strategie evolutive

ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Web 2.0 – Noi non siamo amici

16 commenti

Ho espresso in passato i miei dubbi sui social network.
Sull’efficienza dei social network.
E ora, mentre dedico il weekend a ristrutturare il blog e risistemare la mia presenza online, butto giù un po’ di idee sfuse, per cercare di sostituire ai dubbi qualcosa di un poco più costruttivo.
Pork chop express 2.0, quindi.

Primapuntata – Facebook… facciabuco… faccialibro…

Nelle settimane passate ho assistito ad una delle più incredibili – ed al contempo più semplici e ovvie, col senno di poi – applicazioni dei social network che mi sia mai capitato di vedere.
Poiché si trattava di qualcosa di molto sperimentale, non posso dilungarmi esageratamente su cosa, come e soprattutto chi.
Diciamo che ho visto integrare tre o quattro piattaforme Web 2.0 per creare un servizio estremamente user friendly, con tempi di setup zero, scarico e installazione zero.
Grande – e quando sarà ufficiale, ne discuterò ampiamente.

Poi ci sono quelli che ti chiedono di aiutarli a costruire il fienile.
I giovanotti malesi che scambiano il tuo cognome per un nome malese e vengono a cercare di rimorchiarti.
Gli idioti.
Gli italiani (solo sesso e pallone – entrambi come sport da spettatori).

E intanto, come un fronte atmosferico carico di tempesta, si aggira per Facebook la paranoia del fake.
Tu non sei chi dici di essere, e anche se c’è gente che dice che tu sei tu io non ci credo perché sono dei fake anche loro.
Perciò ti cancello dai miei amici.

Ecco, il punto è questo.
Noi non siamo amici.
Coi miei amici ci si vede.
Ci si telefona.
Ci si parla.
Magari ci si scambia solo qualche mail.
Magari si interagisce solo su facebook, e poco – ma il mio ex compagno di banco del liceo non ha delle strane paranoie sul fatto che io sia io oppure no.
Condividiamo un trascorso, abbiamo il nostro linguaggio in codice.
Ma tu, ti domando, chi sei?
In funzione di cosa, siamo amici?

Il problema, di fondo, è la scelta di quel termine – friend, amico.
Facebook è un motore per gestire contatti, non amicizie.
Un sistema per divulgare rapidamente informazioni.
Oh, non scherziamo – se siamo amici, possiamo anche usare Facebook.
Ma non diventeremo mai amici solo in funzion e di Facebook.

Ma allora, a cosa serve, Facebook?
In prima istanza, a mantenere contatti rapidi e a bassa intensità.
Il mio editor in America mi comunica che presto uscirà un mio lavoro, e mi chiede informazioni riguardo alle coordinate bancarie.
Che NON gli invio via facebook.
Il progetto è ormai in dirittura d’arrivo – e non servono scambi intensi, che a suo tempo vennero gestiti con delle normali mail (anche una decina in una giornata, tra andata e ritorno).
Facebook è un’ottimo servizio di segreteria telefonica.
Può anche servire, alivello esplorativo, per trovare persone che abbiano i nostri stessi interessi.
O per stabilire un primo contatto con una persona specifica che volevamo contattare.
Poi si passa alla mail, agli incontri di persona (se possibili) o alle telefonate (idem).

E parlando di Editor – Facebook è un buon sistema per monitorare le attività di editor , autori, riviste o case editrici che ci interessano.

Facebook può anche servire per informare il pubblico di una iniziativa, o per attirare o coinvolgere in una iniziativa o evento il maggior numero possibiledi persone.
È insomma un buono strumento pubblicitario (non eccellente, ma neanche pessimo).

Facebook può svolgere funzioni insolite: dopo la tragica scomparsa di Mark McFadden, la comunità di Delta Green ha istituito una informale e invisibile “rete di sicurezza” attraverso Facebook, per evitare che qualcuno di noi possa scomparire senza che gli altri ne abbiano notizia immediata.

Facebook sostituisce la vecchia, vittoriana pratica di passare da casa di un conoscente e lasciare il proprio biglietto da visita – per dire “io esisto, se vuoi contattami”.
Pensando “fuori della scatola” è possibile inventarsi utilizzi creativi.

Ma, venire a visitare il tuo acquario virtuale?
Aiutarti a far fuori i tuoi nemici in Mafia Wars?
Fare a gara su chi conosce più trivia sui LedZep?
No, grazie.

Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

16 thoughts on “Web 2.0 – Noi non siamo amici

  1. Da scrittore fai-da-te devo dire che Facebook, se usato in modo intelligente, è uno straordinario mezzo di autopromozione. Idem per fare pubblicità ai blog etc etc.
    Essendo il mio scopo quello di essere letto e giudicato, devo dire che Facebook ha raddoppiato i miei visitatori (nonché potenziali lettori).
    E poi mi è utile, come dici tu, a monitorare le iniziative di altri scrittori ed editori che stimo. Nel mezzo ci scappa qualche battuta con gente più convenzionale (ovvero che vedo e sento anche in modo normale, nella vita comune).
    Ciò che rifuggo sono le idiozie come Farmville e tutti gli altri giochini idioti.
    Comunque Facebook non è IL male, come dice qualcuno. E’ uno strmento e – scusa la banalità – come tutti gli strumenti bisogna saperlo usare.

  2. Esattamente.
    Il boom di facebook ha portato sulla piattaforma troppa gente che non ha nulla da farci – e perciò perdono tempo.

    Poi concordo in pieno sulla promozione – proprio in questi giorni sto valutando i risultati online della Mostra all’Accademia, e ci sono un “effetto Facebook” ed un “effetto Twitter” impossibili da ignorare.

    Per le attività professionali preferisco, quando possibile, LinkedIn.

  3. A me pare che facebook non rappresenti altro che la manifestazione estrema di quello che è da sempre il problema della rete: distinguere l’informazione utile dal rumore di fondo.

    Per risolvere la questione sono necessari un paio di requisiti elementari: pazienza ed esperienza.
    La prima ce la devi avere, ma la seconda te la fai col tempo (ad averne voglia).

    Che in definitiva non è facebook il problema ma – come sempre – le persone che lo malfrequentano.

    (‘mo vado a prenderti come amico! :-))

  4. Nelle attuali condizioni, féisbuc è l’ultimo scampolo di vita sociale che mi è rimasto (e lamia palestra d’inglese colloquiale), quindi non me lo demolite troppo.
    Ancora non li ho provati e non ho i link sottomano, ma per Firefox ci sono dei plugin apposta per filtrare quasi a volontà il “rumore di fondo” inarginabile altrimenti, le applicazioni e i “Tizio è ora ammiratore di Caio ed è culo & camicia con Sempronio”.

  5. p.s. “lamia palestra” non è sinonimo di “empusa stanza d’attività ginniche”, quanto la barra spaziatrice che mi va a mignotte.

  6. Le considerazioni di chi mi ha preceduto nei commenti sono riassuntive dei termini della questione, quindi non mi ripeto. Il cuore del problema è essenzialmente chi è “sbarcato” nel Nuovo Mondo 😉 pensando che coincida con FB e che… “tanti amici, tanto onore”. Se non ci si distrae accettando contatti di cui ci pentiremo, si naviga abbastanza tranquilli 🙂

  7. Ciao Davide,
    approvo….
    Mi ricordo una vecchia vignetta a sfondo bellico nella quale la sentinella diffidente chiedeva “Chi siete?” e al sentirsi rispondere “Amici” per buon peso scaricava comunque una buona dose di pallottole… Al che al secondo round la risposta mutava in “Semplici conoscenti” ehehe! Credo che fosse dalle Sturmtruppen…
    Molto spesso comunque è così…
    Però ti correggo su un unico punto Davide, in taluni casi non si è effettivamente amici amici, ma giustamente si riesce a mantenere un contatto in quanto “settari”, appassionati di una medesima cosa che ivi magari si conoscono e si ritrovano (come può capitare anche altrove) il che è cosa buona…
    Detto questo, io non ti ho mai chiesto chiodi e viti per fattorie 😉
    Volevo ribadirlo 😀
    Salutoni!

  8. Grazie Andrea – conosco molte persone alle quali il plugin servirà parecchio.
    Midicono di consigliarti per Firefox 3.5 il plugin “identify” (dal profilo di Facebook verifica la reale identità e tutto il resto del titolare).

    @Umberto
    Era Sturmtruppen.
    Concordo – si possono creare aggregazioni di interessi comuni.
    Ma comunque on si è amici – si è al limite commensali 😉
    Mai chiesti chiodi, mai dati chiodi…

  9. Se non ho un profilo facebook è solo ed esclusivamente per questioni di tempo. Altrimenti cercherei di usarlo al suo meglio, come tanti altri mezzi e mi pare un media con molta potenzialità (il che equivale purtroppo a molte possibilità di essere usato male e distorto, ma quello ahimè dipende da chi lo usa…)

  10. capita a fagiuolo una tavola a fumetti che mi è capitata sottomano ultimamente

    in caso non si veda, provate qua:

    http://danmoynihan.blogspot.com/2010/02/friends-on-facebook.html

  11. Scusate ma ho l’impressione che si stia tralasciando un particolare lampante ma ahimè fondamentale per capire la natura di feisbuk (che mi guardo bene dall’usare, dato che ho allegramente eseguito un # aptitude purge amici_liceo appena varcata la soglia del liceo per l’ultima volta).
    Vale a dire:

    —cit. Davide—
    […] Ma allora, a cosa serve, Facebook? […]
    —/cit—

    Facebook serve a raggruppare quanti più dati sensibili e informazioni per la profilazione è possibile (indirizzi email, gusti, preferenze di consumo, indirizzi, ecc) e venderle alle imprese interessate. Soprattutto incrociando valori come preferenze di consumo ed età o preferenze di consumo e genere e/o località, e via dicendo.
    A me e a te, Facebook non serve a nulla. Ti fa credere, tuttavia, di servire a qualcosa: è un bisogno indotto, per garantirsi – da parte di chi lo gestisce- la possibilità di accedere ad una mole sterminata di informazioni di ogni genere che consenta di mettere insieme una banca dati altrettanto sterminata di informazioni facilmente rivendibili. E deve indurre questo bisogno perché le informazioni su Davide o su MadameZou non servono a nulla: perché la profilazione abbia valore commerciale deve essere effettuata su un gran numero di utenti, in modo da poter mettere insieme dei trend interessanti. Il singolo conta poco o niente.

    È ovvio che poi, *in seconda istanza*, l’utente può scovare modi intelligenti di utilizzare Facebook.
    Ma la finalità di Facebook non è user-oriented, per così dire. È Facebook-oriented.

    Questi sono i miei due copechi di laureanda in sociologia.
    Oltre che di geek paranoica.

  12. Chiedo scusa, Madame, per aver male esposto il mio pensiero.
    La frase citata avrebbe infatti dovuto essere

    Ma allora, a cosa serve, Facebook, a noi?

    D’altra parte, perché non considerarlo uno scambio equo?
    Io fornisco loro dati in qualche modo esatti (che ricaverebbero comunque), loro mettono al mio servizio uno strumento in qualche modo utile (del quale c poteri comunque fare a meno)…

    Ma di fatto, a parte le paranoie più o meno galoppanti, il problema insito in facebook nasce dal fatto che si tratta di una piattaforma unica e monolitica.
    O sei su facebook o non ci sei.
    Un blog lo puoi gestire su WordPress, su Blogger, su LiveJournal… se ti gira comprarti un dominio e farlo girare da lì.
    Facebook no.
    E tutti i monopoli, per loro natura, tendono a privilegiare il monopolista, non gli utenti…

  13. Tersa Rapubblica, one-man-show del Bisio, 1994/95, aveva un monologo sulle informazioni commerciali largamente simile a quella di madame: partiva da un rapporto di una agenzia demoscopica, essendo internet con un piede ancora nelle nebbie della fantascienza.

    Un monologo giocato sul filo del paranoico che finiva col l’incitamento a stupirli (e stupirci) per uscire dalle maglie di quel rapporto in cui si era radiografati.
    Bisio, Per esempio, da “disimpegnato”, fondava un partito – Cartellone azzurro, luce di taglio, effetto calza, un sacco di denti…

    Il che dimostra che Bisio è un dieci/quindici anni avanti, e che io sono uno specialista nel saltare di palo in frasca, aggrappandomi a qualunque pretesto.

    Nel caso di feisbuk, in effetti piace poco anche a me che o ci sei dentro o non vedi, e per essere dentro devi “pagare” in dati (e in ex compagni di liceo che NON vuoi ricordare e che ti taggano a muzzo le foto di quando ti mettevi le dita nel naso nella gita a Perugia).

    Dato che ci sono anche lati interessanti, sto rimuginando di aprirmi una pagina anch’io. Erminio Carugati, di Solbiate Olona, sembra un bel nome, no? Garibaldi Giuseppe di Quarto credo sia già stato usato…

    Emilio Carugati ti invita a diventare fan di Erminio Carugati (che “amico” è troppo poco)

  14. Pingback: Il Karma dei Nativi Digitali « strategie evolutive

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.