strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Nessuna voglia di lavorare

35 commenti

C’è un po’ di maretta, ve ne sarete accortiu, dopo l’ultima gaffe di Mitt Romney, negli USA.
che poi, Gaffe… ha detto esattamente ciò che pensa, e ciò che condivide la parte che conta della sua base elettorale – i finanziatori della sua campagna.

Comunque, pessimo spettacolo.

È andata più o meno così….

Ed è curioso, se ci pensate, perché un sacco, ma davvero un sacco di persone che qui da noi si sono abbastanza indignate per le affermazioni del povero Mitt, sono gli stessi che di solito sostengono la linea che se i disoccupati nel nostro paese volessero davvero lavorare… beh, si troverebbero un lavoro, giusto?

È una sorta di posizione che mi sono beccato ieri.

Buona idea. Diciamolo ai ragazzi che studiare è per i deficienti.
In fondo, esiste altro al mondo al di fuori dei soldi? Naturalmente no.
La Confindustria riconoscente ringrazia*.

Se i laureati volessero davvero lavorare, potrebbero fare tutti quei lavori che invece ci tocca far fare agli extracomunitari.

Già.
Che sciocchi, eh, a non pensarci?
In fondo, visto che l’unica cosa davvero importante è lavorare, eh, allora perché non accettare un posto da schiavi?
In fondo, meglio alla frusta che sfaccendati, giusto?

E invece niente – i fottuti laureati in ingegneria continuano a pretendere di fare gli ingegneri, i chimici di occuparsi di chimica.
Non un laureato in letteratura francese che accetti di andare a fare l’ortolano sotto padrone.
La solita manica di sfaticati, insomma.
Che dopo aver perso tempo per alcuni anni a sostenere esami universitari pagando tasse stravaganti, alla mercé di docenti sociopatici, magari andando anche all’estero per perfezionare la propria preoccupazione, nonhanno l’umiltà di accettare un onesto posto da sturacessi.
Quando uno dice l’arroganza.

Chi fa questi discorsi qualunquisti, di solito ha le spalle coperte (il mio interlocutore di ieri incassa una succulenta pensione dall’età di quarant’anni), e sembra incapace di capire che se fosse stato per andare a fare il ciabattino, non avrei passato vent’anni a studioare scienze, ma mi sarei limitato a fare un paio d’anni di praticantato come ciabattino.
Cujcirei tomaie dall’età di vent’anni, e con venticinque anni d’esperienza gli chiederei, per risuolare le sue scarpe, una cifra dellaquale si lamenterebbe perché troppo salata.
E mi verrebbe a dire che se era mia intenzione guadagnare un sacco di soldi, avrei dovuto studiare, invece di acconentarmi di un lavoretto umile…

L’alternativa alla stupidità è ovviamente la malafede.
In fondo, chi fa questi discorsi, normalmente non è riuscito a fare ciò che critica tanto in quei personaggi arroganti.
Non ha un titolo superriore.
Non fa il lavoro che desiderava fare.
La sua vita sessuale gli causa frequenti crampi all’avambraccio.

Oppure chissà.
Dopotutto, un popolo di rudi meccanici ha poche pretese.
Gli ignoranti si governano più facilmente.

Insomma, se gli americani hanno il loro bello zoccolo duro randiano, che vede nella povertà una colpa o per lo meno un sintomo di debole fibbra molare, noi siamo semplicemente in un paese di qualunquisti schizofrenici.
O di orridi gnomi neofeudali.

Poi il povero Mitt Romney sforna una bufala, e tutti sono costernati.

Strano paese.

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* Il manifesto comunque è da studiare con cura.

Notate come Luca sia in posizione chiusa e segnali infelicità, mentre andrea mostra i bicipiti e gonfia il petto (c’è un primatologo in sala?)
E poi naturalmente, Andrea vive “con la sua donna”.
E scopa come un selvatico, in altre parole.
Luca no.
Studiare è castrante.
E sorvoliamo sul fatto che avere partner sessuali ed avere un alto reddito ci vengano segnalate come condizioni correlate…

 

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

35 thoughts on “Nessuna voglia di lavorare

  1. “La loro vita sessuale gli provoca frequenti crampi all’avambraccio” sono ancora piegato in due dalle risate x’D.
    Sempre pensato, tornando seri xD, che queste persone siano frustrate della e nella loro vita e quindi cerchino una valvola di sfogo.
    Ma che non venissero a rompere le scatolo a gente che ha studiato per anni e, giustamente, non si accontenta -.-

    Quel manifesto è assurdo, chiunque l’abbia fatto e abbia pensato fosse una buona cosa deve avere qualcosa di malato .-. (a meno che non sia il governo, come hai detto: governare ignoranti è più comodo)

  2. Ma è vero quel manifesto?! O_O
    Non ci voglio credere…
    Questa gente pensa che siamo tutti deficenti. E i bicipiti in mostra? E le chiare allusioni alla felice vita sessuale del fotomodello in questione, che probabilmente mai in vita sua ha visto una catena di montaggio? Ma per favore.
    Ora, io capisco che tu devi fare pubblicità alla tua azienda, ma questo è un insulto per chiunque si sia sbattuto a studiare per anni per raggiungere un risultato in cui credeva.

  3. Oh caspita! Però esistono anche le vie di mezzo, neh? Se non trovi subito il posto da scienziato, nel frattempo puoi anche guadagnarti da vivere facendo un lavoro più umile, e nel frattempo continuando a cercare qualcosa di meglio. Nessuno costringe nessuno. Ma nessuno costringe il laureato a starsene a casa dai genitori a spedire mail-curriculum in giro, cazzeggiare quotidianamente su facebook (e ne conosco parecchi) e aspettare che il lavoro dei loro sogni gli cada tra le braccia, piangendo disgrazia perché nessuno li vuole, o facendo gli strafottenti perché incompresi quando vengono rifiutati.

    Quando io ho finito le scuole, ho preso il primo lavoro che ho trovato, nel frattempo ho spedito curriculum, e non contento, nel tempo libero andavo a suonare i campanelli davanti alle aziende, con faccia tosta, a dire che ero lì per un colloquio (e loro, nonostante non era programmato alcun colloquio) spesso una chiacchierata con me la facevano!
    E comunque portavo a casa qualche lira per aiutare i miei…

    Oggi non lavorerò alla NASA, non farò esattamente quello che mi immaginavo che avrei fatto… ma lavoro nel mio campo, ho uno stipendio discreto, una casa mia, e le mie piccole soddisfazioni.

  4. Quel manifesto è fantastico!
    Ad averlo visto svariati anni fa, avrei scelto un’altra strada. Spiega, fra le altre cose, come nasce il fenomeno dei “bamboccioni”.
    In realtà c’è una non trascurabile fetta di “studenti” universitari a cui gioverebbe una scelta di questo tipo, benché tipicamente non sono coloro che hanno problemi economici. Ma questo è un altro discorso e c’è modo e modo di affrontarlo.

  5. Però stiamo attenti: la metà degli studenti di psicologia alla mia università sono delle teste di coccio che nemmeno Kai nnella Spada nella Roccia. La loro laurea di massa è un oggettivo ostacolo per me, sia perchè occupano spazio, sia perchè abbassano la qualità media dei professionisti.

  6. Capisco benissimo il fastidio dato da questa retorica, e non la giustifico. Ma che ci siano troppi laureati per quello che il famigerato ascensore sociale poteva offrire è vero; che molti laureati siano scadenti o, peggio, abbiano scelto una laurea di merda (e mi ci includo, sia ben chiaro) anche.
    Questo non assolve in alcun modo imprenditori scadentissimi che assumono incapaci e danno un reddito infimo, il costo del lavoro folle e tutto il resto, per carità.

  7. Come diceva Glauco, ormai oltre alle mezze stagioni sono scomparse le vie di mezzo.
    Io capisco chi cerca di sfruttare quello per cui ha studiato (io stesso sono laureato ma il mio lavoro non centra una fava con il mio corso di studi), ma è anche vero che vedo gente appoggiarsi alla frase “Non mi abbasso a fare altri lavori se non quello per cui ho sudato”, intanto se ne stanno a fare gli eterni fidanzati, vivendo a casa dei genitori. E ne conosco, non parlo per sentito dire. Chi invece ha famiglia, mutuo e figli da far crescere, se ne deve fare una ragione e fa altro, continuando comunque a mandare curriculum. Va da se che ora di trovar qualcosa di decente, che rispecchi gli studi da me fatti, probabilmente sarò già in pensione.

  8. Io dico sempre che con la mia cultura e con il titolo di studio (e le competenze varie) punto ad avere uno stipendio tale da poter pagare il meccanico per aggiustare l’auto, l’imbianchino e l’idraulico per sistemare casa, l’ortolano per comprare dell’ottima frutta e verdura.
    Ovviamente è un discorso ipotetico (in Italia), ma vorrei anche vedere il modello opposto, ossia questa società dove tutti fanno i ciabattini e dove studiare diventa una specie di hobby per stravaganti cazzeggiatori. Che poi, per carità, i cazzeggiatori ci sono. Ma come si fa a ragionare in base agli esempi negativi? Sarebbe come misurare l’educazione civica partendo dal fatto che comunque esistono dei vandali, e prenderli come punto di riferimento.

  9. “Dopotutto, un popolo di rudi meccanici ha poche pretese.
    Gli ignoranti si governano più facilmente.”
    Penso che stia tutto in queste parole, tra l’altro la miglior dittatura è quella che si paluda di libertà, in cui i cittadini diventano inconsci difensori di questo stato di cose e attaccano chi prova ad allentarne le maglie.

  10. I giovani non vogliono più fare lavori umili, arrivano gli extracomunitari che ci portano via il lavoro e le donne.
    Ormai diventeremo una colonia dell’ Islam, ci vorrebbe un po’ di militare per questi smidollati.

  11. Vedo comunque che c’è sempre tanta gente che è brava a ragionare con le vite altrui… a bacchettare i presunti fancazzisti, a suggerire umiltà, sudore e lacrime, modelli preconfezionati…
    Me ne compiaccio 🙂

  12. Quel sig. Romney non è certo un originale, fa il paladino dei ricchi e degli evasori fiscali, e non è che dalle nostre parti non ne abbiamo visti. La politica può fare qualcosa per il lavoro, anzi dovrebbe farlo, invece negli ultimi 20 anni ha fatto moltissimi danni, praticamente distruggendo il lavoro nel mondo occidentale.
    Adesso pare che non vogliano nemmeno più nascondere di averlo fatto, anzi ci gongolano sopra dicendo che la gente è “pigra.”

  13. Ok, il manifesto è fantascientifico.
    Lo rubo spudoratamente, se non ti dispiace. 🙂

    Io sono cresciuto con una famiglia che mi ha invogliato a studiare per migliorare (prima di tutto) me stesso, e con la consapevolezza che se avessi studiato avrei potuto aspirare ad avere un “buon futuro”. Mi ritrovo in un mondo che ha ribaltato completamente quelli che erano “i valori”, dove chi ha studiato viene maltrattato e castrato (intellettualmente e psicologicamente, spesso con lavori che nulla hanno a che fare con il percorso di studi che la persona ha intrapreso), e chi fa lavori manuali (umili o meno che siano) sono stati furbi e intelligenti.
    Perchè non hanno perso tempo, si sono rimboccati le maniche e adesso hanno “moneta sonante”.
    – poco importa se poi spesso e volentieri questi, quando aprono bocca, non sanno mettere quattro parole in fila, e il loro idioma è meno che incomprensibile –

    Spesso e volentieri mi sento dire: “Era meglio s’t’ ‘mparav’ zappatore!”
    O esperto di caldaie.
    O aggiustacessi.
    O *aggiungi lavoro a caso*

    Perchè quelli che lo fanno guadagnano.
    E pure bene.

    Insomma, il mio tempo da “studioso” è stato sprecato.

  14. @ Sommobuta: è che siamo in un mondo a misura di lavoratore autonomo/evasore fiscale perciò lo sturacessi che non fattura prende più di uno che fa cose molto più complicate in un’azienda, e alla fine i suoi 2500 euro diventano una busta paga da 1200

  15. No Sommobuta-sama.
    Il punto fondamentale è proprio che non deve passare questa idea che studiare sia – o sia stato – inutile.
    Studiare, indipendentemente da ciò che si studia, se lo si fa seriamente e con coscienza, non è mai inutile.
    Poi, per mettere il pane sulla tavola tutti i giorni devo accettare un lavoro che non è il mio? Che odio? Che mi umilia?
    Va bene.
    Ma le mie scelte, il mio impegno, il mio lavoro (già, ragazzi, squadrarsi il culo in un laboratorio è lavorare – segnatevelo), non sono stati un errore, una scelta sbagliata, un fallimento o qualcosa di inutile.
    E il mio solo ed unico desiderio è sopravvivere abbastanza a lungo per scappare, ed andare a fare ciò che mi piace, e per cui ho fatto dei sacrifici (e li ho imposti alla mia famiglia, ed il prossimo che dice “bamboccione” lo spedisco ad Alpha Centauri a forza di calci in culo).
    All’inferno i lavori umili, le piccole soddisfazioni e il farsene una ragione.

  16. Posso fare l’arrogante? Con tutto quello che ho studiato, con tutto quello che ho pagato in tasse, e con tutti i rospi ingoiati per colpa di docenti sociopatici, piani di studio confusi e inadeguatezze profondamente radicate nell’Università italiana… si, gradirei avere un lavoro all’altezza delle mie aspettative e un ritorno economico tale da potermi garantire una vita dignitosa. Perchè non ho fatto l’università tanto per fare. Perchè so che esistono possibilità concrete per questo campo di studi, e in cinque anni non ho imparato solo a recitare pappardelle a memoria giusto per passare gli esami. Ho lavorato prima, sto lavorando adesso, e non me ne sto certo con le mani in mano; ma il tradimento del mio paese non lo scorderò mai. Non solo la transizione da studio a lavoro (leggi: lavoro legato al campo di studio) non viene favorita nè incentivata (come succede nelle nazioni civili), ma vengo anche preso per i fondelli da pubblicità come quella dei due trentenni di cui sopra.
    E devo pure sorbirmi vaneggiamenti retrogradi e qualunquisti sull’arroganza dei giovani, che vogliono tutto subito.
    E’ un paese storto, c’è poco da dire.

  17. @Giobblin: hai ragione, ormai tutto va alla rovescia. Avere il pezzo di carta da laureato, ora le porte te le chiude. Fra i mille mila curriculum che ho inviato, ne ho fatti alcuni in cui non indicavo la laurea, e guarda un po’ sono gli unici che mi han fatto avere colloqui. Ma ci rendiamo conto?

  18. @Valerio Viviamo in un paese in cui avere troppe qualifiche è considerato negativamente, ricordiamocelo.
    Perchè potresti risultare più competente di chi ti assume, e nessuno vuole fare figure del genere… 😀

  19. @Maestro Mana.
    E siamo d’accordo. L’idea dello studio come tempo perso è agghiacciante.
    Per me non lo è stato assolutamente, ristudierei le stesse cose e rifarei lo stesso identico percorso.
    Gli studi (di qualsias ambito, di qualsiasi cosa) sono tra le cose più fike (lo scrivo in modo bimbominkioso per sottolineare l’entusiasmo) di questo modo.

    E poi non si finisce mai, nè di imparare, nè di studiare.

    Per gli altri, “per loro”, il mio studio, la mia “conoscenza” (virgolette d’obbligo, nel mio caso), è stato invece tempo perso.
    – mi rendo conto solo ora che la mancanza di un “per loro” nella mia ultima frase può capovolgere il pensiero. –

  20. Quando per decenni si propala un modello, discendente dalla parte peggiore del ‘900, dove l’unica cosa che conta sono i soldi questo è quello che si ottiene; un paese dove la cultura è più subita che compresa, dove i modelli a cui ispirarsi nella vita di tutti i giorni sono i vicini con tre SUV e quattro parabole sul tetto della villetta.
    Io non sono laureato, ho il diploma ITI, ma ho comunque seguito un percorso di studi che mi ha portato a fare il programmatore. Ed è uno degli sbocchi principali del tipo di studi che ho fatto. Ergo, ho potuto realizzare la scelta che avevo fatto a suo tempo. Tutto questo fa di me una persona fortunata, uno di quelli che è riuscito a entrare nel mondo del lavoro (nel 1988) quando le cose erano diverse.
    La contrapposizione sogni versus soldi è un totale falso ideologico. Invece di chiedersi perché 60.000 laureati all’anno se ne vanno dal nostro paese, senza che si riesca ad attrarne altrettanti dall’estero, evidentemente non è tra le priorità di chi fa questi “ragionamenti”. La visione sembra quella dei paesi del secondo o terzo mondo, con una minima parte di popolazione scolarizzata ad alti livelli e masse produttive che si soddisfano a panem et circenses. Peccato che siamo nel 2012, non nel 1972.
    Quanto a dire “accontentatevi e portate a casa qualcosa”, faccio fatica a non bestemmiare quando sento questa frase. Chi ha bisogno di guadagnare per mangiare non ha bisogno di sentirsi ripetere lezioncine come questa. Per chi invece può contare su un welfare familiare è chiaro che almeno deve provare a trovare un lavoro in linea con le proprie aspirazioni.

  21. L’Italia e’ una repubblica (democratica) fondata sul lavoro. Cosa pretendevate, la ricerca della felicita’? Basta cazzeggiare in Internet, andate a lavorare, sfaticati!

  22. EH no, cazzo! (Scusa Davide si può dire cazzo sul tuo blog? Se no censura pure…)

    Dicevo eh no, cazzo! Ci hanno triturato i maroni per anni con la storia che si deve studiare, perché lo studio porta a migliorare se stessi e (SOPRATUTTO) la propria condizione economico/sociale. Bisogna andare bene a scuola, la scuola importante, e mi raccomando a scegliere l’università… e adesso? Contrordine! Lo studio rende delle pappemolli, bamboccioni,sfigati, precari e forse pure un po’ impotenti. Basta, non fate le vittime e sacrificatevi perché il futuro è dei “capo reparto”.

    Che cosa? State a casa a cazzeggiare su facebook invece che a spaccarvi il culo(come sopra) in un campo di pomodori crogiolandovi nell’ozio ammirando il vostro pezzo di carta alla parte? Bamboccioni, meritate una vita da precari.

    Credo che per il nostro paese non ci sia più speranza.

    P.S. Ma si può sapere quant’è lo stipendio medio di un “capo reparto”?

  23. @Angelo: Allora, mio fratello, che di “grado” è parificabile a un caporeparto, porta a casa puliti 1600 euro e poco più, senza straordinari o premi produzione. Anche io quando ero responsabile di negozio ero su quelle cifre.

  24. Ricordo una puntata di “Otto e mezzo” in cui Feltri professava proprio queste opinioni. Credo che costui rientri fra coloro in malafede la cui vita sessuale eccetera eccetera……

  25. Corollario: per di più, il tizio che fa l’aggiustacaldaie/l’idraulico/l’elettrauto ha anche il diritto di chiederti uno sproposito per il suo lavoro, e NESSUNO si azzarda a tirare sul prezzo. Io, dopo 5 anni di scuola interpreti, 3 estati fottute a girovagare per la Russia frequentando corsi estivi (perché il russo, come lingua, è peggio delle donne infedeli: se non te ne ricordi ogni giorno per almeno un’ora, ti mollano e ciao), 5 anni a fare ogni possibile tirocinio aggggratisse per dimostrare di avere esperienza….”ma come, X euro per una traduzione? Ah, ma no, la faccio fare al cugino del figlio del nipote del mio farmacista che ha fatto il linguistico e sono a posto”. A una mia collega volevano pagare la traduzione con un CESTO DI PRODOTTI dell’azienda. MA SERI?

  26. Fra l’universita’ italiana e quella americana c’e’ una grossa differenza. In quella americana e’ difficile entrare e se devi pagarti la retta sono piu’ di $20k l’anno per una buona universita’ anche pubblica (UC system, per esempio).
    Inoltre, un laureato da una buona universita’ in ambito scientifico (nelle prime 50 nel mondo) ha un lavoro quasi assicurato e con un master o un phd si parla di centinaia di migliaia di euro l’anno (nel settore privato in fisica, il primo impiego in media e’ sui $90k l’anno). Un ingegnere guadagna anche di piu’.

    La differenza fra master e phd in termini di primo stipendio non e’ cosi’ grande e se consideriamo che un dottorato dura dai 5 ai 7 anni in america, molti americani, quando se lo possono permettere, si accontentano del master quando non sono interessati alla ricerca. Nel mio laboratorio infatti siamo quasi tutti stranieri (aggiungiamoci poi che il dottorato e’ pagato piuttosto bene ed e’ il professore che mette i soldi per il suo studente… e parliamo di $70k+ l’anno per uno straniero)

    Fai clic per accedere a phdinitial.pdf

  27. Rubo l’immagine, la rimbalzo su fb! (se non è un problema)

  28. Pingback: Nessuna voglia di lavorare | CIRCOLO PD VALDENGO

  29. Spammo questo commento qui e sul blog di Davide Mana.

    Il manifesto in realtà è vecchiotto, del 2010. ho trovato questi articoli che ne parlano:

    http://serenity48.myblog.it/archive/2010/10/19/non-per-fare-polemica.html

    http://www.bergamonews.it/meno-studi-pi-trovi-lavoro-pubblicit-choc-treviglio-136939

    http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/327541/

    a quanto pare ci sono state un bel po’ di proteste anche da parte di studenti e abitanti in genere della zona dove i manifesti sono apparsi, ma non mi risulta che l’Enfapi abbia mai ritrattato le ideologie che propugna…

  30. ho invertito i commenti… volevo dire “qui e sul blog book and negative”. sorry…

  31. Ciao a tutti! Volevo dire che faccio sesso quasi tutti i giorni nonostante sia laureato e faccia un lavoro di merda. Vi dico di più, sono contento di aver studiato e continuo a farlo perchè mi piace e mi arricchisce, non me ne frega niente di un buono stipendio se devo passare la mia vita a sturare cessi.

  32. Non bisogna fare di ogni erba un fascio, ma nemmeno fascirsi la testa e sniffare erba, o no?
    Stefano

  33. Ragazzi (scusate se mi rivolgo a voi tutti così) l’unica cosa da fare è riderci sopra! Io ho addirittura fatto del “riderci sopra” il mio stile di vita e un blog!… secondo me comunque non bisogna farsi scoraggiare da tutte queste balle che ci vengono a raccontare i politici o gli imprenditori o i giornalisti che spesso lo fanno solo perché sono in cerca di successo personale. Vogliono far parlare di sè e allora mettono in giro strane voci. Il mio consiglio è FATE QUELLO CHI VI PIACE E NON PENSATECI TROPPO!

  34. Certo che siamo proprio egoisti e viziati, eh, noi laureati che non ci accontentiamo? Che Dio li fulmini a tutti questi! Sai come la penso, ne ho scritto parecchio sul mio blog, anche di recente. Che dire? Condivido il tuo pensiero e non posso non provare rabbia.

  35. Sono stato molto contento di aver trovato questo sito. Voglio dire grazie per il vostro tempo per questa lettura meravigliosa! Io sicuramente mi sto godendo ogni post e ho gi salvato il sito tra i segnalibri per non perdermi nulla!

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