strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Venti canzoni – parte prima

19 commenti

Dici niente.

OK, mettiamola giù alla maniera degli antichi – devo farmi intombare nella mia piramide, con i miei schiavi, le mie mogli, una manciata di guerrieri (nel caso ci fosse qualcuno che ascolta Crust-punk nell’aldilà), i miei gatti, un paio di coccodrilli, il mio oro (e non quello di Capitan Findus), i miei libri (ne avevamo già parlato, ricordate?) e venti quarantacinque giri.

Dici niente.
Consultiamo i libri sacri.
Qualcuno avrà pur scritto qualcosa a riguardo…
Il libro tibetano dei morti.
Lo Chtaat-aquadingen.
Alta Fedeltà

The making of a great compilation tape, like breaking up, is hard to do and takes ages longer than it might seem. You gotta kick off with a killer, to grab attention. Then you got to take it up a notch, but you don’t wanna blow your wad, so then you got to cool it off a notch. There are a lot of rules. Anyway…

Già.
Vediamo, regole di campo – i pezzi, titolo, autore, fonte, due righe di commento e una citazione del testo (in originale, così chi vuole fa esercizio).
E un lato B – sono 45 giri, giusto?

Vediamo, tre sono semplici – sono le tre che ho già citato…

Touched by the sun, di Carly Simon, dall’album Letters Never Sent.
Carly aveva una gran voce (ora non più) e questa canzone in particolare è un buon manifesto programmatico.
È tosta, cattiva, egocentrica. Mi piace.
B-side: Libby

But deep down inside I know
I’ve got to learn from the greats,
Earn my right to be living,
Let my wings of desire
Soar over the night
I need to let them say
“She must have been mad”

West of Hollywood, degli Steely Dan, dall’album Two Agains Nature.
Il catalogo di Fagen & Becker è zeppo di canzoni che ascolterei volentieri per l’eternità nella mia piramide.
Questa racconta una storia vagamente cyberpunk, con una base musicale semplicemente perfetta.
B-side: Deacon Blues

I’m way deep into nothing special
Riding the crest of a wave
breaking just west of Hollywood

The Year of the Cat, di Al Stewart, dall’album omonimo.
È una canzone che ho sempre considerato malinconica, ma mi piace proprioper questo.
Ha un sacco di riferimenti cinematografici, e poi a un certo punto parte un violoncello che spezza il cuore.
B-side: Last Days of the Century

On a morning from a Bogart movie
In a country where they turn back time
You go strolling through the crowd
like Peter Lorre.
Contemplating a crime

Bring Back the Spark, dei Bebop Deluxe, dall’album Moden Music
Bill Nelson era (ed è) un genio dimenticato, ed i Bebop Deluxe erano di vent’anni avanti rispetto al resto dell’universo.
Questa ha tutto – la chitarra, i testi, l’apparente caos dal quale sorge l’ordine. Grande.
B-side: Terminal street

There’s a star in the sky in the morning.
I keep thinking is some kind of warning?
They say the end of the world is near.
They say none willsurvive but don’t you fear it’s not this year.

The Chain, dei Fleetwood Mac, dall’album Rumors
Gruppo essenziale, disco che mi ha insegnato come si ascolta la musica.
Il brano più teso dell’album, quasi ipnotico, perfetto.
B-side: Sara

And if you don’t love me now
You will never love me again
I can still hear you saying you would never break the chain

American Girl, di Tom Petty and the Heartbreakers, dall’album Pack Up the Plantation, Live
Questa è la canzone definitiva, quella che potrei ascoltare per lunghi e strani eoni.
Le due chitarre sono fantastiche.
B-side: Rebels

And for one desperate moment
There he crept back in her memory
God it’s so painful when something that’s so close
Is still so far out of reach

One Night in Paris, dei 10cc, dall’album The Original Soundtrack
Il brano che ha ispirato Bohemian Rhapsody, messo insieme da una delle formazioni più geniali della storia della musica.
Tre voci, effetti speciali, una trama di malaffare e un po’ steampunk, una esecuzione spettacolare.
B-side: Baron Samedi

Rouged lips in the gaslight
A great view of the hall
That’s the way the croissant crumbles after all

Nowhere fast, dei Fire Inc., dalla colonna sonora di Strade di Fuoco
Grande film, colonna sonora eccellente, bdue brani di Jim Steinman.
La cantante suona come Bonnie Tyler ma è una turnista di lusso.
Rock epico, buone voci, testo che più giovanilistico non si può.
B-side: Tonight is what it means to be young (ovviamente)

And we’ll fly away on those angel wings of chrome in your daddy’s car

Brass in pocket, dei Pretenders, dall’album Pretenders.
Chrissie Hynde, che donna! Brano pop a basso contenuto ideologico, ma eccellente.
È indicativo che i testi, sul sito ufficiale, siano in tutte maiuscole.
B-side: Don’t get me wrong

‘CAUSE I GONNA MAKE YOU SEE
THERE’S NOBODY ELSE HERE
NO ONE LIKE ME
I’M SPECIAL SO SPECIAL
I GOTTA HAVE SOME OF YOUR ATTENTION GIVE IT TO ME

Today is another day, degli Zard, dall’album omonimo
OK; è in giapponese, ma questa è la mia lista, e questa è un’altra di quelle canzoni che mi tirano su di morale.
Mi manca, Izumi Sakai – che aveva una buona voce, arrangiava da dio e scriveva buoni testi
B-side: Toki no Tsubasa

Invece di lamentare la triste realtà
Pensiamo a cosa si può fare adesso
Oggi è una sfida

Qui chiudiamo la prima parte.
E visto che non vi ho messo il testo in originale, dell’ultima vi beccate il video…

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Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

19 thoughts on “Venti canzoni – parte prima

  1. Bel lavoro!
    (oh… non che ne condivida i contenuti – non tutti almeno – però apprezzo l’impegno! :-))

    Avevo iniziato a pensare alla mia, di lista, solo che qua il tempo è davvero tiranno.

    ma prima o poi arrivo…

  2. Non posso partecipare 😦
    Regole troppo restrittive, per me.
    Ho comprato l’ultimo “45 giri” poco meno di una trentina di anni fa.
    Non si potrebbe parlare di “canzoni” e di “album dal quale sono estratti”, in alternativa?
    Così com’è non posso proprio partecipare 😦
    Orlando

  3. Orlando – questi sono 45 giri ipotetici.
    Non credo esista nessuna delle accoppiate descritte.
    Si tratta solo di due brani, stesso esecutore, che soddisfano la condizione di essere canzoni che ascolterei tranquillamente ogni giorno.
    Quindi, “canzoni” va benissimo.

    Sugli album mi sto organizzando, ma ci vuole tempo…

  4. Io sono d’accordo con Orlando. Non credo di aver mai comprato 45 giri o compilation: mi è molto più facile pensare in termini di album che di singole canzoni – ce ne sono alcuni che sentirei (e sento, quando mi viene voglia) in heavy rotation per diversi giorni di seguito, e scegliere una sola canzone sarebbe arbitrario.
    Tuttavai, il mio gruppo preferito ha sparso al vento diverse bellissime canzoni che non sono state incluse negli album ufficiali, ma sono uscite solo come singolo, extended play o cassetta a tiratura limitatissima.
    Per cui, il mio EP preferito di tutti i tempi è un no-brainer.
    Su di un lato ci sono Monkey on My Back e una versione di Bright Lights, Big City che polverizza quella degli Animals di Eric Burdon – sull’altro c’è Field of Glass.
    La versione che ho scelto è quella rimasterizzata è un po’ troppo pulita non è la mia preferita, la registrazione dell’ep originale non è molto buona, ma ci sono dei bootleg in cui questa canzone arriva a 12-13 minuti ed è letteralmente la fine del mondo.
    I Triffids in versione “adesso facciamo vedere a Nick Cave come si scrivono le Murder Ballads”

  5. Sono stato fraiteso. (Ultimamente capita spessissimo! ^__^)
    Le CANZONI mi vanno benissimo e farò volentieri il gioco, ora che Davide ha puntualizzato che non è fondamentale che siano SINGOLI (45 giri o altro formato).
    A presto
    Orlando

  6. Anch’io ho pochissimi singoli – di solito cose strane che su LP non sono mai uscite, o quegli imperdibili fondamentali che trovi al mercatino e che ti gridano “Portami a casa!”
    I Love Rock’n’Roll di Joan Jett in 45rpm?
    Scherziamo?

    Poi, concordo – appartengo alla generazione degli LP, e quindi per me ci sono i dischi, ed i dischi sono fatti di canzoni.
    Si mettono sul piatto, e si ascoltano dall’inizio alla fine.
    Ma la master list degli album ce la teniamoper il periodo natalizio, ok?

  7. (Ultimamente capita spessissimo! ^__^)

    No, sono io che fraintendo spesso…
    comunque via, ci ho pensato anch’io a compilare una lista…

  8. In questa lista mi sono tenuto sul Rock mainstream e ho – sigh… – escluso in toto la black music (soul, rhythm’n’blues, funky, hip hop) che merita una lista a parte. Esclusi, ahimé, anche tutti gli altri generi. Sono o no un rocchettaro talebano? (Per gli Album sarà diverso)

    Ordine alfabetico.
    BEACH BOYS:
    “GOOD VIBRATIONS” (singolo, 1966)
    L’unica canzone con la quale i BB fanno tremare persino i Beatles. Avanti di qualche anno (accenni prog, synth, psychedelia, rock duro…), la canzone è talmente bella da stordire.
    “Close my eyes / She’s somehow closer now / Softly smile, I know she must be kind / When I look in her eyes / She goes with me to a blossom world”
    Lato B: WOULDN’T IT BE NICE” (dall’album “Pet Sounds”, del 1966). Una delizia deliziosa!

    BEATLES:
    “IL MEDLEY” di Abbey Road (1969), detto anche “THE LONG ONE”: suite composta da “You Never Give Me Your Money”/”Sun King”/”Mean Mr Mustard”/”Polythene Pam”/”She Came In Through the Bathroom Window”/”Golden Slumbers”/”Carry That Weight”/”The End”
    Non è un mezzo sleale per far comparire i Fab Four con più brani: questa è proprio una (mini) suite indivisibile e io non riesco ad immaginare niente di più bello, musicalmente parlando… Qui dentro c’è tutto, tutta la musica, i Sixties che finiscono per sempre, i Beatles che escono dalla Storia per entrare nel Mito, ci sono io che all’età di 9 anni compro il mio primo album a lire 1.900 e da 40 anni lo ascolto e ancora mi chiedo “ma come hanno fatto?…” a comporre una cosa così sublime?
    “And in the end / The love you take / Is equal to the love you make”
    L’ultima frase dei Beatles, quella che non riesco quasi mai ad ascoltare senza poi soffiarmi il naso per mezzora…

    BLACK SABBATH:
    “BLACK SABBATH”, album omonimo, 1970. L’invenzione della Pesantezza, dell’Heavy Metal e di tutti i suoi sottogeneri (TUTTI!). Forse mai nella storia del rock Il primo brano di un primo album fu così fondante, seminale, profetico, innovativo. Ti si infila nella parte rettile del cervello per non andarsene mai più. Grazie al cielo! Non esiste band di rock duro che non abbia saccheggiato, consapevolmente o meno i potenti, granitici, funerei, eterni riff dei Sabs.
    “Big black shape with eyes of fire / Telling people their desire / Satan’s sitting there, he’s smiling / Watches those flames get higher and higher / Oh no, no, please God help me”
    Lato B: “SWEET LEAF”, dall’album “Master of Reality”, 1971. Arriva un alieno sulla Terra e chiede: “Ma cos’è esattamente il “rock duro”?”. Gli metti su questo pezzo e capisce. Per sempre. Meraviglioso e con uno degli attacchi più originali di sempre.

    CLAUDIO ROCCHI:
    “LA REALTA’ NON ESISTE”, dall’album “Volo Magico n. 1” del 1971. Ogni volta che la sento la amo ed è uno scossone emotivo e tremila domande cominciano ad accatastarsi nella mia testa.
    Lato B: “LA NORMA DEL CIELO”, dall’album “Volo Magico n. 2” del 1972. Una splendida canzone che “spiega” lo Zen, è possibile?…
    “…nel vuoto del vaso sta il senso dell’uso / gli specchi ci danno immagini riflesse, / lo specchio è se stesso quando è vuoto…”

    JEFFERSON AIRPLANE:
    “SOMEBODY TO LOVE”, dall’album “Surrealistic Pillow” del 1967. Una canzone eterna. Tutti la coverizzano e l’hanno coverizzata, dai Ramones a Jim Carrey, perché è di una tale bellezza che… La voce tremante di Grace Slick qui supera tutte le voci… Resta scritta nell’Empireo della Musica per tutta l’Eternità.
    “When the garden flowers baby are dead yes / and your mind is full of red / don’t you want somebody to love / don’t you need somebody to love / wouldn’t you love somebody to love / you better find somebody to love”
    “HIGH FLYING BIRD”, singolo del ’66 (poi inserito nella compilation “Early Fly” del ’74, l’ho comprato in prima superiore). Adoro i Jefferson e adoro quasi tutte le loro canzoni. Questa ha un qualcosa che me la fa amare in modo particolare, una malinconia di sottofondo e dei riff di chitarra bellissimi, soprattutto.

    LED ZEPPELIN:
    “GOOD TIMES BAD TIMES” dal 1° album, 1969. Per me il primo pezzo del primo album dei Led continua a essere il loro brano più bello. Un’attacco da cardiopalma, irraggiungibile (e infatti…), l’essenza di quello che sarà il rock duro nei prossimi anni. Maestri!
    “In the days of my youth, I was told what it means to be a man, / Now I’ve reached that age, I’ve tried to do all those things the best I can. / No matter how I try, I find my way into the same old jam”
    Lato B: “DAZED AND CONFUSED”, stesso album. Il brano in realtà è del folksinger inglese Jake Holmes… fatto acclarato ma mai riconosciuto da quel simpaticone di Jimmy Page. Gli Zep comunque lo abbelliscono e lo rendono uno dei loro intramontabili cavalli di battaglia.

    RAMONES:
    “COMMANDO” da “Leave Home”, 1977. Punk Rock quello vero. Ha cambiato per sempre la vita di qualche milione di persone, tra le quali il sottoscritto. Quando i Ramones cominciarono a esibirsi al CBGB’s di New York la gente che li vedeva si sentiva sbattuta contro un muro. Mi successe lo stesso la prima volta che misi su il loro primo album. Li aspettavo da anni, anche se forse non lo sapevo. Le canzoni dei Ramones sono tutte uguali, dicono (gli stolti).
    “First rule is: The laws of Germany / Second rule is: Be nice to mommy / Third rule is: Don’t talk to commies / Fourth rule is: Eat kosher salamis”
    Lato B: “TODAY YOUR LOVE TOMORROW THE WORLD”, da “Ramones”, 1976. Lasciamo perdere I testi, erano delle provocazioni.

    THE ROLLING STONES:
    “THE LAST TIME” è il primo singolo degli Stones a firma Jagger-Richards (non una cover, quindi) ed è del 1965. Non so bene perché, ma è il mio brano degli Stones preferito in assoluto! Sarà per quel riff killer di chitarra che accompagna tutto il tema della canzone? (Maestro Mana sarà felice di sapere che la eseguivano dal vivo anche i Pretenders, negli Anni 80).
    “Well, I’m sorry girl but I can’t stay / Feelin’ like I do today / It’s too much pain and too much sorrow / Guess I’ll feel the same tomorrow”
    Lato B: “SHE SAID YEAH” da “December’s Children (And Everybody’s), 1965. E’ una cover, quanto selvaggia! L’han rifatta tutti (persino Macca), ma la Stones version è la migliore!

    THE STOOGES
    “I WANNA BE YOUR DOG”, dall’album The Stooges del 1969. Mentre gli ultimi residuati hippies cantavano di fiori & amore Iggy Stooge cantava “Voglio essere il tuo cane”… Basterebbe questo per farmeli amare per sempre!
    “Now I’m ready / To close my eyes / And now I’m readyTo close my mind / And now I’m ready / To feel your hand / And lose my heart / On the burning sands / And now I wanna / Be your dog / And now I wanna / Be your dog / Now I wanna / Be your dog / Well c’mon”
    Lato B: “SEARCH AND DESTROY” dall’album “Raw Power”, 1970. C’è chi l’ha definita “la più bella canzone rock di tutti I tempi. Sono abbastanza d’accordo.

    THE VELVET UNDERGROUND
    “VENUS IN FURS” dall’album Velvet Underground & Nico (copertina di Andy Warhol…), 1966. Uno dei 5 album più importanti e seminali della storia del rock. E incidentalmente anche uno dei più dannatamente belli. Questa canzone è bella in modo straordinario, marcia fino al midollo, imitata da tutti, raggiunta da nessuno.
    “Taste the whip, in love not given lightly/Taste the whip, now plead for me”
    Lato B: “ALL TOMORROW’S PARTIES” – stesso album, quasi stessa bellezza, la voce di Nico…

  9. Ah, Orlando!
    I Jefferson Airplane!
    Ora ragioniamo.
    Gruppo che ha fatto praticamente tutto, prima di tutti gli altri.
    Incredibile miscela di talenti – non c’era un elemento che non fosse sopra la media (e sopra le righe).
    Sono da secoli segretamente (ma neanche tanto) innamorato di Grace Slick – per la voce, l’atteggiamento… forse un po’ meno per le ripetute overdose di alcool e stupefacenti.
    Dei Jefferson Airplane e dei Jefferson Starship ho tutto.
    Su vinile.
    Più tutte le uscite soliste di Slick e Kantner.
    È una malattia.

  10. … e “Manhole” non è splendido?
    Gli Starship però no, mi fanno sinceramente (cioè senza pregiudizi ma con sincerità) cagare.
    p.s. Dryden come batterista era mediocre, ma gli altri della band… hai ragione: non uno meno che eccezionale!
    O.

  11. Ah, già, il batterista… 😀

    Manhole mi piace molto, certo il lavoro migliore e della Slick, e di un membro degli Airplane come solista.
    Meriterebbe certo una maggior popolarità – ma, ammettiamolo, è tutto fuorché “popolare”.

    Sugli Starship…
    Aspetta – non gli Starship… i Jefferson Starship.
    Non avevano il carisma degli Airplane, ma era anche un decennio diverso.
    Hanno fatto canzoni eccellenti, io credo, immerse in una malsana salamoia di brani commerciali.
    Gli perdono tante cose – non MIckey Thomas e la sua vocetta del cavolo, ma tante cose – anche solo per aver fatto la trilogia di Rose. O per Blows against the Empire/The Empire Blows Back.
    E questa…

  12. Ho finalizzato la scelta delle canzoni, adesso devo scrivere qualcosa. La mia selezione è venuta abbastanza strana, lascia fuori parecchie aeree musicali che ascolto regolarmente ed ed è un ibrido di canzoni importanti e personali.
    Mi sento molto più vicino alla selezione di Orlando, che però davvero sembra una guida Scaruffiana Anni 60-70, (ma i Krauti dove li hai messi?) anche se non ci sono sovrapposizioni. Però avevo pensato anch’io a Sweet Leaf, e per quanto riguarda Velvet Underground/Nico a Sister Ray e Chelsea Girls…

    Con Davide, anche quando sceglie gruppi o cantanti che ho mediamente apprezzato, non si riesce proprio ad essere in sintonia nei gusti sulle canzoni.

  13. Beh, io dei Velvet Underground ho sempre amato Candy Says…

    Che dire – il mondo è bello perché è vario.
    Un esempio di mancata sintonia, tanto per alimentare la discussione?

  14. Di Suzanne Vega, Kinks e Pretenders, ad esempio.
    In generale a parte Zard e Bebop Deluxe credo di aver ascoltato, se non le canzoni che hai scelto, almeno qualcosa di tutti, e dei gruppi che ho ascoltato di più o mi piacciono mediamente, pur non avendo certo la discografia completa, se avessi dovuto scegliere mi sarebbero venute in mente canzoni diverse.

  15. Ah, anche a me 😉

    Qui possiamo discutere a lungo.
    Ricordiamoci che questi post prendono le mosse dall’idea di canzoni che potrei ascoltare di continuo.
    Regola puerile, ma c’era nel post che ha scatenato tutto questo.
    Dei Pretenders, credo che qualsiasi cosa da Learning to Crawl sarebbe più significativo di Brass in Pocket (che è un gran bel pop, ma poco più). Della Vega mi è piaciuto da impazzire l’ultimo album, e dei Kinks… mah, tutto Something else è geniale, oppure Village Green… ma anche Misfits…
    E potrei fare lo stesso discorso per ogni gruppo citato – da Sheet Music dei 10cc che è appena una tacca sopra Original Soundtrack, a Tusk dei Macs che è invecchiato meglio di Rumors, a 52nd Street di Joel rispetto a Nylon Curtain…

    Per questo io credo che il discorso degli album sia meglio – più serio, più sostanzioso.
    Ma lo mettiamo da parte per Natale.
    I pezzi che ho qui selezionato sono quelli che non mi stancano, che non c’è il rischio, indipendentemente dal mio umore, che io non regga.
    Automaticamente, sono un mix di leggerezza e di biografia – ogni canzone di questa lista (con buona pace di Rod Stewart) mi racconta una storia.
    E ne mancano a dozzine.

    Chiudo dicendo che se non hai mai ascoltato i BeBop DeLuxe ti sei perso qualcosa di eccellente – ed hai la fortuna di poterli scoprire ed ascoltare per la prima volta!
    Mi auguro comunque che per lo meno Bill Nelson non ti sia sconosciuto (ma anche lì, che fortuna poterlo scoprire!)

  16. A parte che scaruffi lo detesto per quanto lui detesta i Beatles, e poi queste sono le MIE canzoni preferite di rock mainstream, come ho detto all’inizio del mio elenco. Se “sembra” qualcosaltro pazienza: sono le MIE 20 canzoni, risultato di MIE scelte, amori e passioni coltivati da circa mille anni prima che io conoscessi anche solo l’esistenza di un certo scaruffi.

    Orlando

  17. A dir la verità Scaruffi me l’avevi menzionato tu recentemente – io so che ha scritto un enciclopedia del rock, ne ho sentito parlare, ma non è che l’ho letta.
    Mi aveva colpito il fatto che fossero tutti pesi massimi, mentre alcune canzoni o autori che ad esempio ho scelto io, per quanto le ami, non cambiano certo il corso della storia.
    Non voleva essere una critica dei tuoi gusti o una presa in giro della tua selezione, che mi piace molto, o null’altro di particolare.

  18. Beh, se vi può consolare, io ‘sto tizio non lo conosco né ho letto il suo libro.
    Per gli amanti del dettaglio, io faccio di solito rtiferimento alla vetusta (anni ’80) guida di Rolling Stone, e la più recente (ma ahimé, anni ’90) Rough Guide to Rock.

  19. Pingback: Venti canzoni « Some1elsenotme

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