Smith.
I titoli Fanucci vennero poi variamente ripresi da Newton Compton – sia nei minuscoli MilleLire che successivamente in vari volumoni.
Però Muro ha ragione – da una ventina d’anni Smith latita dai nostri scaffali, e anche gli apparentemente infiniti multipli prodotti da Fanucci e Newton sono stati consegnati, con gli anni, alle rudi attenzioni del riciclatore.
Si trovano ancora poche copie, a prezzi stravaganti, su eBay. Continua a leggere
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La Forma delle Cose a Venire
E se Robert E. Howard non fosse riuscito ad uccidersi?
E se H.P. Lovecraft avesse accetato di dirigere Weird Tales?
Possono due autori di narrativa d’immaginazione cambiare la storia del ventunesimo secolo?
E quale sarà a quel punto, la forma delle cose a venire?Forse potremo vivere nei nostri sogni, se saremo degni di loro.
Questo è il mio secondo racconto su un Robert Howard alternativo.
Ne La Ballata di Bobbie Howard, ci siamo divertiti (si spera) ad immaginare un mondo in cui Howard – ma anche Lovecraft, e chssà quanti altri – sono donne anziché uomini.
Ne La Forma delle Cose a Venire, più semplicemente (forse),sia Howard che Lovecraft sfuggono alla falce del tristo mietitore.
Entrambe le storie vennero scritte alcuni anni addietro, con lo scopo dichiarato di causare un amichevole brivido agli appassionati di Howard e Lovecraft.
Ricordo chi mi disse, leggendo per la prima volta Bobbie Howard, che Two-Guns Bob mi avrebbe probabilmente preso a pugni per ciò che avevo scritto.
Io mi permetto di dubitarne – a differenza di molti suoi fan, Bob Howard aveva il senso dell’umorismo.
E credo avrebbe apprezzato anche questa seconda revisione della sua biografia.
Un terzo racconto venne delineato come conclusione di questa ipotetica trilogia di storie alternative – intitolato Stella Solitaria, avrebbe dovuto descrivere lo scontro fra le forze indipendentiste texane al comando di Bob Howard e le forze del governo americano totalitario del Presidente Lovecraft.
L’outline è ancora lì.
Ma non ho mai scritto il racconto.
Né credo che lo scriverò.
H.S. Whitehead e le ombre delle Indie Occidentali
Un post per il piano bar del fantastico – primo di una coppia.
Paola ha chiesto qualche notizia su Henry Whitehead e su Lafcadio Hearn.
Hearn lo lasciamo per metà settimana – e buttiamo invece un occhio a Whitehead, che è certamente meno conosciuto, che vale la pena di conoscere, e le storie di spettri del quale sono state recentemente ristampate in un massiccio volumone dalla solita Wordsworth Editions.
Quasi settecento pagine al prezzo di una pizza margherita – si intitola Voodoo tales – The Ghost Stories of Henry S Whitehead. Continua a leggere
Shambleau
Mi son trovato a parlare di Shambleau, ieri.
Il discorso ruotava attorno a come, in mano ad un autore o ad un regista capace, anche la storia d’amore fra il vampiro e l’umano, fra il predatore e la preda, possa avere degli sviluppi interessanti.
Il che è vero.
Certo, resta sempre il fatto che un vampiro che s’innamori di un essere umano è un po’ come un essere umano che si innamori di un quarto di bue (o di un orto, se preferite un paragone vegetariano).
Ma in effetti, per quanto un’idea possa essere stramba, un buon autore può certamente cavarci qualcosa di buono.
Lo fece P.J. Farmer con The Lovers, giusto?
La storia d’amore fra un umano e un insetto che imita la forma umana, un mimetismo con fini predatori.
Erano gli anni ’60.
Ma prima ancora, non aveva perfettamente sviluppato ed esaurito il tema C.L. Moore, con Shambleau?
E qui devo fermarmi.
Perché per me, a questo punto, mettere giù un po’ di mie idee sul racconto di C.L. Moore sarebbe abbastanza immediato.
Ma viene fuori, chiacchierando, che un sacco di gente non ha letto Shambleau.
Che per me è incredibile.
In primis, perché è certamente uno dei dieci, dodici racconti fondamentali per lo sviluppo del fantastico moderno, e poi perché è un classico dei classici.
Io lo conoscevo e desideravo leggerlo prima ancora che lo la Nord, nella Fantacollana, ne facesse uscire una versione in italiano, tanta era la sua risonanza in articoli e saggi sul fantastico.
Ma come, non avete mai letto Shambleau?!
Però è un fatto innegabile, molti là fuori non l’hanno letto (ma cosa vivono a fare?)
Per cui io ora mi fermo e vi dico – qui c’è il link dal quale scaricare legalmente una copia della storia, in inglese.
Non leggete questo post.
Leggete Shambleau.
Poi, casomai, leggete questo post.
Che da qui in avanti contiene S P O I L E R.
Siete stati avvisati.
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Al Cospetto della Dea Infranta
Nel 1982, un autore appena trentenne pubblicò un romanzo straordinario, incassando lodi e apprezzamento dda personaggi diversi quali Lyon Sprague de Camp, Gene Wolfe e Mary Gentle.
Il libro, illustrato dalle tavole di Stephen Fabian, venne ristampato più volte – e venne anche tradotto in italiano.
Nessuno, tuttavia, pare ricordarsene.
The Shattered Goddess, di Darrell Schweitzer, venne tradotto in italia come Alla Morte della Dea, e pubblicato nel 1990 da Urania Fantasy, senza le tavole di Fabian e con una copertina che parrebbe più adatta a Lord Darcy di Randall Garrett.
Il romanzo passò inosservato al pubblico nazionale – ed anche nel mondo anglofono è probabilmente un oggetto di culto.
Ed è un peccato, perché si tratta di un’opera eccellente.
Il volume è oggi disponibile in paperback per i tipi della Wildside Press – ma i collezionisti possono trovarne copie in hardback, usate e a prezzi dall’interessante allo stravagante, battendo i soliti canali.
Il titolo deriva dall’evento che segna l’era nella quale si svolge la storia – dopo la morte e distruzione di una divinità femminile che incarnava aspetti tanto positivi quanto negativi, e i resti della quale ora alimentano meraviglie e stregonerie.
L’orrido progetto di vendetta di una stregaccia furiosa porta la corruzione al vertice del potere nella città di Ai Hanlo, ed innesca una serie di meccanismi che porteranno una coppia di giovani ad esplorare il mondo e a scoprire molto di più di ciò che non avrebbero voluto scoprire.
Intanto, le tenebre si estendono sulla Terra, e coloro che verranno dopo gli uomini si preparano a prenderne il posto.
Il romanzo di Schweitzer si svolge in un classico setting da terra morente, costruito con un uso accurato del linguaggio ed un occhio per le descrizioni.
I modelli dominanti sono certamente il Jack Vance dy Dying Earth e forse ancora di più il Clark Ashton Smith di Zothique – ma non manca un riferimento diretto e divertito (e divertente!) a The Night Land, di William Hope Hodgson.
L’influenza di Smith si ravvisa anche nell’umorismo – che a differenza del più barocco humor vanciano è invece raro e tagliente, crudele, non privo di un certo cinismo.
La narrazione precipita progressivamente in una oscurità tanto fisica quanto psicologica, al punto che gli sprazzi di luce e calore che l’autore concede ai propri personaggi colpiscono il lettore come lampi abbaglianti.
L’occasione per scoprire questa piccola (poco più di 180 pagine) gemma, è stata la recente uscita, in formato ebook, di un secondo volume – Echoes of the Goddess – che riunisce alcuni racconti* che condividono l’ambientazione del romanzo, e fanno da cornice all’azione principale.
Letto Echoes, è stato divertente immergersi nel romanzo principale, che è coinvolgente, profondo, ricco di idee e spunti, e personaggi memorabili, pur senza sbrodolarsi su lunghe trilogie complicate.
Schweitzer riesce ad evocare paesaggi alieni con poche frasi ben costruite.
I suoi personaggi parlano con una strana miscela di arcaismo ed espressioni moderne, edi riferimenti a testi del passato, antiche ballate, poemi e altro materiale di background gli permette di rendere il suo mondo denso e stratificato senza appesantire la narrativa.
The Shattered Goddess è un artefatto di un’epoca più civile, è certamente un titolo da rivalutare.
Potrebbe essere una buona idea battere le bancarelle, in cerca di quel vecchio Urania Fantasy**.
E Darrell Schweitzer è un autore da leggere, e seguire con attenzione.
Già un altro suo volume aspetta sullo scaffale, ed altri due sono sulla lista della spesa.
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* Schweitzer ha all’attivo oltre 300 racconti, oltre a tre romanzi, e una vasta quantità di saggi.
Ha curato l’edizione di numerose collezioni di articoli e interviste sul fantastico, ed è stato editor di Weird Tales.
Molti probabilmente lo conoscono più come autore di saggi e introduzioni a volumi di autori storici – Hodgson, Conan Doyle, Mundy, Poe…
**nel momento in cui scrivo questo, Amazon.it ne offre una solitaria copia usata a 8 euro.
15 euro di letture estive
Questo non è il post che avevo in programma.
Ma ci sono un sacco di cose per aria, e quallo che avevamo in programma lo lasciamo per il futuro.
Il fatto è che ad agosto avrò un sacco ma proprio un sacco da fare, però non mi dispiace l’idea di trascinarmi da qualche parte sulle colline, in posizione ombreggiata e ventilata, e passare qualche ora a leggere, nelle ore più calde della giornata, complice una tanica di té ghiacciato.
Perciò ieri sera ho dato un’occhiata alla wishlist, ed ho deciso di sacrificare il prezzo di un film di prima visione per garantirmi un po’ di ore di sano intrattenimento.
E perché allora non approfittare del rinascimento pulp che l’editoria elettronica sembra aver innescato?
Un po’ di ebook – costano poco, si trovano cose incredibili, e non ci sono tempi d’attesa.
Bello liscio.
Ecco quindi cosa abbiamo sul piatto per le prossime settimane – ci mettiamo una semplice notarella, e ci ripromettiamo di fare una recensione completa una volta letto ciascun titolo.
Vediamo… Continua a leggere
Un campionario di opzioni – Nascerà una Strega
Un post piuttosto specifico per il piano bar del fantastico.
Il mio amico Hell Graeco, che sta giù nel braccio degli Incorreggibili, sostiene di non aver mai gradito granché il racconto Nascerà una Strega, di Robert E. Howard, ed in generale ha un atteggiamento piuttosto critico riguardo alle capacità autorali del buon Two Guns Bob.
Su alcuni punti, insomma, non concordiamo.
Ora, naturalmente esistono questioni di gusti e personali inclinazioni che non sono argomento di discussione.
Resta tuttavia il fatto che Nascerà una Strega, storia minore del ciclo di Conan, rimane molto in alto nel mio personale elenco delle storie di Howard.
Non perché sia particolarmente bella, ma perché è estremamente importante.
Una storia minore.
Non eccelsa.
Ma meriteole di essere letta per un certo numero di ottime ragioni.
In realtà non parleremo di una storia, ma di due.
Ma non sarà male.
Vediamo…
Roba da uomini
Pezzo notturno per il piano bar del fantastico.
C’era una richiesta per Manly Wade Wellman,.
E chi sono io per non dare spazio a uno che si chiama Manly?
Wellman è uno dei cosiddetti autori “minori” della Weird Tales Generation.
Il che vuol dire ben poco – considerando che i minori e i “giovani” autori pulp sonoc omunque un contingente agguerritissimo.
Come Henry Kuttner, E. Hoffman-Price, il “giovane” Robert Bloch, Wellman fu sempre un solido, affidabile secondo violino nell’orchestra di Weird Tales.
Come i suoi compagni del secondo girone, era un narratore molto più sofisticato di quanto non si sarebbe portati a pensare.