E con questo siamo a quindici volumi di Charles de Lint sul mio scaffale.
The Ivory and the Horn è la seconda collezione di racconti ambientati a Newford, ed era fuori stampa da unadecina d’anni.
Ora è tornata disponibile, con una nuova copertina di John Jude Palencar.
Quindici raconti ambientati nella ipotetica città di Newford, dove la barriera fra il reale ed il fantastico è particolarmente labile.
Charles de Lint è al momento il miglior autore sulla piazza per ciò che riguarda la narrativa fantastica breve – una attività che svolge quasi come hobby, “trovando il tempo” fra un romanzo e l’altro.
Ovviamente, Charles de Lint è pressocché sconosciuto inItalia.
I suoi racconti sono perfetti – anche quelli fondati su premesse deboli sono costruiti con una struttura robustissima, che li rende comunque piacevoli e coinvolgenti.
Autore che non sforna mai meno di tre volumi l’anno, de Lint è anche l’unico scrittore che io conosca che riesca a tenere testa con perfetta aplomb ai ritmi ed ai livelli qualitativi degli autori giapponesi che il mio amico Massimo Soumaré è solito sbandierare come esempi di prolificità e professionalità letteraria.
E Charles de Lint è anche critico, musicista, liutaio…
Deve aver reperito da qualche parte un giacimento di giornate da trentasei ore.
Particolarmente interessante è poi l’idea alla base della narrativa dell’autore canadese, che nella sua città di Newford mescola il folklore dei nativi americani, quello celtico-anglosassone dei colonizzatori, il folklore cristiano e quello orientale (dalla Romania alla Cina) degli ultimi immigrati, costruendo un panorama immaginario incui tutte le credenze popolari si intersecano e collidono, in una convivenza non meno incerta e precaria di quella dele rispettive controparti mondane.
Sarebbe così difficile, mi domando da un paio d’anni, fare qui a Torino ciò che Charles de Lint fa ad Ottawa?
Potrebbe essere questa una delle strade allo sviluppo del nostro fantastico che ci aveva suggerito anni addietro la scrittrice giapponese Bando Masako?
In fondo, come terra di frontiera, come autunnale Nordo-Ovest, come crepuscolare Occidente e rampante Transilvania d’Italia, la commistione di mitologie e folklori dovrebbe essere cosa nostra.
Bisognerà lavorarci.
5 novembre 2007 alle 8:25 PM
Non leggo molti racconti, preferendi di gran lunga i romanzi, ma questa raccolta mi ispira.
6 novembre 2007 alle 1:42 AM
De Lint è certamente il migliore al momento, per i racconti.
Ed è anche decisamente tosto sulla narrativa lunga – pur restando leggibilissimo.
Dovendo cominciare da zero, suggerisco Dreams Underfoot, la prima raccolta di Newford (in totale ce ne sono cinque).
Fra i romanzi, per cominciare con qualcosa di rapido e indolore…
From a Whisper to a Scream è un poliziesco sovrannaturale (lo spettro di un serial killer bracca l’unica vittma che è riuscita a sfuggirgli), mentre il divertente The Blue Girl è un romanzo scritto in aperta polemica con Henry Potter…