Feng Shui 2 – il Ritorno del Dragone

4 Maggio 2015 di Davide Mana 6 commenti

Due notti or sono (per via del fuso orario) ho incassato la mia ricompensa per aver finanziato a suo tempo il Kickstarter per Feng Shui 2, la seconda edizione del gioco di ruolo scritto da Robin D. Laws e pubblicato da Atlas Games.

Ho trascorso quindi un po’ di ore a sfogliare il PDF, dicendomi che
a . dovrò procurarmi il cartaceo quanto prima
b . la mia squadra questo lo giocherà prima di quanto immagini
c . devo farci un post

Benvenuti al punto c.

Di cosa stiamo parlando…
Feng Shui¹ è un gioco creato nel 1996 da Robin D. Laws a partire da un gioco di carte che si chiamava Shadowfist.
L’idea era quella di creare un gioco che permettesse di emulare tutte le situazioni dei film di Hong Kong.
TUTTE.

E Feng Shui ci riusciva perfettamente.
Originariamente prodotto dalla Daedalus Entertainment, il gioco passò alla Atlas games nel 1999 ed ora, vent’anni dopo la prima uscita, ecco che la nuova edizione viene lanciata con un Kickstarted dal successo enorme.

La premessa è semplice e geniale – è in corso una guerra fra fazioni contrapposte, ciascuna arroccata in un preciso periodo storico. Usando agenti sparsi per il continuum, le diverse fazioni si combattono e cambiano la storia – sì. quotidianamente, solo che voi non ve ne accorgete – e quando una realtà viene “cancellata”, i suoi detriti scivolano in un limbo fra le dimensioni, il Netherworld.

Ma esiste una fazione che combatte per mettere fine alla guerra – ha per simbolo un dragone, e i giocatori in una campagna di Feng Shui finiranno, in un modo o nell’altro, a schierarsi da questa parte.

Il set-up permette oggettivamente di giocare qualunque cosa, da Seven Swords a Once Upon a Time in China a A Better Tomorrow, passando per Chinese Ghost Story.
E sì, ovviamente anche Big Trouble in Little China.
Le meccaniche permetono di simulare senza troppe difficoltà qualunque situazione tipica dei film d’azione.

Alcuni hanno lamentato che il sistema di gioco, nel quale

sfondo la grata di ventilazione con un calcio e mi lascio cadere fra gli uomini delle triadi, sparando con entrambe le mie pistole

è un’unica azione di gioco e si risolve con un solo lancio di dadi (o anche senza, volendo), è troppo impreciso e arbitrario.
Sono degli sciocchi, ed il loro kung fu è debole.
Come ha giustamente osservato Jack Burton, è tutta questione di riflessi.

Cosa c’è di nuovo in Feng Shui 2?
La presentazione è stata ripulita e migliorata.
La grafica è decisamente valida – da vecchio fan dell’edizione Daedalus, l’edizione classica della Atlas mi aveva sempre lasciato un po’ freddino.
Ora, Feng Shui 2 è bello a vedersi, ricchissimo di contenuti, e rapidissimo come sempre da imparare.

Per ciò che riguarda il setting, con un colpo di scena degno dei migliori film d’azione, sono davvero passati vent’anni, e il Dragone si trova, come potete immaginare (visto il telegiornale, di recente?), in una situazione piuttosto antipatica.
Resta al master e ai giocatori decidere come gestire il passaggio degli anni.
Feng Shui 2 permette di proseguire le vecchie avventure come se niente fosse, ma fornisce anche le opzioni per una Next Generation, per fare un reboot del franchise, o l’opzione Sono Troppo Vecchio per Queste Cose per aggiornare i vecchi personaggi…

Il catalogo di personaggi disponibili è stato ampliato e arricchito (personaggi extra erano parte delle ricompense per il Kickstarter), ed i giocatori possono interpretare monaci esorcisti, poliziotti sull’orlo di una crisi di nervi, giocatori d’azzardo, killer, spadaccini e arcieri mistici, banditi, pirati, rivoluzionari, giornalisti e tizi qualsiasi che hanno semplicemente finito il chewingum.

Il manuale include anche una ampia panoramica delle fazioni e delle roccaforti temporali, c’è un Elevator to the Netherworld per chi volesse passare da sotto, e naturalmente c’è tutto ciò che eravamo abituati a vedere nelle nostre vecchie partite.
C’è il Carnevale della Carneficina.
C’è Una Borsata di Pistole.
C’è la Via del Drago, c’è la Via della Volpe.
Spie, criminali, banchieri corrotti, l’Armata Rossa e l’esercito delle scimmie (no, non siamo sicuri che siano dodici, credo siano di più).
Ci sono le bestie in forma umana, i demoni, gli spettri e i vampiri saltatori.
Ci sono i cyborg e il buon vecchio Orango Tank.

La Cosa dalle Diecimila Lingue?
Naturalmente c’è anche la Cosa dalle Diecimila Lingue.

E poi pistole, autoveicoli (aggiornati per la generazione di Fast & Furious), nemici diabolici e decine di altri piccoli tocchi che rendono il gioco giocabilissimo.
Proprio come ai vecchi tempi.
Ma meglio.

In preparazione, c’è il volume Blowing Up the Movies, che offrirà scenari e situazioni basate su una lista di film votata dai finanziatori del Kickstarter – che come vuole la tradizione sono citati in fondo, in otto pagine scritte fitte.

Sarebbe stato facile butarla in nostalgia, ma Robin D. Laws e soci hanno fatto un eccellente lavoro di rinnovamento – i vecchi fan saranno deliziati, e questo potrebbe essere di nuovo il miglior gioco entry level mai prodotto.

Coi complici giusti, prevedo di devastare un ampio settore di Yaumatei, questo weekend.
Il Dragone sta per tornare.
Vi saprò dire.

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1. quelli fighi lo pronunciano fang soi ↩