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La scandalosa Valerie

3 commenti

Meux-1881Ah, Valerie…

Valerie Susan Lagdon nacque nel 1847.
Non sappiamo granché della sua famiglia e della sua infanzia e adolescenza – ma sappiamo che fece la cantante e l'”attrice” a Holborn, Londra, negli anni ’70 del 19° secolo.
E sì, quelle virgolette attorno ad “attrice” sono lì per un buon motivo. Che, essendo noi gentiluomini, non staremo a specificare.
Diciamo che dovevano esserci un paio di scandali di grosso calibro, nella giovinezza di Valerie.

Poi Sir Henry Meux (si pronuncia “Mews”) si infatuò disperatamente di lei, e la sposò in segretoi nel 1878.
La famiglia di lui la prese malissimo, e lo scandalo sconvolse la upper class londinese.
Da lì in avanti, le cose si fecero solo più interessanti.

Precisiamo, la famiglia Meux aveva fatto i quattrini fra 18° e 19° secolo, con una birreria.
La famosa birreria.
O forse sarebbe più corretto definirla famigerata: il nonno di Sir Henry aveva allagato Londra di birra nel 1814, quindi non è che i Meux avessero tutte queste arie da darsi. Ma della Grande Inondazione di Birra del 1814 parleremo magari un’altra volta.

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Considerata troppo scandalosa per stare in società nella capitale – forse per il suo vezzo di spostarsi in città in una carrozza tirata da due zebre – la povera Valerie (sempre definita solo ed esclusivamente “La moglie di Sir Henry”) venne esiliata in Hertfordshire, a “Theobolds”, la tenuta del marito.
Valerie si mise all’opera per ristrutturare.
A Londra, l’area di Temple Bar, nella City, era congestionata dal traffico delle carrozze – e la presenza di una sontuosa struttura progettata dall’architetto reale Sir Christopher Wren non migliorava la situazione.
Valerie convinse suo marito ad acquistare il Temple Bar di Wren, e farlo trasportare in Hertfordshire – per usarlo come cancello della tenuta, intrattenendo gli ospiti nella saletta superiore.

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In questo modo, Valeie salvò una preziosa struttura architettonica seicentesca, che era stata destinata alla demolizione1.
Frattanto, col nome di “Mr Theobolds”, Valerie avviò una non esagaratamente fortunata carriera come allevatrice di cavalli da corsa.
Cominciò anche a collezionare artefatti egizi – e quando E.A. Wallis-Budge venne invitato a catalogarla, descrisse 1700 oggetti, incluse alcune centinaia di scarabei e artefatti magico/religiosi.
Valerie avrebbe voluto donare la collezione al British Museum, ma l’amministrazione del museo rifiutò2, e lei allora vendette tutti i pezzi all’asta.
Cinque manoscritti etiopi – che facevano parte della collezione – vennero lasciati in eredità all’Imperatore Menelik, ma a questo punto il governo britannico si mise di traverso.
Pubblicati in facsimile dal solito Wallis Budge, i volumi vennero infine acquistati da Hearst.

Frattanto, rimasta vedova e senza figli nel 1900, Valerie si era appassionata alle vicende dei soldati inglesi impegnati nella Seconda Guerra Boera. Desiderosa di aiutare, Valerie si offrì di acquistare una fornitura di munizioni da spedire alle truppe.
Elswick12pdr12cwtBoerWarIl Ministero della Guerra rifiutò l’offerta3, e allora lei acquistò di tasca sei cannoni da 76 da marina, e li fece spedire a proprie spese in Sud Africa.
Sir Hedworth Lambton, che aveva comandato la batteria, a guerra finita andò a trovare Lady Meux in Hertfordshire.
Valerie rimase così colpita e commossa da Lambton, che ne fece l’unico beneficiario della sua eredità – a condizione che lui cambiasse il proprio cognome in Meux, in pratica facendosi adottare.

In questo modo, Lambton/Meux ereditò anche la birreria di famiglia.
Sì, quella della Grande Inondazione del ’14.
Ma quella, naturalmente, è un’altra storia.


  1. il portale di Wren venne riportato nella sua sede originaria nel 1990. 
  2. doveva davvero averla fatta grossa, per venire rifiutata anche dal British… 
  3. davvero, la evitavano come la peste, povera Valerie… 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

3 thoughts on “La scandalosa Valerie

  1. Devi raccogliere tutti questi personaggi bislacchi in un agile volumetto.
    A me interesserebbe sapere che fine hanno fatto le zebre.

  2. No, davvero, sarei curioso di sapere che cavolo avrebbe combinato questa donna, per beccarsi un tale stigma da vedersi rifiutare ogni possibile tentativo di impegno sociale. O.O

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