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ciò che non ci uccide ci lascia storpi e sanguinanti

Canti dalla Terra Morente

7 commenti

È in Dagon, di H.P. Lovecraft, credo, che mi sono imbattuto per la prima volta in un espediente narrativo – non saprei come altrimenti definirlo – che HPL probabilmente (mi dico col senno di poi) mutuò da Lord Dunsany, e che nella sua semplicità riesce a suggerire un livello di complessità elevatissimo.
In Dagon, assistiamo alla scena in cui un dio (Dagon, appunto) si genuflette e salmodia in innominabile adorazione dinnanzi alla statua di una sua divinità.
L’universo è più strano di quanto immaginiamo, e anche le nostre divinità hanno i propri dei (idea non molto sfruttata nel fantastico contemporaneo).

martin07_b.jpgProva inconfutabile che questa pratica è una realtà è la pubblicazione di volumi come Songs of the Dying Earth, che un postino affranto ed accaldato ha appena lasciato cadere dalle sue mani snervate sulla mia porta di casa.
Un colosso da seicento pagine, con una bella copertina e splendide illustrazioni interne, pubblicato da Nightshade Press, il volume ora nelle mie mani sudaticce (una delle 1474 copie esistenti), curato da George R.R. Martin e dal leggendario Gardner Dozois, racchiude una serie di racconti ambientati nell’universo immaginato per la prima volta, una sessantina di anni or sono, da Jack Vance, una delle più importanti e durature creazioni del fantastico occidentale.
Fra eoni incommensurabili, la Terra gravita torpida attorno ad un sole rossastro e indolente; la popolazione, sospesa tra un medioevo picaresco e una superscienza opportunamente indistinguibile dalla magia, lungi dal trascinare i propri ultimi giorni nell’apatia o nella disperazione, si abbandona alla ricerca dell’eccentrico, dell’istantaneamente gratificante, del bello e del piacevole – gli ultimi giorni della Terra sono un lungo ballo in maschera popolato da cialtroni.
Senza contare naturalmente pelgrani e deodandi cannibali, e l’occasionale sandestino di passaggio.

Dean R. Koontz apre le danze con una lunga eulogia – saremmo quasi tentati di chiamarla coccodrillo, vista l’eta avanzatissima di Vance, ma è comunque troppo sentita e personale per meritarsi un simile appellativo.
E Jack Vance di suo ci mette una breve ma succosa introduzione.
E poi passa la palla al cast di contributors: Dan Simmons, Robert Silverberg, Kage Baker, Terry Dowling, Phyllis Eisenstein, Glen Cook, Neil Gaiman, Elizabeth Hand, Matt Hughes, Tanith Lee, George R. R. Martin, Elizabeth Moon, Mike Resnick, Lucius Shepard, Jeff Vandermeer, Paula Volsky, Howard Waldrop, Liz Williams, Walter Jon Williams, Tad Williams, John C. Wright.
Ed ecco che il paradosso di Dagon si dispiega davanti ai nostri occhi – i nostri idoli che si genuflettono dinanzi ad altri idoli, che sono anche nostri.
Alcuni degli autori in lista sono fra coloro che più apprezzo.
E se non mi sorprende trovare Kage Baker, Tanith Lee o Liz Williams in una antologia di celebrazione vanciana, la presenza di insospettabili come Walter Jon Williams, Lucius Shepard, Glen Cook o Elizabeth Moon segnala la vastità e la profondità del culto di Jack Vance.
Bello ritrovare Paula Volsky e Phillis Eisenstein, autrici lette vent’anni or sono e ancora attive e interessanti.
Meno sorprendente imbattersi nei prezzemoli letterari Silverberg e Gaiman.
Ma la vera grande sorpresa è Dan Simmons.

Operazione colossale condotta con grazia da un piccolo editore, la dice lunga su cosa sia possibile offrire al pubblico, complice un mercato amplissimo ed una circolazione globale attraverso il web, avendo un minimo di coraggio ed una buona strategia editoriale.

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Autore: Davide Mana

Paleontologist. By day, researcher, teacher and ecological statistics guru. By night, pulp fantasy author-publisher, translator and blogger. In the spare time, Orientalist Anonymous, guerilla cook.

7 thoughts on “Canti dalla Terra Morente

  1. Invidiabile operazione editoriale.

  2. Che bellezza! Penso proprio che lo ordinerò (Play.com lo indica in uscita per ottobre, presso HarperCollins).
    (Anche se questa “raccolta di racconti in onore di” mi fa pensare al giorno in cui leggeremo quella triste notizia…)

  3. Una rapida visita al sito spiega parte del trucco.
    Subterranean mette in vendita tre diverse edizioni:
    lettered – rilegatura ultralusso, in cofanetto, con extra e autografata da TUTTI – 26 copie
    limited – numerate, cofanetto e autografata da tutti – 500 copie
    trade – rilegatura rigida, sovracoperta a colori – 1474 copie

    Poi, nel 2010, ne uscirà una edizione ordinaria in paperback di lusso, pubblicata mi pare da Tor (che così paga i diritti a Subterranean) e la tradurranno anche in Europa.

    Praticamente, le vendite delle sole due tirature speciali coprono abbondantissimamente le spese di stampa di tutti i 2000 volumi, mentre le vendite ordinarie coprono i compensi per gli autori e gli artisti.
    Questo è quello che io chiamo una buona strategia editoriale.
    Piazzare 2000 copie fra i collezionisti, con prezzi di copertina che vanno da 25 a 150 dollari, non è difficile.

    Quando da noi riusciremo a fare altrettanto, chessò, in celebrazione di Emilio Salgari?

  4. @ Giacomo – L’edizione Harper-Collins è probabilmente quella per comuni mortali 😛 alla quale mi riferivo nel commento precedente, attribuendone il merito a Tor.

    Sarà un triste giorno quando Vance lascerà questo continuum.
    Già ha annunciato il suo definitivo ritiro dall’attività letteraria…

  5. Ottimo acquisto, complimenti: han già esaurito tutte le copie! Poi, mi raccomando, dicci chi degli autori è stato il più bravo e chi il più “vanciano”…

  6. Sarà un bel match.
    Vedo molto bene la Baker, al momento.

  7. Great site…keep up the good work.

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