Apprendo in questo momento della scomparsa di Harlan Ellison, una delle voci più originali e potenti della narrativa di genere del ventesimo e del ventunesimo secolo,una delle persone che hanno fatto di più, e meglio, per nobilitare la scrittura e affermare la dignità della narrativa.
Non, badate bene, “dare dignità” alla narrativa – Harlan Ellison mise sempre bene inchiaro che la dignità della narrativa non era in questione.
Il riconoscimento di tale dignità da parte di pubblico e critica, sì.
“The only thing worth writing about is people. People. Human beings. Men and women whose individuality must be created, line by line, insight by insight. If you do not do it, the story is a failure. […] There is no nobler chore in the universe than holding up the mirror of reality and turning it slightly, so we have a new and different perception of the commonplace, the everyday, the ‘normal’, the obvious. People are reflected in the glass. The fantasy situation into which you thrust them is the mirror itself. And what we are shown should illuminate and alter our perception of the world around us. Failing that, you have failed totally.”
― Harlan Ellison
Fare un elenco dei premi al suo attivo, o dei titoli indispensabili usciti dalla sua macchina per scrivere sarebbe riduttivo e inutile.
Scrittore.
Sceneggiatore.
Personalità mediatica.
Critico cinematografico e televisivo.
Editor.
Polemista.
Era nato il 27 di Maggio del 1934.
La cosa migliore che si possa fare, in questo momento, per ricordare Harlan Ellison, è probabilmente prendere un suo libro, aprirlo ad unapagina qualsiasi, e leggere.
Leggere e apprezzare l’onestà intellettuale, la disciplina, la capacità narrativa di uno dei giganti che hanno camminato sulla terra.
Harlan Ellison aveva scritto anche, ovviamente, il proprio epitaffio.
“For a brief time I was here, and for a brief time, I mattered.”
Ciascuno di noi è un mosaico di tutti gli scrittori che ha letto, di tutte le storie che ha letto.
Harlan Ellison è stato – e sarà sempre, credo – una parte importante di ciò che sono.
Non sarò mai ingamba come lui, nessuno mai lo sarà.
Ma è stato bello vivere durante Harlan Ellison.
Harlan Ellison è morto.
Non era un credente, era un empirista e un materialista. Non credeva in un aldilà.
Ma se esiste un aldilà, in questo momento sono tutti cazzi loro.
Pagherei un biglietto di prima visione per vederlo.
Addio Harlan.
29 giugno 2018 alle 9:37 AM
Così, per evidenziare il fatto che gli piaceva divertirsi, anche, è apparso in un paio di puntate di una serie di Scooby-Doo e ha doppiato se stesso 😛
È vero che morire tocca a tutti, prima o poi e taoismo permettendo, ma è sempre più brutto quando capita a una persona rispettabile…
29 giugno 2018 alle 10:01 AM
Sì, è comparso in un sacco di cose (anche in Babylon 5) – ed era un fan di Scooby Doo, motivo inpiù per volergli bene.
29 giugno 2018 alle 10:50 AM
Urka, non l’avevo ancora letto.
Mi ha insegnato moltissimo sull’editing quando lo facevo come professionista e su quale è il vero scopo di essere uno scrittore.
Grande perdita
29 giugno 2018 alle 11:20 AM
Credo abbia insegnato qualcosa a tutti coloro che lo hanno letto.